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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
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E vai. Guerra di successione ormai in corso, a Montecitorio, per accaparrarsi la poltrona che ora è di Ugo Zampetti, mitologico segretario generale della Camera, colui che per una vita ha detenuto il record di superburocrate meglio pagato d’Italia: 450 mila euro (e passa) l’anno.
Dopo 15 anni di fila al comando dell’amministrazione Camera - ossia dopo aver portato a casa oltre 5 milioni di euro– il povero Zampetti, che compirà 65 anni in dicembre, pare destinato a un triste pensionamento a partire dal 1° gennaio 2015. O così, almeno, ha annunciato ai dipendenti della Camera.
E invece: altro che “pare”.
O pareva.
O parrebbe.
Ugo è vivo e lotta insieme a noi.
Persa la battaglia per se stesso – per mesi ha cercato di ottenere una proroga dell’incarico, offrendo in cambio alla presidentissima Boldrini il massacro stipendiale dei dipendenti di Montecitorio – oggi si è buttato anima e corpo a pilotare la sua successione. Pur di non vedersi sostituire da Annibale Ferrari, il capo del servizio studi, o Giacomo Lasorella, il capo del servizio assemblea, attualmente dati in pole position, lui ha schierato la fedelissima Lucia Pagano, responsabile ad interim del servizio commissioni.
Ma occhio a non farvi fregare. Il suo asso nella manica, il vero candidato alla successione, è Fabrizio Castaldi. Classe 1971, dunque un giovincello per gli standard della pubblica amministrazione. Appoggiatissimo dal Pd. E, soprattutto: ben piazzato, e proprio da Zampetti, nello staff della Boldrinova come capo della segreteria. Madama Boldrini lo apprezza parecchio, tanto da averne già ventilato la promozione in contesti riservatissimi.
Perciò ora prevedibilmente si procederà a tappe forzate, secondo quello che i maligni sospettano essere il diabolico piano del diabolico Ugo.
Uno: insediare il giovane Castaldi alla segreteria generale, rottamando i concorrenti più vecchi (e più costosi) in perfetto stile renziano.
Due: far offrire a Zampetti medesimo, ormai riccamente pensionato, un incarico specialissimo di affiancamento al giovane di cui sopra.
Tre: attendere in una posizione nevralgica le dimissioni di Napolitano e del suo attuale segretario generale al Colle, Donato Marra.
Quattro: traslocare il marpionissimo Zampetti dalla Camera al Quirinale, con l’appoggio di amici di vecchia data come Dario Franceschini, Pierferdinando Casini, il Pd di rito diessino, il questore D’Ambruoso, e ovviamente la presidentessa Boldrinova con Sel.
Alla sola idea di ritrovarsi sul groppone il selvaggio tagliatore di stipendi di Montecitorio, tra i ben pagati dipendenti del Colle è già scattato l’allarme rosso…
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