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carlo messina
I Dioscuri del credito milanese, Messina e Mustier, se la passano in modo assai diverso. Con la conclusione negativa della vicenda Generali, l’ad di Banca Intesa è alle prese con la più grave crisi reputazionale che gli potesse cadere addosso. Non tanto in Italia, dove i giornaloni tutti hanno fatto salti mortali a colpi di saliva per trasfornare una sconfitta in una vittoria (roba del tipo : "Intesa rinuncia a Genarali..."), quanto alle pupille internazionali. Sembrano lontani i tempi in cui Matteo Renzi lo definiva “il miglior banchiere italiano ed uno fra i migliori d’Europa”.
GAETANO MICCICHE DG INTESA S PAOLO
E com’è tradizione dove circolano parecchi denari, a qualcuno torna in mente che Carlo da Roma ha fallito alla prima grande opera; in quanto l’operazione Corriere della Sera venne gestita in prima persona da Gaetano Miccichè (ora messo da parte) e da Giovanni Bazoli.
Ben diversa l’aria che si respira dalle parti Unicredit. Jean Pierre Mustier ha portato con successo l’aumento di capitale dei record. Ora è alle prese con una rivisitazione dei epsi specifici all’interno della banca. Insomma, le Fondazioni hanno ridotto la loro presenza a favore anche dei fondi americani.
MUSTIER
Ne consegue che Mustier dovrà inevitabilmente rivedere lo schema di governance . In altre parole, il francese non intenderebbe aspettare il 2018 per mettere ordine nella banca. La vuole più dinamica e compatta. Per questo, i tre vice presidenti sono un retaggio del potere passato, che vuole eliminare in tempi brevi.
mediobanca nagel
Così pare stia maturando l’idea di far chiedere a CariVerona o ad un fondo estero la definizione di un nuovo cda, senza aspettare l’anno prossimo. Nella sua idea di banca, poi, Mustier vorrebbe anche approfondire se è più o meno funzionale al suo schema la partecipazione in Mediobanca (ed a cascata, in Generali).
Una cosa è certa, non ha alcuna intenzione di fare favori ai francesi. Così com’è sicuro che dalle parte di Mediobanca sono attese novità da parte di Nagel.