banch ilva
Riceviamo e pubblichiamo:
Lettera 1
Dago dragoi,
La carta italiana sara' la prima con padri costituenti surrogati.
Aigor
Lettera 2
Caro Dago, Obama ha messo un gay a capo dell'Esercito. Le nuove armi Usa saranno le mutande di pizzo?
Pikappa
Lettera 3
Caro Dago, Italia sotto processo a Strasburgo per l'Ilva di Taranto. Ma a governare la Puglia non era il noto ecologista Nichi Vendola?
Dario Tigor
Lettera 4
DI MAIO FICO GRILLO 1
Caro Dago, Obama ha messo un gay a capo delle Forze armate Usa. Speriamo che non si invaghisca di Al Baghdadi.
Gripp
Lettera 5
Caro Dago, il partito di Grillo è diventato il "Movimento 5 Palle". Una per ogni giorno lavorativo della settimana.
A.Sorri
Lettera 6
Caro Dago, è ingeneroso sostenere che il governo non si occupa più del caso Regeni. Renzi, ad esempio, segue costantemente le mosse del Cairo. Quello che vuole comprare il Corriere della Sera.
centri di accoglienza 9
BarbaPeru
Lettera 7
Caro Dago, in Italia un milione di bambini vive sotto la soglia di povertà assoluta (Istat). Ma a differenza della lobby gay non vota.
Achille Gambini
Lettera 8
Caro Dago, Renzi ottiene flessibilità dalla Ue per aiutare i migranti. Ma saranno gli italiani a doverla pagare l'anno prossimo con l'aumento dell'Iva.
Gildo Cervani
Lettera 9
centri di accoglienza
Caro Dago, la prima cosa che farà Trump se diventa Presidente, sarà distruggere la minchiata di Parigi sul clima. Finalmente uno che non si allinea passivamente!!!
Rob Perini
Lettera 10
Come è ingiusta, la vita. Subisci un attentato, reagisci eroicamente, e poi, nonostante ciò, dopo qualche anno ti esautorano dal ruolo di Direttore di "Libero".
È amaro constatarlo, ma davvero non c'è giustizia, nella vita.
Giuseppe Tubi
Lettera 11
centri di accoglienza 8
Caro Dago, se Trump ha un patrimonio di 10 miliardi di dollari, allora è l'uomo giusto. Lui, a differenza dei coniugi Clinton, non è diventato ricco facendo politica!
N.Caffrey?
Lettera 12
L'Europa s'invita alla campagna per il referendum sulla Costituzione, presunta italiana, e "sgancia" il gettone « flessibilità » di Bilancio.
amandolfo (StC)
Lettera 13
Caro Dago, il terzo incendio doloso nel giro di 7 anni ha danneggiato il centro accoglienza di Lampedusa che ospita 517 migranti. E Renzi ha chiesto flessibilità alla Ue per questa gente qua?
Jack Noto
CARDINALE DOMENICO CALCAGNO
Lettera 14
caro dago
ma se renzi ha giurato sulla costituzione e non sulla bibbia, il cardinale calcagno ex vescovo di savona impegnato in speculazioni edilizie di parcheggi residence etc, ha a sua volta giurato sul catasto?
elledi61
Lettera 15
Caro Dago, non è necessario che sia accompagnato da comportamenti violenti. Il "saluto romano" - lo stabilisce la Cassazione confermando la condanna per 7 tifosi - costituisce sempre un gesto che rimanda a valori politici di discriminazione razziale e intolleranza. E infatti i black bloc mostrano il "pugno chiuso", che rimanda a valori politici di pace, armonia e tolleranza.
Matt Degani
RENZI JUNCKER
Lettera 16
Caro Dago, Renzi si pavoneggia con la flessibilità concessa dalla Ue. Ma quei soldi non andranno certo alle famiglie povere. Verranno usati per regali elettorali e assistenza migranti, che appena l'avranno saputo si saranno messi in viaggio.
Lino V.
Lettera 17
Caro Dago, l'ultima girafrittata di Renzi, ora sulla personalizzazione del referendum costituzionale, che il Presidente del Consiglio attribuisce sorprendentemente alle opposizioni (mentendo sapendo di mentire) ha uno scopo evidentissimo quanto....occulto. L'argomento, lentamente ma inesorabilmente introdotto nell'agone dialettico, gli servirà come salvagente in caso di sconfitta. Userebbe l'argomentazione per mantenere con le unghie e con i denti la Poltrona già a suo tempo "conquistata" in modo diciamo eufemisticamente...disinvolto.
CARDINAL BERTONE
SDM
Lettera 18
Caro Dago,
Dopo l'appello del Papa ai vescovi e preti affinché "stiano alla larga da ricchezza e vanità"; qualcuno a parlato di giganteschi ingorghi di Tir nelle strade dove abitano i vari Bertone, Piacenza, Sandri, ecc, tutti impegnati a lasciare le loro principesche dimore per trasferirsi in più consoni bilocali (sara vero?).
