PROBLEMI DI VIGILANZA PER ZAVOLI - DUE ORE IN STILE “ARANCIA MECCANICA” NELLE MANI DEI SEQUESTRATORI - ENTRATI IN CASA MINACCIANDO I DOMESTICI, HANNO CHIESTO DI APRIRE LA CASSAFORTE - ZAVOLI PERÒ NON RICORDAVA DOV’ERA LA CHIAVE, E LÌ È INIZIATO IL PEGGIO: UNA BOTTA ALLA TEMPIA CON LA PISTOLA, UNA VERTEBRA SCHIACCIATA, GLI SPARI A VUOTO - SONO ANDATI VIA DOPO AVERLO LEGATO - ADESSO GLI ABITANTI DELLA TRANQUILLA MONTEPORZIO CATONE HANNO PAURA…

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1 - ZAVOLI: "HO AVUTO PAURA DI MORIRE"
Rory Cappelli per "la Repubblica - Roma"

«Sono stato due ore, l'altra sera, nelle mani di quei banditi. Dalle sette alle nove e un quarto. E adesso sono stanco. Oltre ad avermi colpito alla tempia con la pistola, mi hanno anche dato una botta a un orecchio, forse ho una labirintite. Mi hanno incrinato una vertebra. Ho bisogno di dormire. Ho avuto tanta paura, ma ora no: sono preoccupato, è diverso. Non voglio raccontare troppi dettagli di quello che è successo, perché mi aspetto delle rappresaglie. Ho paura che mi diano fuoco alla casa. E perciò ora, mi scusi, ma la saluto. Ho bisogno di riposare. Di dormire. Forse dimenticare».

La voce di Sergio Zavoli, senatore a vita, presidente della commissione vigilanza Rai, nonostante tutto, lo stress, la fatica, la paura e anche l'età, è ferma e sicura. Sembra un dramma di Shakespeare, ma è la storia di una rapina tutta contemporanea.

È lunedì sera. La coppia di trentenni che si occupa della villa di Zavoli - lui del parco, lei della casa - sta rientrando. Al di là del cancello una vigna e, oltre questa, un'altra
casa, molto lontana. Quattro uomini spuntano dal buio del giardino che, denso di piante e di zone d'ombra, circonda la casa.

Aggrediscono la coppia, la costringono a portarli in casa. Qui legano i due, terrorizzati, e minacciano Zavoli, brandiscono la pistola, la alzano a mezz'aria, gli urlano di aprire la cassaforte: «Ti ammazziamo», ripetono, mentre lui, spaventato e confuso non riesce a ricordare dove diavolo ha messo la chiave. I banditi non ci credono.

Gli puntano la pistola alla tempia, poi lo colpiscono tanto forte che gli si formerà una grossa ecchimosi sulla faccia. Lo buttano in terra, si incrina la quinta vertebra, non riesce a rialzarsi. «Muoviti» gli urla l'italiano, «non ti fingere morto: anche perché, per me, un morto in più o in meno non fa differenza».

Uno degli stranieri torna di nuovo a fargli sentire sulla pelle del volto la canna fredda dell'arma: «Uno, due, tre... click... uno, due, tre» conta piano, il delinquente, dimmi dove sta la cassaforte, e intanto spara, a vuoto, la pistola forse è scarica, forse no. Zavoli gli allontana il braccio, gli dice di smetterla, quello riprende a urlare, ad agitare l'arma, l'altro italiano gli tira via il braccio, gli dice, basta, dai.

E alla fine li legano, li chiudono in una stanza, cercano gli attrezzi, scardinano la cassaforte dalla parete e scappano via. Solo più tardi Zavoli e i domestici si liberano, avvertono i carabinieri, chiamano l'ambulanza: il presidente passerà la notte sotto osservazione, mentre a casa sua arriverà il generale Maurizio Mezzavilla, comandante provinciale dei carabinieri; il nucleo investigativo di Frascati; la sezione rilievi di via in Selci; il Ris per gli accertamenti e il Ros della sezione crimini violenti. «Il bottino? Intorno ai 30 mila euro in gioielli e oro».


2 - TRA VILLE E VERDE, UN'OASI VIOLATA "E ADESSO VIVIAMO NEL TERRORE"
Flaminia Savelli per "la Repubblica - Edizione Roma"

Il giorno dopo l'aggressione e il furto in villa del giornalista e parlamentare Sergio Zavoli c'è timore tra gli abitanti di Monte Porzio Catone, il piccolo centro dei Castelli romani a una manciata di chilometri da Frascati. Una zona isolata e tuttavia, fino alla scorsa notte, tranquilla. Ma adesso anche nelle belle e lussuose abitazioni che caratterizzano la zona, è entrata la paura. Le case sono lungo via di Frascati, appena quattro chilometri di curve e piccoli dossi, che collega Monte Porzio all'omonimo centro. Altre invece sono quasi nascoste dalla fitta boscaglia e raggiungibili solo percorrendole strade interne appena visibili di sera. «Vivo qui da sempre e non è mai accaduto nulla di simile. Ma adesso ho paura».

Lavinia Moresco abita in una delle ville lungo via di Frascati «sono venuta a vivere ai Castelli per trovare tranquillità e allontanarmi dalla città» prosegue la signora Moresco «ormai sono quasi 30 anni e fino a oggi non ho mai avuto paura. Certo, si sono verificati furti in alcune abitazioni ma mai di questa violenza. Da tempo, per precauzione, avevo fatto installare l'allarme e anche le inferriate ma ora non mi sento comunque al sicuro».

Il timore infatti è che l'episodio non resti isolato: «Siamo terrorizzati dopo quello che è successo» racconta Luca Rossini che vive in via Selve di Mondragone, una traversa di via Frascati «abitiamo vicino al centro abitato ma di fatto siamo molto isolati, abbiamo una siepe ma chiunque potrebbe entrare in casa nostra e passerebbe inosservato. Qui
vicino c'è' soltanto un agriturismo, nient'altro quindi nessuno sentirebbe niente. Fino a oggi non avevo mai avuto paura, ora la preoccupazione è tanta e non sappiamo come proteggerci».

Ma la paura c'è anche per chi vive nel comprensorio che anticipa di pochi metri la piazza di Monte Porzio, tra via Leonardo da Vinci e via Galileo Galilei: «Ho saputo del furto in villa questa mattina» dice Roberto Severi, un residente del comprensorio «e anche se qui non siamo molto isolati e vicinissimi al centro temiamo che accada anche a noi. Non ci sentiamo più al sicuro nonostante gli allarmi e le inferriate».

«Due anni fa», racconta invece Piero Fioravante che vive proprio nella piazza principale della cittadina: «si sono verificati diversi furti proprio in questa zona, di mira erano state prese le ville. Sicuramente per la posizione isolata, io e la mia famiglia viviamo proprio nel centro ed è molto più raro che si verifichino furti. Certo - prosegue - resta la preoccupazione, un episodio così mette tutti in agitazione e in allarme».

 

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