Giuseppe Pietrobelli per "il Fatto Quotidiano”
PROSECCO
"Noi non brinderemo, perché qui c' è poco da festeggiare. Come mamme di Revine Lago, vogliamo lasciare ai nostri figli un patrimonio più importante del prosecco, il rispetto per la nostra terra". Lisa Trinca non si unisce al tripudio del Veneto dove dal pomeriggio di domenica 7 luglio è tutto uno stappare bottiglie, alzare calici e complimentarsi a vicenda, perchè l' Unesco ha dichiarato le colline che vanno da Valdobbiadene a Conegliano un patrimonio ambientale dell' umanità.
"Il punto è proprio questo, quale ambiente? Non può essere visto solo da un punto di vista paesaggistico, ma anche da quello sociale e sanitario. E l' Unesco non lo ha fatto. Altrimenti ci avrebbe ascoltati". Gilberto Carlotto, vicepresidente di Terre del Piave del Wwf, è un' altra voce in dissonanza, in una realtà agricola orientata ormai verso la monocultura.
vigna di prosecco
Quella che produce le bollicine del prosecco, un fenomeno enologico ed economico da mezzo miliardo di bottiglie prodotte nel 2019 (nel 2018 un fatturato di 2,3 miliardi), un marchio conosciuto in tutto il mondo, una straordinaria fonte di ricchezza.
a secco di prosecco
È anche per questo che soltanto piccoli uomini e donne di buona volontà possono mettersi contro una macchina da guerra formidabile che a Baku, in Azerbaijan, ha centrato l' obiettivo, dopo la bocciatura di un anno fa. Rendendo felice il governatore leghista Luca Zaia, che è nato da queste parti, si è diplomato alla scuola enologica e rilascia interviste ispirate: "Dieci anni fa avevo un sogno l' ho realizzato. E dopo le Olimpiadi a Cortina, adesso non resta che l' autonomia del Veneto, il terzo grande obiettivo".
prosecco
Poco prima della votazione, a Baku, si è alzata solo una voce per dissentire. Era il rappresentante della Ong anti-fitofarmaci Pan: "Questa candidatura prevede l' uso intensivo dei terreni e l' impiego dei pesticidi con gravi effetti sulla salute della popolazione e sulla qualità della vita. È questo il messaggio che volete trasmettere alle nuove generazioni?". L' interrogativo è stato sommerso dall' acclamazione per il dossier italiano.
Le inutili denuncedei comitati Evidentemente nessun altro aveva letto i documenti che associazioni, comitati, singoli ambientalisti hanno sfornato in questi anni.
PROSECCO
L' ultimo risale alla scorsa settimana, quando una delegazione di una trentina di associazioni veneto-friulane si è recata a Venezia per consegnare una diffida stragiudiziale alla Regione Veneto, con una copia per Icomos-Italia, l' International council on monuments and sites, che ha istruito la pratica del prosecco. La diffida dell' avvocato Alessandra Cadalt di Vittorio Veneto ha riassunto i motivi delle marce contro pesticidi e fitofarmaci che si sono svolte a maggio in Veneto, Friuli e Trentino, con l' adesione di Leambiente e Wwf.
"La provincia di Treviso consuma una media di 12 chili di pesticidi per ettaro, contro una media nazionale di 5 chilogrammi - scrive il legale -. In tutte le aree coltivate a vite tra aprile e agosto/settembre la popolazione è ostaggio e sequestrata in casa. Non può usare il giardino, stendere i panni, prendere il sole". I pesticidi vengono gettati ovunque, irrorano le viti, sono trasportati dal vento, inquinano le acque. I delegati dell' Unesco sono rimasti ammirati dalla bellezza delle colline.
matteo salvini luca zaia 1
Scrivono invece gli ambientalisti: "È drammatica la situazione delle aree adibite a piantagioni di vite, non si vede altra cultura, solo viti, viti lungo le strade, viti vicino alle scuole, perfino viti sulle rotonde, a ridosso delle aree residenziali". Ed è questa una delle accuse al prosecco: ha sconvolto il territorio, le coltivazioni hanno modellato le colline, distrutto i prati, abbattuto le siepi.
30mila litri di prosecco fuori dal silos 1
Milioni a palate dalle istituzioni Silvia Benedetti, parlamentare padovana del gruppo misto. "La Regione Veneto finanzia a pioggia il prosecco, pompa letteralmente il prodotto con milioni di euro (dal maggio 2018 la Regione ha stanziato 40 milioni, ndr).
E non si preoccupa di come avviene la coltivazione".
Gilberto Carlotto, del Wwf di Conegliano, sulla partita giocata con l' Unesco ha le idee chiare. "È stato fatto tutto in segreto. Per mesi ho chiesto il dossier inviato a Parigi, ma il Consorzio del prosecco non lo ha mai reso pubblico. E non conosciamo nemmeno il piano di gestione". Quando gli ambientalisti marciarono contro i pesticidi, l' ufficio stampa del Consorzio del prosecco diffuse un comunicato di fuoco.
"Le accuse sono fake news. Il Protocollo Viticolo che abbiamo adottato ha vietato l' uso del glifosato, sebbene le normative italiane ed europee ne consentano l' impiego".
PROSECCO
Replica di Carlotto: "Intanto il protocollo è volontario, non un obbligo. Non mettono il glifosato per il prosecco superiore docg, ma poi la Regione lo autorizza per tutti i vigneti. E fa uno sconqasso. Poi ci sono le deroghe del ministero della Salute". Lisa Trinca, una delle mamme di Revine Lago.
"L' Unesco ha dato il riconoscimento a una zona dove non c' è conversione alla coltivazione biologica. Dove le viti continuano ad espandersi. Dove le colline vengono sbancate. Dove non ci sono fasce di rispetto e mettono i vitigni perfino vicino agli asili".
E intanto il prosecco, alias spumante veneto continua ad andare forte. Nel 2019 è previsto il consumo di 3.000 ettari di terreno in più per soddisfare la domanda. Già il prosecco vedeva crescite vicino al 30 per cento in Usa e Regno Unito. Figuriamoci adesso, dopo la benedizione dell' Unesco.