DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
1 - ARRIVA XI JINPING: L' ITALIA SI MILITARIZZA E PROTEGGE LA RETE
Antonio Signorini per “il Giornale”
Città divisa in aree e bonificata, cecchini sui tetti del corteo presidenziale e unità cinofile al lavoro già da giorni.
Roma si prepara alla visita di Xi Jinping. Ma anche la politica si appresta a ricevere in tutta sicurezza il presidente della Repubblica popolare cinese.
In questo caso il rischio è l' adesione al memorandum che apre la strada all' adesione dell' Italia alla nuova Via della seta.
Tra le materie che fanno parte della Belt and Road initiative, il maxi piano di infrastrutture promosso da Pechino, c' è anche lo sviluppo della rete 5g.
La Lega ha imposto al governo l' adozione della golden power, cioè della possibilità da parte dello Stato di controllare in caso di necessità una attività ritenuta strategica. La norma è stata inserita in un provvedimento approdato ieri al Consiglio dei ministri, il dl Brexit. In particolare si prevede il potere di veto del governo sugli acquisti da parte di imprese, pubbliche o private, che si occupano delle reti mobili ad alta velocità.
Il 5g è uno dei temi più sensibili del memorandum e il governo cerca di rassicurare Usa e Unione europea, preoccupati dall' accordo tra Roma e Pechino. Con la firma «la collocazione euroatlantica non si discute, alleanze che ci hanno garantito sicurezza, ci hanno offerto un ombrello di protezione a cui non rinunceremmo mai», ha assicurato il premier Giuseppe Conte che vedrà XI Jinping sabato a Villa Madama dove è prevista la firma del protocollo sulla Nuova via della seta.
La visita del presidente cinese inizierà oggi pomeriggio. Venerdi mattina ci sarà il primo incontro istituzionale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella poi la presidente del Senato Elisabetta Casellati e il presidente della Camera Roberto Fico. Il tour europeo del leader cinese toccherà anche Palermo. La Sicilia non rientra nel percorso della nuova Via della seta, ma da anni si parla del porto di Augusta come un possibile approdo per le merci cinesi.
Xi Jiping in un articolo pubblicato ieri dal Corriere della Sera ha auspicato un accordo che vada oltre il commercio.
Un «patto strategico» con l' Italia. «Siamo pronti insieme alla controparte italiana, a sviluppare ulteriormente il partenariato strategico globale, a stringere maggiormente i legami ai massimi livelli e a rafforzare la cooperazione a tutti i livelli tra i nostri governi, parlamenti, partiti ed enti locali».
Poi una «idea di interconnessione e connettività», della quale facciano parte «settori come la marina, l' aeronautica, l' aerospazio e la cultura».
Ma anche i contenuti del Memorandum sulla Via della Seta sono stati modificati, a poche ore dalla firma dell' intesa. In particolare quelli relativi ai porti, agricoltura e finanza.
L' attenzione in Europa resta alta, come dimostrano le bozze delle conclusioni del Consiglio europeo che si apre oggi a Bruxelles e avrà come oggetto proprio i rapporto con la Cina.
un sorso di vodka xi jinping e vladimir putin
L' Ue, si legge nel documento, deve «salvaguardare i suoi interessi alla luce delle pratiche sleali di Paesi terzi e investimenti che minacciano la sicurezza o l' ordine pubblico». I governi dovrebbero impegnarsi a fare «pieno uso degli strumenti di difesa commerciali, delle nostre regole sugli appalti pubblici e del quadro sul monitoraggio degli investimenti esteri in Europa».
Al Consiglio dei ministri di ieri è approdato anche il decreto sblocca cantieri, oggetto di un confronto serrato tra Movimento cinque stelle e Lega. In particolare il partito di Matteo Salvini ha chiesto di inserire nel provvedimento alcune parti del decreto Tria. Cancellata dal decreto la mini sanatoria edilizia che nei giorni scorsi ha creato attriti nel governo.
incontro tra xi jinping e kim jong un 4
Antonio Signorini
2 - AMBIZIOSO E SOLITARIO IL MANDARINO SORRIDENTE VUOLE LA CINA PADRONA
Gian Micalessin per “il Giornale”
È un incompreso paladino del commercio mondiale, come fece credere al Forum di Davos del 2017, o uno spregiudicato signore neo-comunista pronto a tutto pur di controllare un miliardo e 400 milioni di sudditi e inseguire un dominio mondiale amabilmente spacciato per «sogno cinese»? Probabilmente il 66enne presidente cinese Xi Jinping è l' uno e l' altro.
