Marco Conti per “il Messaggero”
alfonso bonafede.
Niente da fare. Ancora un tentativo fallito. Sulla giustizia il M5S resta lontano anni luce dal resto della maggioranza. Reduce dal vertice di Berlino sull'Africa, il presidente del Consiglio ha messo ieri notte intorno ad un tavolo le delegazioni dei partiti di maggioranza. Da un lato il Pd, Leu e IV, dall'altro i ministri Bonafede e Fraccaro. Al centro il nodo della durata dei processi che dal primo gennaio diventeranno senza fine dopo la norma - inserita un anno fa nella Spazzacorrotti - che di fatto annulla i termini della prescrizione.
ALFONSO BONAFEDE NEGLI ANNI '90 QUANDO FACEVA IL DJ ALL'EXTASY
LO SFREGIO
Una legge votata dalla precedente maggioranza a trazione M5S-Lega. Con Salvini che si è pentito il giorno dopo l'approvazione in Parlamento, mentre il Guardasigilli continua a difenderla a spada tratta e resiste anche a subordinare la sua entrata in vigore al varo della riforma del processo penale. Ora che la maggioranza è cambiata e nel M5S regna il caos, Pd e IV che minacciano di votare l'emendamento soppressivo presentato dal parlamentare di FI Enrico Costa, che andrà in aula a metà dicembre.
enrico costa
Il M5S considera la minaccia dei Dem uno sfregio insopportabile in grado di mettere in discussione la tenuta della maggioranza. Ma anche i Dem non scherzano e alla riunione di ieri hanno mandato Andrea Giorgis, Michele Bordo e Alfredo Bazoli. Per IV Maria Elena Boschi, Lucia Annibali e Giuseppe Cucca, mentre Leu era rappresentato da Pietro Grasso.
bonafede
«C'è il via libera sul processo civile, mentre si continua ad approfondire la parte sul penale, sull'elezione del Csm e sulla riforma ordinamentale», spiega Grasso al termine dell'incontro. Ancor più esplicito Giorgis secondo il quale «non c'è soluzione condivisa e il confronto deve andare avanti». Ennesima fumata nera, quindi, con il ministro Bonafede che si consola con la riforma del processo civile che potrebbe andare in Consiglio dei ministri «forse già la prossima settimana».
ALFONSO BONAFEDE E FABIANA DADONE
Sul resto, ovvero sulla parte più rilevante oggetto della discussione interna alla maggioranza, è invece ancora buio pesto. Ieri sera il Guardasigilli, per andare incontro al Pd, ha proposto «una corsia preferenziale per gli assolti in primo grado. Ovvero una sorta di corsia preferenziale e la promessa di indennizzi rapidi se il processo sfora i tempi. Due argomenti che però non convincono gli alleati.
lorenzo guerini alfonso bonafede
mara carfagna alfonso bonafede 2
Visto che il M5S non vuol toccare la prescrizione nè rinviarla a dopo la riforma del processo penale, il Pd alla riunione è arrivato proponendo invece una sorta di prescrizione processuale. Ovvero, visto che la prescrizione è stata abolita nel primo grado e i tempi si dilatano, il Pd chiede che vengano fissati per l'appello e la Cassazione tempi certi entro i quali si debbano concludere i due successivi gradi di giudizio: due anni per la sentenza d'appello e uno per la Cassazione. Sui tempi i Dem sono disposti a trattare, ma sul principio della «ragionevole durata dei processi, inserito anche in Costituzione, non intendono mollare.
ALFONSO BONAFEDE VIRGINIA RAGGI
IL TESTO
Alfonso Bonafede 1
Il problema per il Pd è che ieri l'azzurro Costa ha ricordato che la riforma elaborata dai Dem molto somiglia quella a suo tempo presentata da FI e, tanto per sporcare ancor più l'elaborazione dei Dem, l'ha chiamata «processo breve» e ha inviato il testo al presidente del Consiglio e al ministro Bonafede.
Non occorre sottolineare come l'iniziativa di Costa renda ancor più complicata l'intesa nella maggioranza su un testo e, soprattutto, fa aumentare la pressione sul ministro della Giustizia al quale potrebbe essere chiesto di rinviare di quattro-sei mesi l'entrata in vigore della norma che ha azzerato la prescrizione.
ALFONSO BONAFEDE CON LA DIVISA DELLA POLIZIA PENITENZIARIA alfonso bonafede virginia raggi alfonso bonafede alfonso bonafede giulia bongiorno 1