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Giovanna Casadio per “la Repubblica”
«Oggi sia Pd che 5Stelle puntano tutto su un Conte-ter e non fanno ipotesi di un eventuale fallimento. Mi sembra però certo che, in qualsiasi circostanza, si dovrebbero evitare elezioni politiche anticipate e prevedere che all' Italia servirà una soluzione politica fortemente europeista con un governo formato e presieduto da una personalità di alto profilo e una maggioranza forte". Luigi Zanda, politico di lungo corso, ex tesoriere ed ex capogruppo dem, sa che un' uscita di sicurezza in politica va prevista sempre.
Zanda, ma lei è ottimista sulla soluzione di questa crisi?
«Non giriamo attorno al problema. La questione più rilevante è comprendere la posizione di Matteo Renzi e di Italia Viva. La crisi ha azzerato le polemiche politiche precedenti. Quindi è giusto far cadere qualsiasi preclusione nei confronti di Iv, ma Renzi deve dimostrare di volere costruire e non distruggere. Quando gli sento chiedere un programma scritto, deduco che un vero accordo ancora non c'è».
Perché?
«Perché chiedere un documento scritto significa non fidarsi dell' accordo politico. Il Conte 1, tra Lega e 5Stelle, era nato sulla base di un contratto perché non si fidavano, ma il Conte 2 parte da un accordo politico. Sarà faticoso, ma penso che alla fine ci sarà un'intesa sul patto di programma. Però sulla composizione del governo e il nome del premier, Renzi continua a giocare a carte coperte».
E se scoprendo le carte, il leader di Iv dirà definitivamente no a Conte, cosa farà il Pd?
«Oggi sia il Pd che i 5Stelle puntano tutto su un Conte-ter e non fanno ipotesi di un eventuale fallimento. Mi sembra però certo che, in qualsiasi circostanza, si dovrebbe evitare il voto anticipato. Fallito il Conte ter tutto sarebbe più difficile, perché all' Italia servirà comunque una soluzione politica fortemente europeista, un governo formato e presieduto da una personalità di alto profilo e da una maggioranza forte».
Quindi i dem dovrebbero avere un "piano B", ovvero evitare che l' esito sia "o Conte o voto"?
renzi mejo dello sciamano di washington
«Zingaretti sta facendo bene. Rispetta il ruolo del presidente della Repubblica e usa tutta la prudenza necessaria in una fase così delicata. Gli ho detto di non curarsi se ogni tanto riemerge la brutta pulsione fratricida che spesso abbiamo incontrato nella storia della sinistra italiana».
Lei ha molta esperienza: la soluzione della crisi procede a piccoli passi?
«Tra le tantissime crisi di governo a cui ho assistito è la più delicata e difficile perché i problemi del Paese sono profondi, le condizioni dell' Italia in piena pandemia sono serie. Per fortuna il presidente Mattarella ha ben salda nelle sue mani la tutela della nostra fragile democrazia. Il rischio è lo scivolamento verso sistemi che impoveriscono il Parlamento, seguendo una tendenza che procede da quarant' anni e che la pandemia ha aggravato».
Se si approdasse a un Conte ter, bisognerebbe però evitare la fotocopia di quello caduto.
«Il terzo governo Conte dovrà eliminare tutte le ragioni di instabilità che hanno determinato la crisi: l' instabilità è la peggiore malattia delle democrazie».
Un governo sarebbe più stabile con una maggioranza cosiddetta "Ursula", sull' esempio di quella attorno a Ursula von der Leyen, ovvero in Italia Pd-M5S-Leu-Iv più Forza Italia?
«L' ampiezza della maggioranza è importante, ma più ancora ci vogliono compattezza e omogeneità».
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