Ilaria Sacchettoni per roma.corriere.it
STEFANO ILARIA CUCCHI
Il giudice per le indagini preliminari Antonella Minnuni si è riservata di decidere sul rinvio a giudizio degli otto carabinieri accusati del depistaggio dell’inchiesta su Stefano Cucchi. Nel frattempo l’Arma e il ministero della Difesa hanno depositato la richiesta di costituirsi parte civile al processo.
I nomi e le accuse
ILARIA CUCCHI CON IL SUO AVVOCATO FABIO ANSELMO
Il primo è il generale Alessandro Casarsa, fino a qualche mese fa comandante dei corazzieri al Quirinale che, secondo il capo d’imputazione, chiedeva la modifica «della prima annotazione redatta dal carabiniere Francesco Di Sano nella parte relativa alle condizioni di salute di Stefano Cucchi». In particolare, sempre secondo il capo d’imputazione, Casarsa induceva Di Sano ad «attestare falsamente che “il Cucchi riferiva di essere dolorante alle ossa sia per la temperatura freddo/umida che per la rigidità della tavola del letto priva di materasso e cuscino ove comunque aveva dormito per poco tempo, dolenzia accusata anche per la sua accentuata magrezza” omettendo ogni riferimento alle difficoltà di deambulare palesate da Stefano Cucchi».
Il generale è accusato di falso
Il generale, all’epoca colonnello, è accusato di falso. Stessa accusa per il colonnello Francesco Cavallo che, rapportandosi direttamente sia con Casarsa che con il maggiore Luciano Soligo, chiedeva espressamente a quest’ultimo la modifica della prima annotazione di Di Sano. Falso anche per Soligo che «veicolando una disposizione proveniente dal gruppo carabinieri di Roma, ordinava a Di Sano, anche per il tramite di Colombo Labriola di redigere una seconda annotazione di servizio recante la falsa data del 26/10/2009» e nella quale si omettevano le difficoltà accusate da Cucchi nel camminare.
LA STRETTA DI MANO TRA FRANCESCO TEDESCO E ILARIA CUCCHI
Accusato di falso pure l’allora luogotenente Massimiliano Colombo Labriola che guidava la stazione di Tor Sapienza e che riceveva, stampava e faceva firmare la mail con l’annotazione modificata sulle condizioni di salute di Cucchi. E accusa di falso, infine, per Francesco Di Sano che sottoscriveva l’ annotazione di servizio con data e contenuti falsificati e omissivi.
«Stato di malessere generale»
Secondo il pm Giovanni Musarò Casarsa, Cavallo, Soligo e Colombo Labriola avrebbero fabbricato anche un’ altra nota sulle condizioni di salute di Cucchi: un appunto nel quale «si attestava falsamente che Cucchi manifestava “uno stato di malessere generale, verosimilmente attribuito al suo stato di tossicodipendenza e lamentandosi del freddo e della scomodità della branda in acciaio” omettendo ogni riferimento ai dolori al capo, ai giramenti di testa e ai tremori manifestati dall’arrestato»
francesco tedesco depone sul caso stefano cucchi
Infine il depistaggio recente, quello contestato al colonnello Luciano Sabatino e al capitano Tiziano Testarmata, accusati di favoreggiamento e omessa denuncia all’autorità giudiziaria perché, nel 2015, ometteva « di denunciare la sussistenza dei reati di falso ideologico in atto pubblico e ometteva di evidenziare che esistevano due versioni per ciascuna annotazione e che una delle due era falsa». Falso anche per il carabiniere Luca De Cianni che, nel redigere una nota ufficiale in merito a un incontro con Riccardo Casamassima (fra i primi ad aver accusato i suoi colleghi di aver mentito sulla vicenda Cucchi), attribuiva a Casamassima alcune falsità fra le quali anche quella secondo la quale Cucchi «si era procurato le lesioni più gravi compiendo gesti di autolesionismo».
ilaria cucchi
DEPISTAGGI CUCCHI
“Dopo dieci anni questa è una giornata significativa e sono emozionata per il fatto che si sia costituito parte civile, al nostro fianco, il comando generale dell’Arma”. A rivendicarlo Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, nel giorno dell’udienza preliminare, nella quale Arma e Difesa hanno chiesto di essere parte civile al processo. A essere coinvolti sono otto carabinieri, tra cui anche ufficiali, accusati di depistaggio sul caso della morte di Stefano Cucchi.
STEFANO CUCCHI E LA SORELLA ILARIA
Ilaria Cucchi ha rivendicato: “In vicende come la nostra troppe volte ho visto i sindacati di polizia intromettersi contro le nostre famiglie. In quest’aula per la prima volta un sindacato si è schierato al nostro fianco, non contro di noi. Questo lo dedico al signor Gianni Tonelli”, ha attaccato Ilaria Cucchi, rivolta verso l’ex segretario generale del sindacato di polizia Sap e oggi parlamentare della Lega, che denunciò la stessa sorella di Cucchi per diffamazione.
ilaria cucchi
Ha chiesto di essere parte civile anche Riccardo Casamassima, uno dei teste chiave del processo Cucchi: “Me la stanno facendo pagare per aver parlato”, ha rivendicato il carabiniere che nel 2016 fece riaprire l’inchiesta sulla morte del giovane geometra romano. Negli scorsi giorni nei confronti di Casamassima era arrivata una richiesta di rinvio a giudizio, con l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio, che la sua legale Serena Gasperini aveva bollato come “un attacco strategico e un’intimidazione per screditarlo”. “”Pago per aver detto la verità. Me la stanno facendo pagare in ogni modo da anni per aver parlato e anche la recente vicenda che mi vede indagato per spaccio di droga ne è la dimostrazione”, ha continuato il militare.
Stefano Cucchi
Stefano Cucchi
“Durante le perquisizioni non è mai stato trovato nulla. Ne uscirò pulito, sono sereno”, ha concluso. Solidarietà nei suoi confronti è arrivata dalla stessa Ilaria Cucchi: “Tutta la mia riconoscenza per il suo coraggio, per aver sfondato un muro di omertà. Sono dispiaciuto per quello che lui e la moglie Maria Rosati sono costretti a subire”.
Francesco Cucchi
Stefano Cucchi
Stefano Cucchi Stefano Cucchi Il corpo di Stefano Cucchi