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Riccardo Crivelli per la Gazzetta dello Sport
fognini
I sogni sono rossi come il fuoco che d' improvviso divampa nel cuore di Fognini, incenerendo un fresco passato di dubbi e di dolori. Oppure come le saette infiammate che escono a 200 all' ora (la velocità media della prima di servizio di ieri) dal braccio ormai davvero magico di Lorenzino Sonego, dalle qualificazioni con furore per ergersi a nuovo e giovane profeta azzurro. Sono passati 41 anni da quando una coppia italiana, allora erano Panatta e Barazzutti, non approdava insieme ai quarti del Principato, ed è appena la quarta volta in assoluto a Montecarlo: per un Masters 1000, invece, bisogna tornare al 2005, quando Seppi e Volandri raggiunsero la meta a Amburgo.
FIGLIO DEL VENTO Insomma, non può essere un giorno come gli altri. Anche perché alle cinque della sera, sull' arena del Centrale al solito traboccante di passione tricolore, si alza un vento che scompiglia i pensieri e arriccia i nervi. Arriva da Est, dalla Liguria, dalle spiagge e dai pini che hanno visto crescere Fabio, ricordandogli che dietro l' angolo c' è casa. O forse no: «Su questi campi ho giocato fin da bambino, pure questa è casa. Anzi, forse mi sento meglio qui che a Roma».
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Un feeling che rifiorisce fin dalle prime sbracciate, anche se dall' altra parte della rete c' è il numero tre del mondo. Zverev sta navigando a vista nella mareggiata di una definitiva maturazione che nel 2019 si è come arrestata nonostante Lendl, però ha sempre la palla pesante e la presenza scenica del predestinato. Come se bastassero, stavolta, contro un Fognini lucidissimo nella costante ricerca del punto, abilissimo a manovrare lo scambio da fondo alternando zuccherini senza peso a rasoiate lungolinea che inchiodano l' affannato Sascha ai cartelloni sotto le tribune, senza la possibilità di guadagnare campo e fiducia.
Il tie break del primo set è italiano (splendido il lungolinea del 2-1), sull' abbrivio Fabio sale 3-0 nel secondo, mentre l' altro litiga con sé stesso e la bufera, come aveva vaticinato la Schiavone seduta all' angolo azzurro ospite della Pennetta: «In queste condizioni i lungagnoni soffrono, invece noi piccoletti ci muoviamo meglio e la nostra manualità ci aiuta a gestire con più attenzione gli scambi».
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FIDUCIA Non c' è più bisogno di voltarsi indietro, e insieme a un successo spettacolare questo è il segno più importante: Fognini non ha mai perso la testa, nemmeno per un 15, rimanendo prepotentemente nel match con la forza serena del talento. Così, il pomeriggio si incide splendente sul filo della memoria: «Forse non è stato il miglior match della mia carriera, ma ci sono andato molto vicino». Il baratro visto a un passo con Rublev, quella rimonta da 5-1 sotto nel secondo set, ha davvero attizzato la cenere di una stagione fin qui balorda, con i malanni al gomito destro ad aggiungersi ai problemi a un polpaccio e a una caviglia: «Vengo da un periodo di buio, sicuramente, ma il problema non è mai stato il tennis, piuttosto riuscire a essere più convinto nell' andarmi a prendere i punti, senza rimanere passivo.
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Finalmente ci sono riuscito, saranno contenti Flavia e Corrado (Barazzutti, che da quest' anno affianca coach Davin, n.d.r. ) che nelle ultime due settimane mi hanno ammazzato di allenamenti». Però sono serviti, se la moglie, con un sorriso grande così, finalmente ha ritrovato il Fabio glorioso: «Una partita con questa concentrazione e questa solidità non gliela vedevo giocare da tempo».
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E ora, con il posto di numero uno italiano (potrebbe arrivare oggi) distante solo 20 punti da Cecchinato, piegato dalla febbre e da Pella, Fogna aspetta Coric per i suoi secondi quarti a Montecarlo dopo il 2013: «Un avversario forte, molto consistente. Ma se gioco ancora così, sarà lui a doversi preoccupare. E poi non sono solo, mi sembra che gli italiani questa settimana abbiano ancora qualcosa da dire».
DIVERTIMENTO Su la voce, Lorenzo. Una settimana fa, Sonego perdeva nei quarti di Marrakech da Tsonga, prendeva un aereo alla sera e alle quattro del pomeriggio del sabato giocava il primo turno delle qualificazioni contro Nishioka.
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Adesso tritura anche Norrie con l' 88% di punti con la prima e il solito dritto-bazooka: «Stanchezza? Ho voluto fortemente venire qui. E quando entri in campo sul Centrale, dimentichi tutto». Stamattina alle 11 lo ritrova per un quarto di finale (contro Lajovic, sorpresissima) impensabile prima, meraviglioso adesso: «Mi sento un guerriero, l' obiettivo era raggiungere il main draw del Roland Garros e ci sono riuscito. Adesso penso a divertirmi.
Mi sto godendo il momento giocando ogni partita come se fosse quella della vita». Intanto, in sette giorni ha già scalato almeno 30 posizioni (da 96 a 66): «Voglio solo accumulare esperienza, poi l' anno prossimo cambieremo obiettivo». Gli resta solo il paradiso.
MATTARELLA FOGNINI SFIDA TRA DILETTA LEOTTA E FABIO FOGNINI 2 FOGNINI ITALIA COPPA DAVIS PENNETTA FOGNINI 6 PENNETTA FOGNINI 6 PENNETTA FOGNINI 3 FOGNINI MARADONA fognini dedica a pennetta fognini