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ZELENSKY, SOLITARIO Y FINAL – IL PRESIDENTE UCRAINO CAMBIA DI NUOVO STRATEGIA E TORNA ALLA LINEA DELLA VITTORIA A TUTTI I COSTI: “CI RIPRENDEREMO TUTTO”. È UN TENTATIVO DISPERATO: DOPO AVER TENTATO DI COCCOLARE L’EGO DI TRUMP LUSINGANDOLO, HA CAPITO CHE NON FUNZIONA E PUNTA A RIAGGANCIARE L’EUROPA. MA È INUTILE, E COMUNQUE È TROPPO TARDI: OGGI A RIAD COMINCIANO I COLLOQUI TRA USA E RUSSIA, E L’EX COMICO SARÀ AVVISATO SOLO A COSE FATTE...
1. ZELENSKY CONTRO TRUMP: “SI INCHINA A PUTIN”. KIEV CHIEDE ALLA UE DI AGIRE RAPIDAMENTE
Estratto dell’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica”
VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN
Pare tutto così difficile, tutto così improvvisamente scivoloso: «Il nocciolo della questione penso sia che gli Stati Uniti oggi dicano cose molto piacevoli per Putin», dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista alla tv pubblica tedesca Ard , una scelta non casuale mentre il mondo di alleanze gli si sgretola davanti. Le ultime interviste le aveva concesse ai media americani: occorreva lanciare un messaggio a Trump, ma ora è evidente che bisogna revisionare l’alzo.
DONALD TRUMP E VLADIMIR PUTIN - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
L’ufficio presidenziale ha provato ad agganciare l’onda del “Maga”, ma non ha funzionato. Washington parla prima con Mosca che con il suo alleato; Trump avverte Zelensky che la sua popolarità è ai minimi; e i suoi uomini insistono perché indica elezioni in cui probabilmente non sarà rieletto. Peggio di così non poteva andare. Zelensky sa di dovere reagire rapidamente e lo fa. Mira all’Europa, deve agganciare un partner fondamentale, prezioso ma instabile.
[…] Dunque ecco Zelensky prendere le distanze da Washington: «Trump vuole ottenere un rapido successo, ma ciò cui mira non è un successo. Non firmeremo qualsiasi cosa per essere applauditi», dice. E anche sul fronte dei territori conquistati da Mosca «ci riprenderemo tutto», avverte.
TERRE RARE IN UCRAINA DIFFICILI DA RAGGIUNGERE
Torna così alla vecchia teoria del “Piano della vittoria” e della “Proposta di pace”, che aveva accantonate di fronte al ciclone Trump. Era sceso a compromessi con il dogma ribadito per tre anni a discapito dell’evidenza, la pretesa utopica di tornare ai confini del 1991 riprendendosi la Crimea e tutto il Donbass. Bisogna essere realisti, diceva, di fronte alla realtà maturata sul campo, pur senza riconoscerla.
Tutto archiviato. Lusingare Trump e il suo approccio pragmatico per non perdere tutto non ha funzionato. Lo shock per la proposta indecente americana di cedere lo sfruttamento delle Terre rare ipotecando il futuro ucraino per pagarsi la resistenza al fronte ha eroso ogni illusione.
Sentendo le unghie scivolare sul vetro, Kiev aveva lanciato un messaggio chiaro a Parigi. Bisogna nominare subito un rappresentante europeo per i colloqui di pace.
VOLODYMYR ZELENSKY - EMMANUEL MACRON - DONALD TRUMP - MEME BY OSHO
Qualcosa che gli Usa hanno già fatto, mentre l’Europa parla con mille voci disunite. Il vice capo dell’ufficio presidenziale, Ihor Zhovkva, avverte: «Deve essere una decisione rapida. Speriamo subito dopo l’incontro di Parigi. Dobbiamo agire, non pensare». Zelensky lo ribadisce da Dubai: «Dovrebbe esserci un rappresentante dell’Europa», ma per ora ci si impantana nei distinguo, nei vedremo.
