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PRENDI QUESTA MANO, ZINGALES – L’ECONOMISTA FA ANDARE DI TRAVERSO IL WURSTEL A WEIDMANN E ALLA MERKEL: “IL MINISTRO DELL’ECONOMIA TEDESCO HA LANCIATO UN PIANO DI SVILUPPO BASATO SUL NAZIONALISMO ECONOMICO PROPONENDO DI SUSSIDIARE LE IMPRESE DI STATO. SE LO DICESSERO I GRILLINI SAREBBE UNO SCANDALO” – E POI LODA DRAGHI: “È UNA PERSONA STRAORDINARIA. L’EUROPA È STATA FORTUNATA AD AVERLO DURANTE LA CRISI”
Francesco Rigatelli per “la Stampa”
Mentre torna lo spauracchio di un governo Draghi per mettere in sicurezza i conti pubblici, Luigi Zingales, 56 anni, economista alla Scuola di business Chicago Booth, ammette che «la situazione non è facile, ma può salvarci la congiuntura».
Professore, che recessione stiamo vivendo?
«La chiamano tecnica per non spaventarci, ma non significa nulla. La domanda è se si esaurisce in breve o no, e molto dipende dall’incognita della Brexit, dai rallentamenti di Germania e Cina e dalla possibile recessione americana».
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO INNAMORATI
Anche se Italia e Turchia sono gli unici Paesi europei con prospettiva negativa. Come mai tutti gli altri, come Spagna e Portogallo, con la stessa congiuntura, l’Unione e l’euro, crescono?
«La verità è che siamo in una stagnazione ventennale perché non facciamo le riforme strutturali. Ma se la domanda è dove troviamo i miliardi per la finanziaria si tratta di un tema fiscale, legato al ciclo economico, per cui dubito che la Commissione peggiorerebbe la situazione forzando l’Italia a stare nei parametri».
Dopo le elezioni si aspetta una Commissione di segno diverso?
«No, ma finora abbiamo avuto un’egemonia culturale tedesca che ha imposto una disciplina molto severa a tutti e particolarmente all’Italia. Chi dovrebbe cambiare è la Germania, che ha lo spazio fiscale per fare una manovra espansiva. Il loro ministro dell’Economia ha lanciato un piano di sviluppo basato sul nazionalismo economico proponendo di sussidiare le imprese di Stato. Se lo dicessero i grillini sarebbe uno scandalo».
Che giudizio dà al governo gialloverde?
«Non c’è stato un grande cambiamento, ma una battaglia per due misure dal grande impatto politico come quota 100 e reddito di cittadinanza. La prima non l’avrei fatta, mentre paradossalmente la seconda può portare un po’ di domanda, infatti i servizi scendono meno della manifattura».
E il decreto crescita?
«Contiene di tutto e di più senza una visione economica. Se non ci sono soldi faciliterei il finanziamento delle piccole e medie imprese con dei bond e sburocratizzerei al massimo. Per il resto non credo alle bacchette magiche, ma a riforme per migliorare il sistema educativo e risvegliare il Sud. Perché il Portogallo cresce e la Sicilia no? Semplicemente ha puntato sul turismo con interventi infrastrutturali, pagati con soldi europei, e garantendo decoro, sicurezza e efficienza burocratica».
Dopo l’estate ci aspetta qualche brutta sorpresa?
«La possibilità esiste, perché con un alto debito pubblico ci sono equilibri multipli. Se la recessione dovesse rivelarsi pesante ci attende una tempesta finanziaria. Ci può salvare la congiuntura, altrimenti non avendo fatto le riforme rischiamo dei guai».
Più gravi dell’anno scorso?
«Dipende da che Europa ci sarà e da chi sarà il nuovo governatore della Bce. Ricordiamoci che lo spread non è sceso con le riforme di Monti, ma quando Draghi ha detto “whatever it takes”».
Anche lei lo vede a capo di un governo tecnico?
«E’ una persona straordinaria, ma non basta. Se arriva una tempesta ci vuole un Draghi alla Bce. L’Europa è stata fortunata ad averlo durante la crisi. Con un altro come Trichet l’euro non sarebbe sopravvissuto. Dunque speriamo in un successore all’altezza».
mario draghi
MARIO DRAGHI
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MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO BY LUGHINO
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LUIGI ZINGALES
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