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La proposta è quella di un museo, il primo in Italia, dedicato alla storia dell'omosessualità, «per colmare una lacuna, per combattere discriminazioni e pregiudizi, per favorire la conoscenza e far conoscere battaglie di civiltà spesso dimenticate o non note alle nuove generazioni e per consolidare la fama di Torino come Capitale dei Diritti».
stefano lo russo e chiara appendino al gay pride di torino nel 2016
In attesa di un incontro congiunto con Comune e Regione per discutere del progetto, è stato costituito il «Comitato promotore per il Museo dell'Omosessualità a Torino», idea lanciata nel mese di ottobre da Angelo Pezzana e Maurizio Gelatti, presidente e co-presidente della Fondazione Sandro Penna - FUORI!, che avevano scritto una lettera in merito al presidente Alberto Cirio e al sindaco Stefano Lo Russo.
Al Comitato promotore, oltre a Pezzana e Gelatti, hanno aderito numerose personalità del mondo della cultura, della politica e dell'imprenditoria, a cominciare dall'ex sindaca Chiara Appendino e dal suo assessore ai Diritti Marco Giusta, nuovo coordinatore del Torino Pride. Fra i vari nomi quelli di Guido Accornero e Nicola Lagioia, rispettivamente fondatore e direttore del Salone del Libro di Torino, il critico d'arte Luca Beatrice, Giulio Biino e Elena Loewenthal, presidente e direttrice del Circolo dei Lettori, e Alessandro Bollo, direttore del Polo del '900.
E, ancora, la senatrice Monica Cirinnà, il direttore del Tff Stefano Francia di Celle e le direttrici attuale e precedente del Lovers Film Festival, Vladimir Luxuria e Irene Dionisio. Hanno aderito anche Fulvio Gianaria, presidente Ogr-Crt, Ugo Nespolo, Antonio Pizzo, docente, fra i promotori della cattedra di Storia dell'Omosessualità all'Università di Torino, e Paolo Verri, ex direttore del Comitato Italia 150 e fautore della candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura.
Anche la Lega favorevole
«Sono assolutamente favorevole alla nascita di un museo che racconti la lotta per i diritti della comunità Lgbt. Certe tematiche che hanno a che fare con l’affermazione delle identità personali vanno intese come appannaggio di chiunque creda nella libertà e nell’autodeterminazione e non sono solo argomenti retorici da lasciare in mano, come clave, a determinate parti politiche - afferma l’assessore regionale alle Politiche Giovanili Fabrizio Ricca -. Ci sono ancora troppi Paesi nel mondo in cui le preferenze sessuali diventano motivo di persecuzione, questo è un dato intollerabile che dobbiamo combattere con dialogo e cultura».
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