Stefania Piras per il Messaggero
fico di maio
«La situazione impone rigore e prudenza, bisogna stare schisci, dai». Ecco la sintesi del governo del cambiamento vista dall' osservatorio privilegiato di un pentastellato ex ortodosso, con incarichi prestigiosi, del nord, che oggi veste i panni responsabile, del rigorista europeo e a cui ogni tanto riaffiora l' eco lontano delle barricate che furon: «La Merkel? Ben gli sta la crisi». I parlamentari M5S, al netto di chi è diventato viceministro, sottosegretario in questo momento sono i termometri stellati dell' esecutivo.
ROBERTO FICO A POZZALLO
AREA DISAGIO Le reazioni cutanee all' alleanza con la Lega ci sono ma sono al momento dichiarazioni di intenti: compaiono su Facebook, non sono ancora atti parlamentari di sabotaggio perché in realtà sono messaggi in codice ai propri elettori, quelli affezionati, i duri e puri che continuano da anni a frequentare i meetup e si sentono un po' smarriti. C' è una piccola area disagio sulle politiche salviniane: sono venti, al massimo venticinque, se si contano gli scontenti a prescindere che non hanno bisogno di riconoscersi in Fico per registrare attriti.
Hanno numeri risicati se si tiene in considerazione che il capo politico Luigi Di Maio può contare su un consenso coriaceo del gruppo parlamentare: oltre i tre quarti. Nei territori però, la mescolanza gialloverde destabilizza. «Tutto fisiologico, non riusciranno a farci litigare con la Lega», dicono i vertici. «Tutto previsto», dicono invece gli ortodossi che vorrebbero capitalizzare quel malcontento seduti, ora, in posti chiave come le presidenze di commissione che con i nuovi regolamenti assumono un potere, e quindi un peso politico, maggiore.
ROBERTO FICO VERSIONE BOLDRINI
I territori, si diceva. Alla festa provinciale del M5S a Bergamo, in contemporanea e a pochi passi da Pontida, sembra non essere mai cambiato niente: i dibattiti organizzati con l' associazione antimafia Libera, la presentazione del libro-ricerca di Domenico De Masi sponsorizzato dal M5S che ha un' idea del lavoro molto simile agli anni 70 e comunque non aggiornata al contratto di governo Lega-M5S. I big invitati erano tutti molto rassicuranti, al riparo da contaminazioni leghiste: il ministro della Cultura Alberto Bonisoli e Rossano Ercolini, noto ecologista.
fico di maio
A Palermo c' è un altro caso di territorio poco allineato che potrebbe diventare una nuova provincia ortodossa. Il capoluogo già era una roccaforrte di dissidenti, tutti epurati. Chi era vicino ai vertici però, come l' ex candidato sindaco di Palermo, Ugo Forello, non lo è più.
Forello si è completamente dissociato dalla politica dei porti chiusi di Salvini schierandosi contro il collega M5S, il poliziotto Igor Gelarda che ieri ha denunciato di essere vittima insieme a Giancarlo Cancelleri, il principale esponente siciliano del M5S, di una censura da parte del M5S Palermo. Acque agitate, insomma.
ZELO SOSPETTO Armonizzare la linea politica con il 33% pescato in mezzo a elettorati diversissimi tra loro non sarà facile. Per questo un senatore della vecchia guardia avverte: «Saremo leali ma faremo anche il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto». Che vuol dire? Verranno presentate le proposte di legge simbolo della scorsa legislatura. Gli ortodossi in questo stanno dimostrando infatti uno zelo sospetto. «Il parlamento sarà centrale», ripetono i seguaci di Fico come un mantra.
beppe grillo con roberto fico e virginia raggi
«Preparatevi a maggioranze variabili», avverte il senatore in contatto con i comitati più inquieti e che fa riferimento a Lex, e quindi a Rousseau e non al governo.
roberto fico