BOSCHI SCALFAROTTO PRIMA DELLA SCALA
MARIA ELENA BOSCHI
Da www.liberoquotidiano.it
Alla prima della Scala non poteva mancare Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Italia Viva, la forza di Matteo Renzi. Le prima foto della fu sottosegretaria viaggiano sui social, dove è stato rilanciato anche lo scatto che potete vedere qui sotto. Ecco la Boschi, seduta al fianco di Ivan Scalfarotto, anche lui ex Pd approdato in Italia Viva. Ma gli occhi sono tutti per l'ex ministro delle Riforme, che si è presentata al prestigioso appuntamento con un elegantissimo vestito nero, connotato da una profondissima scollatura. Ma non solo: per l'occasione la Boschi sfoggia anche dei capelli insolitamente piatti e raccolti, in un mix davvero centrato. Semplicemente bellissima.
D’AGOSTINO
Da www.liberoquotidiano.it
Non finisce mai di stupire, Roberto D'Agostino, il celebre ed istrionico giornalista e padre di Dagospia. Anche lui, infatti, figurava tra gli invitati alla Prima della Scala, dove è andata in scena la Tosca di Giacomo Puccini (presente anche Sergio Mattarella, al quale la platea ha tributato un applauso durato quattro minuti). Dago, infatti, si è presentato al teatro vestito a modo suo, in barbara al severissimo dress-code che prevede una manifestazione quale la Prima. Al di là dei consueti occhiali da sole blu sfumato, D'Agostino indossava camicia e giacca nere, oltre a una cravatta altrettanto nera impreziosita da caratteri orientali. Ma la sorpresa più grande sono stati i pantaloni, i quali di fatto non c'erano: per Dago un gonnellone nero con altrettanti caratteri orientali, oltre a un peculiare paio di scarpe nere.
DAGO PRIMA DELLA SCALA
PRIMA DELLA SCALA
patti smith prima alla scala tosca
Il pubblico della Prima della Scala, così come avvenne lo scorso anno, ha tributato una vera e propria ovazione al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al suo ingresso, con la figlia Laura, nel palco d’onore. Alla fine dell’applauso durato circa quattro minuti, come di consueto, con la sala del Piermarini illuminata e il sipario chiuso, l’orchestra diretta dal maestro Riccardo Chailly ha intonato l’inno di Mameli. Tra i primi ospiti ad arrivare la rockstar americana Patti Smith, accompagnata dalla figlia Jessie. «Le persone hanno il potere specialmente in Italia. Le Sardine hanno il potere», ha detto la cantautrice 72enne entrando nel foyer. Gli applausi di alcuni cittadini hanno salutato anche l’arrivo della senatrice a vita Liliana Segre.
La protesta dei centri sociali contro i bombardamenti turchi in Siria, quella dei lavoratori Auchan contro i 6200 esuberi e l’immancabile presidio della Cub. L’altra piazza della «Prima» del 7 dicembre 2019 prende di mira soprattutto le politiche del lavoro del governo Conte, le polemiche su razzismo e accoglienza dei migranti in Europa e la guerra in Siria. Ma il rito della protesta si conferma anche quest’anno sempre più stanco e meno sentito. Soprattutto da milanesi e turisti che incuranti continuano lo shopping. Una quarantina i militanti dei centri sociali in piazza, striscioni, cori e fumogeni, ma niente di più. Intorno, oltre le transenne che dividono la piazza, una folta presenza di uomini e donne di polizia, carabinieri, guardia di Finanza e polizia locale.
patti smith prima alla scala tosca
I primi ad accendere la musica, da Gaber a Rino Gaetano, fino a Bella ciao (intervallati da qualche «commercialata» dance), sono stati i sindacalisti della Confederazione unitaria di base. Davanti a Palazzo Marino sono state distese tute bianche sporche di vernice rossa a simulare la «strage dei morti sul lavoro»: «Oltre 900 da inizio dell’anno — hanno spiegato i sindacalisti —. Su questi morti non ci sono i riflettori della Prima». Sotto al Municipio, dove ancora è esposto lo striscione giallo «Verità per Giulio Regeni», intorno alle 17 sono arrivati anche gli attivisti del «Cantiere». I militanti sono arrivati dalla Galleria esponendo un grande striscione: «La guerra alla Rojava continua, non calate il sipario». In piazza sono stati accesi fumogeni rossi, gialli e verdi e inscenato un flash mob sui bombardamenti in Siria e contro le politiche del premier turco Erdogan. Il «dispositivo» di sicurezza adottato dal questore Sergio Bracco, infatti, ha previsto uno spiegamento di uomini e mezzi imponente come impone la presenza del presidente della Repubblica Mattarella, del presidente del Senato Casellati e del ministro dell’Interno Lamorgese. Accessi a piazza Scala chiusi con polizia e transenne: si passa solo con il biglietto per la Tosca o con il pass previsto per tecnici, forze di polizia, mezzi di soccorso e operatori della comunicazione.
vittoria puccini prima alla scala tosca
A coordinare il tutto, insieme al questore Bracco, anche il prefetto Renato Saccone. Anche se la Questura ancora non fornisce, per evidenti ragioni numeri ufficiali, sono oltre 600 gli agenti impegnati per garantire la sicurezza della Prima 2019. Rispetto al recente passato è meno forte il timore di attentati terroristici di natura islamica, anche a causa dello sfaldamento del Califfato di al Baghdadi (ucciso in un raid a ottobre). Tuttavia, resta alta l’attenzione per gesti, anche solo dimostrativi, dei cosiddetti «lupi solitari» o personaggi autoradicalizzati in cerca di visibilità. Il recente attacco del London bridge (due morti più l’uccisione dell’attentatore), peraltro, ha riportato l’attenzione proprio su gesti isolati compiuti in mezzo alla folla anche soltanto usando forbici o un coltello. Per questo in piazza ci saranno anche gli esperti dell’Antiterrorismo di Digos, Ros e Nucleo informativo dei carabinieri. Con loro, e a disposizione per ogni evenienza, anche tiratori scelti, artificieri e personale di Uopi e Api, le unità operative antiterrorismo di polizia e carabinieri nate dopo gli attentati di Parigi per sostenere scontri a fuoco contro commandi armati di fucili automatici.
dolce&gabbana prima alla scala tosca
Meno preoccupazione desta invece il fronte dell’eversione interna nel periodo della ricorrenza del 50esimo anniversario della strage di piazza Fontana. Il movimento anarchico informale, in passato autore di azioni dinamitarde contro obiettivi militari o statali, è stato colpito da arresti ed operazioni di polizia. E mai ha preso di mira eventi di piazza come la Prima della Scala. Sul fronte opposto, quello di estrema destra, il livello di attenzione è molto alto, ma le azioni eversive si sono limitate in questi anni a gesti dimostrativi o contro obiettivi ebraici o politici.
Però l’occasione della Prima potrebbe sempre offrire un palcoscenico internazionale importante per chi cerca qualsiasi forma di visibilità. Le uniche contestazioni però sono arrivate da Cub e Centri sociali. Tutto ampiamente previsto e nessun incidente con le forze dell’ordine. Ma solo fuochi d’artificio all’inizio della Tosca di Puccini.
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