DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
1 – PRENDI QUESTO BENSERVITO, ZINGA! – GORI ACCENDE LA MICCIA: "CAMBIAMO IL SEGRETARIO. SERVE UNA NUOVA LEADERSHIP"
2 – PD, PARTE L'OFFENSIVA DEGLI EX RENZIANI IDEA BONACCINI AL POSTO DI ZINGARETTI
Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Non l' aveva fatto nessuno, fino ad ora. Nel Pd, prima di Giorgio Gori, mai nessuno aveva osato dare apertamente voce al malcontento che ormai da un po' serpeggia sul segretario Nicola Zingaretti. Ritenuto da alcuni esponenti dem - in particolare di Base riformista, la corrente ex renziana che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti - troppo esitante e appiattito sull' asse Conte-5S per affrontare le sfide riformiste che attendono il governo nella fase cruciale del post-pandemia.
cristina parodi giorgio goripremio e' giornalismo 2018 11
Sino ad accarezzare l' idea di sostituirlo, magari con Stefano Bonaccini, il governatore emiliano reduce dal trionfo contro la Lega sul fronte Nord.
«Credo che i cambiamenti di cui questo Paese ha bisogno non li producano le piccole formazioni politiche con carattere personalistico, ma servano i grandi partiti popolari », esordisce in mattinata il sindaco di Bergamo.
nicola zingaretti stefano bonaccini
«Il Pd ancora lo è», prosegue, «ma vedo molti limiti nella conduzione dell' attuale Pd e per questo mi piacerebbe più concreto, più coinvolto a promuovere le riforme che servirebbero all' Italia», la stoccata prima dell' affondo. «E questa cosa», conclude Gori, «deve anche trovare una nuova leadership».
La sortita lascia di stucco il Nazareno.
giuseppe conte dario franceschini
A respingerla, dopo un consulto volante con lo stesso Zingaretti, si incarica Dario Franceschini in persona: vero azionista di riferimento sia del Pd sia dell' esecutivo giallorosso.
Preoccupato che aprire adesso una guerra per la successione dentro il partito più solido della maggioranza finirebbe per nuocere tanto all' uno quanto all' altra. Specie alla luce della lotta intestina che sta logorando l' altro socio di governo: il M5S, alle prese con l' opa lanciata da Di Battista.
nicola zingaretti giuseppe conte
«Ho letto questa interessante proposta di Gori secondo cui al Pd serve un leader che sia un amministratore », replica a stretto giro il ministro della Cultura: «Magari un presidente di Regione? Magari di una grande Regione? Magari che non venga nominato ma vinca le primarie con il 70%?» si chiede in modo retorico, tracciando non a caso l' identikit del presidente del Lazio.
E infatti: «Informo volentieri Gori che il segretario con queste caratteristiche l' abbiamo già - taglia corto Franceschini - e che il mandato di Zingaretti scadrà tra tre anni. Quindi porti pazienza e non apra inutili tensioni in un momento di unità nel partito». Della serie: meglio sotterrare l' ascia di guerra, perché un conflitto ora non conviene a nessuno.
Un' entrata a gamba tesa che spiazza i presunti "cospiratori". Obbligandoli a smentire qualsiasi manovra per fugare ogni sospetto. «Sollecitare il partito su alcuni punti di iniziativa politica per imprimere una più marcata direzione riformista non significa mettere in discussione il segretario», spiega Lorenzo Guerini.
LORENZO GUERINI GIUSEPPE CONTE
«Anzi, ne apprezziamo lo sforzo unitario che è importantissimo », insiste il ministro della Difesa: «L' unità del Pd è essenziale in questa fase». Parole utili a gettare acqua sul fuoco, ma non a placare gli Zingaretti boys. Già da tempo intenti a tenere a bada fibrillazioni e malumori interni esplosi nonostante la cooptazione della minoranza in segreteria.
Innescati, secondo i rumors, anche dalle voci su un possibile rimpasto, che vedrebbe il segretario interessato a entrare nel governo in una posizione di forza, a scapito degli attuali ministri e di altri aspiranti tali.
Era stata l' ultima relazione in direzione, una ventina di giorni fa, a evidenziare come sotto la cenere della predicata armonia dem covasse più d' un tizzone. Conclusa dal segretario con l' anatema scagliato contro «quei gruppi che si riuniscono non perché condividano una leadership, ma perché non riescono a produrne una migliore».
Chiaro il messaggio, concordato con i big più vicini: basta tramare alle mie spalle, l' assetto del Pd non cambia. Tant' è che, causa Covid, persino il previsto congresso tematico era stato annullato, trasformato in una più innocua assemblea aperta.
Ma i malpancisti non demordono. «Anche se il dibattito sulle caratteristiche del leader giusto può sembrare prematuro, il Pd deve tornare a discutere su quale linea politica darsi.
Il congresso del 2019 appartiene alla preistoria», attacca il senatore Tommaso Nannicini, invocando un' assise nuova. «Prima possibile», fa eco Francesco Verducci. La prova che il redde rationem è solo rinviato. Segretario Pd Nicola Zingaretti con il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.
NICOLA ZINGARETTI AL TERMOSCANNERNICOLA ZINGARETTI DOPO IL CONTAGIO DA CORONAVIRUS
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