Matteo Bassetti 1
1 – CORONAVIRUS, L'INFETTIVOLOGO BASSETTI: «IN SPIAGGIA BASTA LA DISTANZA E IN MARE NON CI SI INFETTA»
Estratto dell’articolo di Claudio Strati per www.ilmessaggero.it
«Attenzione ai nostri politici e governanti, a volte si fanno prendere la mano e pensano di fare il nostro mestiere. Lo lascino fare ai medici e ai tecnici, e loro prendano le decisioni politiche». E’ molto preciso e immediato Matteo Bassetti, per nove anni direttore della clinica di malattie infettive dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine, e ora da pochi mesi nuovo direttore dell’Unità operativa della clinica malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova.
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IL BAGNO IN MARE
il professor matteo bassetti
E quando si va a fare il bagno, il virus può attaccarci? Acqua, correnti e distanze come interagiscono? «Succede come con ogni altro microrganismo – ha risposto Bassetti -, in acqua il virus, è evidente, non potrà avere una quantità di forza infettante, non c’è problema. Vale il discorso di una goccia nel mare, anche se uno lo elimina in acqua, il mare è così grande che non ci saranno problemi di infettarsi, e ciò è valido non solo per il coronavirus ma anche per ogni altro tipo di virus».
2 – IL MARE A NUMERO CHIUSO STOP ALLE AREE GIOCHI
Alessandro Trocino e Claudia Voltattorni per il “Corriere della Sera”
SPIAGGIA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS - IL PROGETTO
ROMA Senza stranieri, pochi ombrelloni, grandi spazi, molte famiglie. Con capanni e ristoranti quasi privati. Pochi giochi per bambini, molta tecnologia. Si tornerà in spiaggia nell' estate 2020 del coronavirus, ma bagni e chalet (come li chiamano sull' Adriatico) saranno molto diversi da come li abbiamo lasciati.
Non potendo girare per mete esotiche, gli italiani si riverseranno sulle spiagge di casa.
Ma Maurizio Rustignoli, presidente della Fiba, federazione dei balneari Confesercenti, stima un calo delle presenze del 40%. Che però non si tradurrà in tanta disponibilità visto il drastico calo di ombrelloni, causa distanziamento. E di un altro fenomeno, che racconta Marco Grespigna, dello stabilimento Cala Loca di Varazze: «Molti non apriranno, perché non ce la fanno economicamente». Molte concessioni scadranno a fine dicembre e senza proroga (chiesta da tutta la categoria) le banche non concederanno prestiti.
distanziamento tra ombrelloni in spiaggia anti coronavirus
Quanto ai soldi in arrivo, spiega Grespigna: «Nell' ottobre 2018, il mio stabilimento fu spazzato dalla mareggiata. Erano previsti fondi urgenti, mai visto un euro. Perciò non sono fiducioso del Cura Italia». L' associazione Unionmare Veneto, spiagge da Jesolo a Rosolina passando per il Lido di Venezia, ha appena firmato un documento di 18 regole: «Ombrelloni a distanza di 4 metri e prenotazioni obbligatorie online. Aspettiamo solo il via libera del governo - dice il presidente, Alessandro Berton -. Andiamo in spiaggia anche più tardi ma andiamoci, qui si tratta di proteggere 25 mila posti di lavoro». Ma l' incertezza della crisi economica spingerà molti a risparmiare e ad abbreviare, se non a cancellare, le vacanze.
distanziamento tra ombrelloni in spiaggia anti coronavirus
Oltre alla prenotazione obbligatoria, alcuni Comuni e alcune isole pensano al numero chiuso. A Roma si lavora ad accessi scaglionati sulla spiaggia da Ostia a Torvajanica.
Per disincentivare contatti troppo ravvicinati negli stabilimenti, spariranno i campi sportivi e pure le aree gioco per i bambini. Tempi duri anche per biliardino e bocce.
«Noi chiuderemo i nostri tre campi di beach volley e tennis - spiega Gino Saporetti, di Sabaudia -. Forse potremo ancora fare la scuola di surf».
distanziamento tra ombrelloni in spiaggia anti coronavirus
Potrebbero scamparla i racchettoni. Molte Regioni ipotizzano uno spazio di 10 metri quadrati intorno all' ombrellone, al massimo due lettini e una sdraio. Tre persone dunque, a meno di deroghe per gruppi familiari. Chi controllerà? «Non possiamo certo fare controlli di polizia né usare droni - spiega Rustignoli -. La spiaggia deve essere un luogo di divertimento, ci si affiderà al senso di responsabilità delle persone». Saporetti pensa a un sistema diverso: «Quattro metri tra un ombrellone e l' altro, cinque tra una fila e l' altra».
ipotesi di adattamento della spiaggia al coronavirus 4
Gli ombrelloni saranno la nostra seconda casa, con servizi a domicilio, come prevede il progetto romagnolo «Rimini Open Space»: food delivery e divertimenti. Ma sono in molti in tutta Italia a lavorare per consegnare cibo e aperitivi a bordo lettino. Anche perché negli spazi comuni ci sarà sempre l' obbligo della mascherina. Tra le numerose ipotesi di questi giorni, unanime la bocciatura da parte degli addetti ai lavori di box o cupole in plexiglas sulla spiaggia: «Torniamo alla salubrità della vacanza al mare, aria e sole».
ipotesi di adattamento della spiaggia al coronavirus
Acqua e sabbia, dicono gli esperti, non sono veicoli di contagio. Ma lettini e sdraio andranno sanificati a ogni cambio persona. Si ipotizzano tunnel igienizzanti ed erogatori lungo le pedane, per spruzzare disinfettanti a base di ozono. A Caorle è in arrivo il covid detector , una colonnina con termoscanner per misurare la febbre e disinfettare mani e piedi. Fondamentale sarà il ruolo del bagnino, sorta di steward che dovrà informare e orientare.
Viste le difficoltà, tanti chiedono un allungamento della stagione. Per Rustignoli, «l' ideale sarebbe spostare l' inizio delle scuole ai primi di ottobre». Mentre Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, incalza il governo: «Il ministro Franceschini ci riceva, nessuno ci ha contattato finora, ma qui c' è un settore che fino a ieri rappresentava il 13% del Pil». Poi sorride: «Domani faremo meglio, noi saremo la miccia che farà ripartire l' economia del Paese».
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