PIETRO PACCIANI
Franca Selvatici per la Repubblica - 14 gennaio 1997
"Avevo rapporti sessuali con Pietro Pacciani. Ero nelle sue mani. Per questo poteva ricattarmi". Parole di Giancarlo Lotti, il "pentito" dell' inchiesta bis sui delitti del mostro, il muratore di San Casciano Val di Pesa soprannominato Katanga e considerato lo scemo del villaggio. E' una nuova bomba nell' indagine, che di bombe ne ha già viste tante. Questa è arrivata il 23 dicembre, antivigilia di Natale. Giancarlo Lotti aveva appena finito di ricostruire a Giogoli l' agguato contro i giovani turisti tedeschi che furono uccisi il 9 settembre 1983 nel loro camper. Quel giorno Lotti aveva per la prima volta impugnato la Beretta calibro 22, l' arma del mostro, e aveva fatto fuoco.
"Me l' ordinò il Pacciani", mormorava durante il sopralluogo Lotti, che già aveva ammesso di aver fatto il palo in altri tre duplici omicidi. Ma perché si era cacciato in quell' intreccio di orrori? Perché si era legato mani e piedi a Pietro Pacciani, a Mario Vanni, alle loro aberrazioni? E perché aveva ostinatamente conservato il segreto per più di dieci anni? Questo si chiedevano e gli chiedevano il Pm Paolo Canessa e il capo della squadra mobile Michele Giuttari. Quel 23 dicembre, inaspettatamente, il taciturno Lotti si cavò dallo stomaco il suo rospo: "Avevo rapporti sessuali con Pacciani fin dall' inizio degli anni '80. Dovevo sottostare ai suoi ordini, dovevo fare quello che lui voleva".
GIANCARLO LOTTI
Per l' accusa questa ammissione di Giancarlo Lotti, sputata fuori fra mille vergogne, è un nuovo tassello nel mosaico delle prove raccolte contro la "banda dei mostri". Una consulenza psicologica a cui il muratore era stato sottoposto prima di queste sue ultime rivelazioni era giunta a una conclusione che le avvalorerebbe: sebbene abbia rapporti con le donne, Lotti sarebbe fondamentalmente omosessuale. Ma questo ennesimo colpo di scena indigna Carmelo Lavorino, il coordinatore del pool difensivo che assiste Pacciani.
Secondo lui, "Lotti è un signore altamente suggestionato e suggestionabile, che parla a rate e propone rivelazioni contraddittorie. Tutto fa presupporre che dietro a lui possa esserci un suggeritore". Lavorino teme che sia in corso un' operazione "per isolare nuovamente Pacciani e farlo schifare dall' opinione pubblica, così come accadde in passato con la questione delle violenze alle figlie".
GIANCARLO LOTTI
Lui, Pacciani, è inorridito e furibondo. "Ma chi lo conosce, questa m...?", urla al telefono dalla sua casetta di Mercatale. "Che vo insieme a quella gente lì? Un lo vede, ha 50 anni e un ha una moglie, gli è un finocchio, quello non è una persona normale. Brutto infame, lo chiapperei per il collo e gli staccherei la testa. Che Dio lo bruci prima di domani". Già il 2 gennaio, quando si diffuse la notizia che Lotti aveva confessato di aver fatto fuoco, Pacciani reagì con un' esplosione di imprecazioni e di insulti.
"Questi sono finocchiacci che girano e vanno a fare i' male". Pacciani, che ha sempre voluto sottolineare la sua "normalità" sessuale (anche se vent' anni fa fu costretto a correre in ospedale per farsi estrarre un vibratore), non aveva mai prima di allora lanciato un insulto del genere al suo accusatore. Ora gli investigatori si chiedono se non volesse mandargli un messaggio per vincolarlo all' omertà.
Pietro Pacciani