Massimo Gramellini per corriere.it
massimo gramellini
Ministro Valditara, la circolare con cui vieta l’uso dei telefoni a scuola durante le lezioni mi ha fatto tenerezza, e non solo perché è identica a quella che emise quindici anni fa il suo predecessore Fioroni. È che non si ferma il vento con le mani (lo disse Seneca, come ho appena letto sul cellulare). Platone proibiva agli studenti di prendere appunti, avendo della scrittura la stessa pessima considerazione che lei ha degli smartphone. Però questo non gli impedì di arrendersi all’evidenza e di mettersi a scrivere (benissimo) anche lui.
Ecco, ministro, sono qui per proporle una resa. Camuffata da ricerca del dialogo, senso di responsabilità e tutte le altre belle cose che si dicono in questi casi per indorare la pillola. Ma che la pillola vada ingurgitata non v’è dubbio: bisogna arrendersi alla realtà, che purtroppo non conosce retromarce. Beniamino Placido sosteneva che quando nel tuo condominio viene installato l’ascensore, è inutile che ti riprometti di continuare a usare le scale: troverai sempre una buona scusa per non farle.
giuseppe valditara
Lo smartphone è come l’ascensore. Possiamo vietarlo ai ragazzi, quando sono gli adulti i primi a farne un uso scriteriato? Meglio trasformarlo in uno strumento di didattica. Se li costringiamo ad accenderlo per seguire la lezione, non potranno più utilizzarlo per scrollare i video di TikTok. Non in contemporanea, almeno. Tranne che si presentino a scuola con due telefoni. Nel qual caso, caro ministro, le toccherà emanare due circolari.
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MASSIMO GRAMELLINI