Estratto dell'articolo di Paolo Brera per "la Repubblica"
AFGHANISTAN - ATTENTATO A JALALABAD
[…] «Via subito da qui, l'Isis ci sta attaccando di nuovo». Corriamo via con il fiato in gola. Nel mondo capovolto di Jalalabad, a una settantina di chilometri dal confine pachistano, i talebani sono i buoni che ci proteggono dal male. Da quattro giorni Jalalabad è sotto attacco. È proprio qui che dopo la nascita del nuovo regime di Kabul i miliziani dell'Isis-K hanno ripreso a colpire i governativi talebani con ordigni artigianali controllati a distanza: è la stessa tecnica che i talebani utilizzavano quando il governo era appoggiato dalla coalizione internazionale, ma stavolta loro sono le vittime.
AFGHANISTAN - ATTENTATO A JALALABAD
Da quando hanno preso il potere, il 17 agosto, hanno liberato le strade dalle barriere di cemento e dai posti di blocco sostituendoli con check point leggeri, rivendicando la sicurezza ritrovata come un mantra di buon governo. Ma ecco Jalalabad. Da quattro giorni, qui l'Isis attacca e uccide. […] Gli allarmi per attacchi dell'Isis si moltiplicano, solo ieri le forze speciali hanno disinnescato tre ordigni a controllo remoto prima che facessero altre stragi. Il quarto ha ucciso i due talebani a Farma Hada, nella sesta zona della città, accanto a un magazzino del World Food Programme nella prima periferia. «Abbiamo tutti la sensazione nitida che qui a Jalalabad sia iniziata la grande guerra tra l'Isis e i talebani», dice Atal Stanikzai, 27 anni, direttore di Radio Hamisha Bahr.
AFGHANISTAN - ATTENTATO A JALALABAD
«In questa provincia, in Nangarhar, abbiamo 21 gruppi terroristici attivi. Alcuni distretti non sono mai stati controllati dal governo centrale, sono terreno libero per gli insorgenti. La situazione in città è pessima, la gente è terrorizzata ed è convinta che l'Isis-K sia una forza di destabilizzazione finanziata dai Paesi confinanti, dall'Iran e dal Pakistan, dalla Cina e dall'Arabia». […]
«È il caos. Isis e talebani si combattono da anni - dice il 32enne Farid Ahmad Asteqlal - ma ora l'Isis ha lanciato l'attacco diretto. Bombe, spari, ogni giorno è peggio: è evidente che è iniziata la guerra. Ma la gente non vuole gli uni né gli altri: vuole pace, lavoro e denaro per vivere».
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