Con l’aereo presidenziale ucraino, Zelensky è volato con la moglie in una missione che più misteriosa non si può. Atterra a Dubai mentre una delegazione ucraina è in Arabia Saudita, a Riad, per preparare il suo «imminente» viaggio nel Paese. È previsto per oggi, proprio mentre la delegazione diplomatica Usa e quella russa iniziano un primo summit che va dai massimi sistemi — i rapporti bilaterali tra superpotenze globali — al destino dell’Ucraina e dei suoi trenta milioni di abitanti, pari a quelli del Texas.
LA FACCIA DI GIORGIA MELONI AL TAVOLO DEL VERTICE EUROPEO PER L UCRAINA
Kiev ha detto in tutte le salse che non parteciperà al vertice. Ne ha persino disconosciuto preventivamene i risultati: «Non parteciperemo neanche se me lo chiedessero — dice Zelensky — e l’Ucraina non accetterà alcun colloquio di pace bilaterale senza la partecipazione dell’Ucraina e dell’Europa». Insomma ci sarà ma non ci sarà; non partecipa se non invitato, ma non partecipa neppure se invitato. Oggi si scioglieranno le nubi, e capiremo. […]
2. RIAD SENZA KYIV
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
MEME TIME - VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP
Il principio “nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina” è caduto con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, la richiesta americana a Kyiv di “rimborsare” Washington per le spese affrontate (500 miliardi di dollari secondo un’esclusiva del Telegraph) e la decisione di organizzare un incontro in Arabia Saudita con i rappresentanti della Russia.
Oggi si vedranno a Riad il segretario di stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. L’ultimo bilaterale tra i rappresentanti degli Esteri dei due paesi era stato durante il G20 di Nuova Delhi, quando Lavrov e Blinken avevano discusso soprattutto di scambi di prigionieri. Oggi Rubio e il suo omologo prepareranno il vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin, per parlare di Ucraina “senza l’Ucraina”.
Il capo della Casa Bianca aveva annunciato che anche una squadra di funzionari di Kyiv sarebbe stata presente, ma è stato Volodymyr Zelensky a smentirlo. Anche il presidente ucraino è in medio oriente in questi giorni, ha visitato gli Emirati Arabi Uniti e durante una conferenza stampa ha detto ai giornalisti che nessuna delegazione di Kyiv sarebbe stata a Riad durante l’incontro tra Rubio e Lavrov e soprattutto che l’Ucraina non accetterà nulla di ciò che sarà stabilito a Riad.
SUPPORTO STATUNITENSE ALL UCRAINA
Zelensky rimane fermo sul principio ripetuto tante volte dall’ex presidente americano Joe Biden, nothing about Ukraine without Ukraine, ripreso dalle cancellerie europee, anche loro estromesse per ora dai negoziati […]
[…] La composizione delle delegazioni presenti a Riad sarà speculare: ci saranno i ministri degli Esteri; i consiglieri per la sicurezza nazionale dei due paesi, Michael Waltz e Yuri Ushakov; i capi dell’intelligence, John Ratcliffe e Sergei Naryshkin; e due uomini d’affari, Steve Witkoff – che ha il ruolo ufficiale di inviato speciale per il medio oriente ed è impegnato anche nel portare avanti i negoziati tra Israele e Hamas – e Kirill Dmitriev, economista russo e capo del Fondo per gli investimenti all’estero. Il presidente ucraino arriverà a Riad il giorno dopo, mercoledì, e la sua visita fa parte di un viaggio nei paesi del Golfo per la promozione di investimenti, nulla a che vedere, almeno sulla carta, con i negoziati tra americani e russi. Probabilmente Zelensky incontrerà il principe ereditario Mohammed bin Salman: il nuovo uomo delle mediazioni dall’Ucraina a Israele.
SHALE GAS IN UCRAINA TROPPO COSTOSO DA ESTRARRE
donald trump emmanuel macron volodymyr zelensky
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