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Estratto dell’articolo di Vittorio Ferla per “il Riformista”
IL RIFORMISTA CONTRO GIORGIA MELONI 3 AGOSTO 2024
Che fine ha fatto Giorgia Meloni, la premier di una ‘nazione’ - come dice lei - che rappresenta la settima economia mondiale? Dov’è quella sorridente cometa politica che, insieme con il campanello consegnatole dal predecessore Mario Draghi, sembrava destinata a raccoglierne l’eredità sul piano dello standing internazionale e su quello delle riforme per la modernizzazione del paese?
Ieri la premier - che per fortuna delle sorti patrie è di stanza a Parigi - è passata alle cronache per l’epico atto di chiedere a Thomas Bach, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), che nelle competizioni siano le donne a competere con le altre donne - ma pensa un po’ - dopo il match olimpico che ha visto il confronto tra l’algerina Imane Khelif, la pugile iperandrogina che convive con una produzione esagerata di testosterone, e Angela Carini, l’atleta italiana che ha dolorosamente gettato la spugna per evitare il peggio.
[…] dopo una giornata tanto titanica resta una domanda: quand’è che il presidente del consiglio tornerà a fare politica e a chiudere almeno uno dei numerosi dossier aperti e mai completati? Tra questi c’è, per esempio, la nomina del nuovo commissario italiano per la nuova compagine di governo dell’Unione. Conosciamo il pregresso non proprio brillante.
GIORGIA MELONI COME IMANE KHELIF - MEME BY EMILIANO CARLI
Per diversi mesi Meloni ha cinguettato con Ursula von der Leyen con l’obiettivo di diventare un pilastro della nuova maggioranza e di spuntare per l’Italia un commissario di peso. Sappiamo com’è andata.
La premier italiana ha votato contro la trimurti europea - von der Leyen, Costa e Kallas - precipitando nel girone dei dannati con l’ungherese Viktor Orbán. Altro che erede di Draghi: un bel patatrac che l’Italia pagherà caro.
Meloni ha già mancato in modo maldestro l’obiettivo di ottenere per l’Italia l’incarico al nuovo inviato per il fronte sud della Nato assegnato a uno spagnolo.
IL RIFORMISTA CONTRO GIORGIA MELONI 3 AGOSTO 2024
Potrebbe essere stata la prima ritorsione dopo il voto dei suoi al parlamento europeo. Nel frattempo, ha sbraitato contro il rapporto europeo sulla libertà di stampa, poco tenero con il nostro paese: una buona occasione per sopire e troncare si è trasformata nell’ennesima figuraccia.
Sapevamo inoltre che entro la fine di luglio l’Italia avrebbe dovuto indicare il nome del nuovo commissario per un incarico di prestigio, preferibilmente dotato di portafoglio, ma allo stato attuale - e siamo ad agosto - non abbiamo ancora il nome né tantomeno certezze sul valore politico della materia.
L UNITA CONTRO IL GOVERNO - 1 AGOSTO 2024
E che dire della partita delle riforme […]? L’autonomia differenziata è una legge soltanto procedurale che lascia quasi tutto com’era prima (cioè molto male): un provvedimento che serve solo alla Lega per darsi un tono con il proprio elettorato nordista ma che scatena già i sacri fuochi del frontismo popolare e meridionalista. Sul punto, Meloni non è più pervenuta. Il premierato è una riforma pasticciata, condotta in modo ottuso e incompetente, che rischia di trasformarsi nell’ennesimo boomerang non appena i cittadini saranno convocati per il referendum. Così, da qualche tempo, Meloni preferisce glissare. C’è poi la lista di una serie di riformette, annunciate con rullo di tamburi ma deludenti, montagne che hanno partorito topolini: giustizia, carceri, liste d’attesa in sanità e via elencando. La domanda sorge spontanea: quando Meloni smetterà di fare l’influencer e tornerà a fare politica?
GIORGIA MELONI CONTRO I GIORNALISTI - VIGNETTA DI ELLEKAPPATHOMAS BACH CON GIORGIA MELONI
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