Niccolò Carratelli per "la Stampa"
pomicino andreotti
Guardare questa crisi con gli occhi della Prima Repubblica e il cuore del vero democristiano è «avvilente». Paolo Cirino Pomicino, cinque legislature da deputato alle spalle, due volte ministro, uomo di fiducia di Giulio Andreotti, fatica a raccapezzarsi: «Siamo in una stagione in cui ognuno fa quello che dovrebbe fare l'altro - spiega - è tutto alla rovescia: la crisi politica l'ha gestita il premier, a cui spettano le dichiarazioni programmatiche, e la parte programmatica la stanno facendo i partiti, che invece dovrebbero affrontare la crisi politica».
I partiti non sono all'altezza della situazione?
«Dimostrano una debolezza assoluta, non sono in grado di affrontare la sfida, arretrano rispetto alle loro funzioni. E non parlo del Movimento 5 stelle, che non è un partito e, per di più, è in dissoluzione. Mi riferisco soprattutto al Pd, che dovrebbe svolgere il ruolo di garanzia per la tenuta del Paese, un tempo affidato alla Dc, e non è in condizione di farlo».
conte zingaretti
Deluso da Zingaretti?
«È una brava persona, ma non ha il "physique du rôle", non ha la capacità di guidare un partito fondamentale per l'attuale assetto politico, in una situazione così complicata».
E Renzi invece?
«Grande talento politico, troppo spesso sciupato a causa della sua antica arroganza. C'è sempre la speranza che migliori, prima o poi».
di maio zingaretti conte
Già che ci siamo, mi dica qualcosa anche su Luigi Di Maio
«Anche lì un po' di talento c'è, ma deve ancora studiare tanto. La verità è che non ci si improvvisa ministri, servono anni di attività legislativa, esperienza sul campo, non basta suonare il campanello da vicepresidente della Camera».
Giuseppe Conte ha le qualità per restare centrale sulla scena politica?
pomicino
«Deve prima decidere chi è. È un uomo del Movimento 5 stelle? Allora si regoli di conseguenza, può continuare a fare politica, magari come leader, anche se ora dovesse essere costretto a lasciare palazzo Chigi. E poi deve capire che non esiste un premier per tutte le stagioni. Con i governi della Dc i presidenti del Consiglio cambiavano, magari uno da palazzo Chigi si spostava in un ministero di peso e lasciava il posto a un altro. Può essere una soluzione anche ora».
NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE
Quindi Conte non più premier ma ministro? Finisce così questa crisi?
«Io credo che si possa andare avanti con questa maggioranza, magari con un premier diverso. Il tema vero è che una crisi ha senso solo se poi c'è un segno di discontinuità: o lo fai nella composizione della maggioranza o lo fai con un cambio del premier. Altrimenti è il caso di riaprire i manicomi, abbiamo solo buttato un mese, abbiamo scherzato. E poi i problemi restano, questa crisi non è dovuta ai capricci di Renzi: lui l'ha solo accelerata, ma nessuno è stato capace di frenarla».
cirino pomicino
E l'ipotesi di Mario Draghi?
«È un grande banchiere, ha sempre svolto un ruolo monocratico, lo ricordo come un ottimo direttore generale del Tesoro, ci incontravamo ogni settimana. Può essere una guida temporanea, utile a consentire un ritorno della politica, ritrovare partiti più di stampo europeo. Ma sa cosa disse Guido Carli a Giulio Andreotti, che gli chiedeva di fare il ministro del Tesoro? "Va bene, ma a patto che i ministri delle Finanze e del Bilancio (all'epoca i ministeri economici erano tre) siano affidati a politici. Il governo dei tecnici o è illusione o è eversione».
Mattarella Draghi
Deciderà Mattarella, almeno di lui si fida sì?
«Certo, è l'unica speranza, se fosse possibile lo terrei lì anche l'anno prossimo. Anche il mandato esplorativo a Fico segue una certa liturgia, è frutto di una saggezza tutta democristiana, necessaria a sciogliere la matassa aggrovigliata da partiti inadeguati».
PAOLO CIRINO POMICINO PAOLO CIRINO POMICINO PAPA GIOVANNI PAOLO II PAOLO CIRINO POMICINO PAOLO CIRINO POMICINO GIULIO ANDREOTTI PAOLO CIRINO POMICINO GIULIO ANDREOTTI PAOLO CIRINO POMICINO PAOLO CIRINO POMICINO DE MITA