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    PRONTI, CHI SPIA? - UNA MORTE SOSPETTA A BERLINO DI UN DIPLOMATICO RUSSO FIGLIO DEL VICEDIRETTORE DEL SERVIZIO SEGRETO DI MOSCA, OTTO SPIE DI MOSCA CACCIATE DALLA NATO, UN CINESE CONDANNATO NEGLI USA. IN UN MONDO SEMPRE PIÙ INSTABILE RIAPRE LA SFIDA TRA INTELLIGENCE MA È IL SETTORE DELL'INNOVAZIONE TECNOLOGICA LA NUOVA FRONTIERA DELLO SCONTRO FRA LE POTENZE – ANCHE L’ITALIA È UN CROCEVIA DELLO SPIONAGGIO INTERNAZIONALE, DA QUANDO…


     
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    PAOLO MASTROLILLI per la Repubblica

     

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    Un diplomatico russo, Kirill Zhalo, che muore precipitando dal balcone dell'ambasciata a Berlino, salvo poi scoprire che era figlio del vice direttore del servizio segreto Fsb, convolto nell'omicidio al parco Tiergarten del ribelle ceceno Zelimkhan Khangoshvili. Otto spie di Mosca cacciate dalla Nato, dove fingevano di dialogare con l'Occidente. Un docile cinese, condannato in Ohio perché in realtà rubava informazioni industriali. Un tempo le spie erano discrete, ma oggi aprire i giornali significa leggere quasi oggi giorno le loro disavventure, a conferma che il gioco dell'intelligence è tornato centrale nel risiko degli equilibri globali sempre più instabili. Yanjun Xu non indossava barbe finte, e neppure girava col fucile mascherato da ombrello.

     

    Molto più semplicemente dal 2013 frequentava università e congressi, dove adescava le prede. Le invitava in Cina per presentazioni accademiche rispettabili, pagando le spese e offrendo un gettone di riconoscenza. Laggiù poi scattava qualcosa e, tra le promesse di compensi assai più alettanti, le lusinghe e chissà quali altre offerte seducenti, trasformava gli invitati in informatori. Nel maggio del 2017 Yanjun Xu aveva fatto un colpo grosso, attirando un ingegnere della GE che si era presentato con una valigetta piena di segreti sui motori per aerei prodotti dalla sua azienda. Felice del risultato, aveva chiesto altre informazioni. La preda aveva accettato, invitandolo in Belgio nell'aprile del 2019.

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    Quello che ignori ti uccide, però, e Yanjun Xu non sapeva che l'Fbi aveva scoperto tutto costringendo l'ingegnere a collaborare. Perciò quando l'uomo di Pechino si era presentato all'appuntamento belga, invece della fonte con una valigetta colma di ghiotti segreti, aveva trovato un agente del controspionaggio americano con le manette. Venerdì un tribunale federale di Cincinnati ha condannato Yanjun Xu, che ora rischia sessanta anni di prigione. Il tutto per confermare che le spie sono tornate, ammesso che ci avessero mai abbandonati, e svolgono un ruolo sempre più cruciale non solo nella sfida geopolitica epocale tra Usa e Cina, ma anche nelle rivalità fra paesi avversari e alleati.

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    L'Italia è sempre stata un crocevia dello spionaggio internazionale, da quando la Cia dirigeva proprio da Roma le sue operazioni in Medio Oriente, o la futura talpa Aldrich Ames si preparava a tradire. Ci siamo ricascati nel marzo scorso, quando il capitano di Fregata Walter Biot è stato arrestato per aver lavorato al servizio del Cremlino. Siamo ancora un posto di frontiera, nel gioco più grande di noi per il dominio globale.

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