RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Silvia Morosi per il “Corriere della Sera”
No, non è una semplice impressione. La stagione estiva quest' anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso, è iniziata con molte più zanzare. «Abbiamo registrato un picco già a metà maggio, dovuto alle temperature calde che agevolano la riproduzione di questi insetti. Ora, dopo una breve pausa dovuta al clima di fine giugno, c'è stato un nuovo aumento importante, soprattutto nelle zone umide», spiega Claudio Venturelli, entomologo specializzato nello studio di questi animali.
«Difficile calcolare quante siano, se non contando le uova: in una città come Milano, ad esempio, si può arrivare in un periodo di picco come questo ad averne un paio di milioni». Un aiuto arriva da Meteo Zanzare, sviluppato nel 2005 da Vape Foundation , in collaborazione con Venturelli e con l'Istituto di Biometereologia del Cnr di Firenze.
«Il sistema informa i cittadini sulla presenza di zanzare con dati aggiornati ogni settimana per le diverse province e si basa su un modello matematico che incrocia l'andamento stagionale e climatico con le attività e il ciclo biologico delle diverse specie». Nel bollettino di inizio luglio - per citare l'ultimo - la crescita di popolazione di zanzare stimata in Lombardia è del 27 per cento, in Campania del 50.
Come si capisce, però, quando c'è una presenza sopra la media?
«Esiste un metodo scientifico - chiarisce - basato sull'esposizione di un braccio nudo per 15 minuti. Se in questo lasso di tempo superiamo una soglia di dieci esemplari che ci pungono (sono solo le femmine a succhiare il sangue ricco di proteine per lo sviluppo delle uova, e non i maschi, ndr ), allora possiamo affermare che il loro numero è considerevole. Un test che, in termini più "popolari", può essere ripetuto in giardino».
Quando, poi, parliamo di un generico aumento «ci riferiamo soprattutto alla zanzara tigre (Aedes albopictus ), la più molesta, che punge soprattutto nelle ore più fresche della giornata. A differenza di quella di risaia ( Aedes caspius ) o della Culex , che di notte ci ronza nelle orecchie. È bene ricordare, però, che le specie in Italia sono una settantina circa», ricorda lo «zanzarologo», autore del libro Questione di culex (con Marina Marazza, De Agostini) e del giallo L'innocenza della zanzara (con Raniero Bastianelli, InEdit).
Se il mix temperature calde e acqua è la condizione necessaria perché le uova si schiudano, esistono metodi naturali per contrastare l'aumento esponenziale delle zanzare: «A differenza degli insetticidi, che costano, hanno una scadenza nella loro efficacia e immettono nell'aria sostanze nocive, bastano piccole e accortezze per impedire la nascita di focolai in aree domestiche».
Qualche esempio? «Evitiamo l'uso di contenitori che raccolgono acqua stagnante; svuotiamo e asciughiamo sottovasi, annaffiatoi e piscinette dei bambini. Senza dimenticare le zanzariere». Sfatiamo, però, un falso mito. «All'inizio dell'epidemia c'era la paura che la zanzara tigre fosse un vettore di trasmissione del Covid-19, come nel caso di Dengue e Zika. Proprio per questo non è mancata la tradizionale disinfestazione da parte di comuni e amministratori, in alcuni casi anche in anticipo».
Un ruolo importante ha avuto anche il comportamento umano nella gestione ambientale: «Negli ultimi anni le zanzare sono comparse in zone dove negli anni '80 non erano presenti. Questo, perché, ad esempio, nelle zone di pianura è stato introdotto il sistema delle risaie "in asciutta"», chiarisce Diego Fontaneto, entomologo del Cnr. «Togliendo l'acqua per un breve periodo, e poi rimettendola, le larve si riproducono lo stesso. Le risaie sono chimicamente più pulite senza diserbanti, ma quelli che non riescono a riprodursi sono predatori delle zanzare come libellule e girini, le future rane adulte». Insomma, «meglio tenersi buoni pipistrelli e predatori per avere meno zanzare e sopportarle meglio».
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