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Silvia Bignami per "la Repubblica"
«Questo Favia andrebbe sgozzato in piazza». Una minaccia di morte, scritta in stampatello da un anonimo sulla bacheca Facebook di Giovanni Favia. Un attacco violentissimo contro il consigliere regionale grillino colpevole di avere detto, durante uno sfogo fuori onda trasmesso da Piazza Pulita: «Nel Movimento 5 Stelle non c´è democrazia».
Scomunicato da Beppe Grillo, scaricato ieri anche dal collega in consiglio regionale Andrea Defranceschi, Favia ha rifiutato una intervista a Porta a Porta, innescando una polemica anche con la redazione del programma. E in serata ha risposto alle minacce, e a chi le ha fomentate, promettendo di andare in procura.
«Chi fomenta odio, falsità , maldicenze e bassezze è nemico del Movimento ed è complice di atteggiamenti come questi» scrive il consigliere su Facebook. Non ce l´ha con l´anonimo, Favia, ma «con chi ha ipotizzato che il fuori onda fosse concordato per passare nel Pd», fomentando così la «campagna del fango» nei suoi confronti.
Contro di loro è deciso a «fare denuncia ai magistrati», conferma al telefono mettendo sotto accusa anche alcuni post sul blog di Beppe Grillo. Tra questi c´è anche quello di Maurizio Ottomano, il giornalista freelance che aveva ipotizzato che i fuori onda di Favia fossero concordati e il cui articolo era stato rilanciato nei giorni scorsi proprio dal blogger.
Favia lo dice in serata. Dopo una giornata culminata con le minacce di morte. L´attacco anonimo è firmato da un nick anonimo, Stage Couture: «Chi si permette di comportarsi cosi va eliminato. Basta compassione e basta perdono. Questa gente è nostra nemica». Non è l´unico attacco violento.
C´è chi scrive «diamo un senso all´inceneritore: buttiamoci Favia» o «venderesti anche tua figlia per una poltrona». Il grillino reagisce: «Questa campagna di fango non squalifica me, ma coloro che se ne rendono protagonisti. Mi consolo con Democrito: "Se subisci una ingiustizia, consolati: la vera infelicità sta nel commetterla».
Il dissidente non nasconde l´amarezza. Da giorni non si presenta nemmeno in Regione e ieri ha rifiutato una intervista a Porta a Porta, finendo col polemizzare anche con la redazione. «Mi hanno chiesto una intervista, e io gli ho chiesto se volevano parlare del rinvio a giudizio di Errani. Ma loro m´hanno risposto che il tema era il fuori onda, così ho detto no, ma mi sono offerto di descrivere il bar dove l´ho rilasciato, per aiutarli a fare il plastico». Immediata la smentita della redazione del programma condotto da Bruno Vespa, che sms alla mano nega l´ironia del grillino e assicura: «Noi non censuriamo nessuno».
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