Per lui commercio e affari sono l' arma migliore per controllare il globo. Soprattutto se sulla loro scia si costruiscono portaerei e basi militari.
Prima di diventarne soci meglio dunque ricordarne atti e misfatti. A partire dalla brutale campagna anti-corruzione con cui nei primi cinque anni di potere ha indagato 2milioni e 700mila funzionari mandandone a processo più di 58mila e facendo piazza pulita di tutti i nemici interni. Non pago del repulisti nel 2018 Xi ha varato la «Commissione di Supervisione Nazionale» che vigila su imprese e semplici cittadini.
xi jinping e barack obama come winnie the pooh
Un Grande Fratello custode, si dice, dei segreti sulla scomparsa del capo dell' Interpol Meng Hongwei volatilizzatosi dopo un improvviso richiamo in patria. Xi del resto non ha fama di bonaccione. Con lui al comando è stata varata la costruzione dei campi d' internamento in cui sono detenuti secondo Amnesty - un milione di Uighuri, la minoranza musulmana accusata di minacciare la stabilità interna.
Nel 2017 fu lui a dir «no» alla scarcerazione e al trasferimento all' estero dell' agonizzante premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo, malato di cancro e condannato a 11 anni di galera dopo la firma di un manifesto sui diritti umani. Del resto il famigerato «documento 9» adottato dal Partito dopo la nomina di Xi a segretario dichiara guerra a sette esecrati valori occidentali come democrazia costituzionale, diritti umani, società civile, neo liberalismo e indipendenza dei media.
winnie the pooh simbolo dei dissidenti cinesi
E mentre su internet viene drasticamente ristretta la circolazione delle idee i blogger colpevoli di condividere più di 500 contenuti vietati rischiano fino a tre anni di galera. Per non dimenticare la guerra a Winnie the Pooh, il paffuto orsacchiotto messo al bando da internet per il diffuso e noioso vezzo di paragonarlo al grassoccio Presidente.
Al fastidio per le riflessioni di blogger, intellettuali e Premi Nobel s' accompagna, invece, una smodata attenzione per il proprio personale pensiero. Unico dopo Mao ha preteso che le sue tesi sul «marxismo adattato al modello cinese» diventassero parte della Costituzione, facendosi proclamare presidente e segretario a vita cancellando il limite dei due mandati. Ma quel che più preoccupa il resto del mondo è il continuo riferimento a un misterioso e mai chiarito «sogno cinese». Nel nome di quel «sogno» è nata la Nuova Via della Seta ed è stato dato il via allo sviluppo di una Forza Armata pronta a sfidare anche gli Usa.
Una Forza Armata destinata nel Xi pensiero a diventare «potente forza d' élite sempre pronta per la battaglia, capace di combattere e di vincere per adempiere ai compiti conferitegli dal Partito e dalla popolo». E ad aumentare l' apprensione contribuisce il cadavere spolpato di un' Africa strangolata a colpi di debito e trasformata in una sorta di neo-colonia. Una colonia indispensabile non solo per drenare materie prime, ma anche per costruire basi militari come quella da poco inaugurata a Gibuti.
Una base da cui Pechino può minacciare quell' imbuto di Suez in cui s' incanala tra il 12 e il 20 per cento dei commerci mondiali. E ancor di più preoccupano i sette isolotti artificiali e le basi militari create dal nulla per controllare rotte commerciali, diritti di pesca e giacimenti sottomarini del Sud del Pacifico. Perché se i «sogni» di Xi si ampliano il mondo non sembra più in grado di contenerli.
XI JINPINGxi jinping con mugabe in zimbabweliu xia moglie di liu xiaoboLIU XIAOBO XI JINPING
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