FB
Lettera 19
Caro Dago, dopo i tedeschi di Volkswagen, i giapponesi di Suzuki e Mitsubishi. Piano piano si scoprirà che mentre Capi di Stato e di Governo idioti si riunivano a Parigi per programmare le temperature per tutto il secolo, i produttori di automobili di tutto il pianeta li facevano fessi inquinando a gogo da decenni grazie ai falsi test sulle immissioni dei gas di scarico.
Piero Nuzzo
FRANCIA CAOS JOBS ACT
Lettera 20
Caro Dago, ridotti gli incentivi il "Jobs Act" va a rotoli. Dati Inps. I posti stabili dei primi tre mesi del 2016, +51.087, sono peggiori non solo del 2015, +224.929, ma addirittura del 2014, +87.034, quando ancora il "Jobs Act" non poteva far danni: perché non c'era!!!
Giacomo Francescatti
Lettera 21
C'erano un comunista, un grillino, un Salvini e Razzi che dovevano incontrare Kim Jong-un. E già fa ridere abbastanza così. Dopo è arrivato pure Donald Trump.
Tiziano Longhi
Lettera 22
Caro Dago, tolto il trucco (incentivi) non si bara più. Le assunzioni stabili dei primi 3 mesi 2016, secondo i dati Inps, sono calate rispetto al 2015 del 77%!!! Da 224 mila a 51 mila. Ma l'Italia non era ripartita?
Eli Crunch
Lettera 23
HOLLANDE
Caro Dago, in Francia Hollande tenta una riforma del lavoro. Ma i disoccupati ne hanno già trovato uno: mobilitarsi contro di lui.
Franz Tissot
Lettera 24
Caro Direttore,
la polemica politica è legittima ma, soprattutto quando vengono citati leader, da tempo scomparsi, come Giacomo Mancini, sarebbe auspicabile che gli organi di informazione riferissero, con equilibrio e aderenza alla realtà, vicende, peraltro non remote, e il ruolo dei protagonisti chiamati in causa.
Giacomo Mancini (1916-2002) era il figlio di Pietro Mancini, primo deputato socialista, nel 1921, della Calabria, che fu spedito al confino dallo spietato dittatore fascista, Mussolini ; poi ministro nei governi di Badoglio e Bonomi, Prefetto di Cosenza, dopo la Liberazione, e Padre Costituente
Da segretario del PSI, Giacomo Mancini fu oggetto di una delle più violente e diffamatorie campagne della stampa fascista, finanziata- come hanno documentato Eugenio Scalfari e Giuseppe Turani, nel libro "Razza Padrona"-dai grandi gruppi economici, pubblici e privati, che non gradirono, eufemismo, la linea di autonomia del leader calabrese, nei confronti della DC, del PCI e dei "poteri forti", e contribuirono alla sua estromissione, nel 1972, dal vertice socialista.
Nel corso della violenta e sanguinosa rivolta di Reggio Calabria, Mancini fu indicato dai "boia chi molla !" missini, guidati da Ciccio Franco, e dai finanziatori-in primis, l'armatore fascista Matacena, padre dell'ex deputato di Forza Italia- come il "nemico numero uno" della città e la sua effigie fu impiccata in piazza.
Nel 1993, dopo la triste fine del suo partito- al cui interno era stato l'unico oppositore di Bettino Craxi- Mancini non vinse le elezioni, a Cosenza, "alleandosi con il Msi", come ha scritto, ieri, la vostra inviata, signorina Conchita Sannino.
L'ex "ministro del fare e non delle chiacchiere" si rivolse, direttamente, ai cosentini, formando una sua lista civica, "Cosenza Domani", e superando, nettamente, al primo turno, i candidati del notabilato locale e degli agonizzanti partiti nazionali.
In vista del secondo turno, il candidato a Sindaco accettò, senza contrattare nulla, il sostegno di "Lista per Cosenza", nella quale erano presenti alcuni giovani, che in passato avevano fatto politica, su posizioni opposte a quelle di Fini, nel "Fronte della Gioventù" e poi ne erano usciti, in polemica con i dirigenti.
In pratica, a Cosenza, grazie all'intuizione dell'ex ministro, anticipatrice dei futuri sviluppi a livello nazionale, si apri' una nuova fase politica, dopo la triste fine dei vecchi partiti-spazati via da Tangentopoli e dagli errori politici- qualche mese prima dello "sdoganamento", operato da Berlusconi, nei confronti del MSI di Fini.
Dalla storia all'attualità. Ho ringraziato Carlo Guccione (PD), Candidato a Sindaco di Cosenza, per aver sottolineato il programma di Giacomo Mancini, nel 1993 : un patto non di potere e di spartizione delle poltrone, ma un appello ai cittadini, fuori dai colori e dalle appartenenze politiche, per contribuire a risollevare dalla crisi, politica e morale, la nostra città. Che, oltre al "Leone socialista", in passato, è stata rappresentata, nel governo e in Parlamento, da autorevoli personalità come il comunista Fausto Gullo e il dc Riccardo Misasi.
La ringrazio, Caro Direttore, e Le invio un cordiale saluto.
Pietro Mancini
Presidente "Fondazione Giacomo Mancini".
La precisazione inviata a "La Repubblica" che, "correttamente", Calabresi Mario non ha stampato...