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    PSICODRAMMA GIALLOROSSO – DI FRANCESCO E' DI NUOVO IN BILICO, DECIDERÀ LA SFIDA CON IL PORTO: È ORMAI LOGORO IL RAPPORTO CON PALLOTTA E PARTE DELLO SPOGLIATOIO – LE ALTERNATIVE SOUSA E DONADONI, IPOTESI PANUCCI TRAGHETTATORE – GLI ERRORI SUL MERCATO (PERCHE’ NON E’ STATO ACQUISTATO A GENNAIO UN CENTRALE DIFENSIVO?), IL PROBABILE ADDIO DI MONCHI, IL RUOLO DI TOTTI CHE VORREBBE ESSERE PIU’ OPERATIVO. E BALDINI “FUMO DI LONDRA”…


     
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    Stefano Carina per il Messaggero

     

    di francesco di francesco

    «Aspettiamo mercoledì». È quanto trapela off record dall' incontro andato in scena sabato sera, nel post-derby, tra la dirigenza giallorossa (Baldissoni, Monchi, Balzaretti, Fienga, Massara e Totti). Colloqui proseguiti anche nella giornata di ieri che non cambiano la situazione: Di Francesco è nuovamente in bilico. Anzi, mai come stavolta rischia la panchina. La gara di Oporto - e la conseguente qualificazione ai quarti di Champions - è la ciambella alla quale aggrapparsi per tenersi stretto la Roma. Almeno sino a fine stagione. Poi le strade dovrebbero comunque separarsi.

     

    E poco importa se Eusebio taglierà il traguardo tra le prime quattro in campionato e per il secondo anno consecutivo sarà tra le migliori otto d' Europa. Il rapporto è ormai logoro. Tra tecnico e presidente (che negli ultimi interventi pubblici non lo ha mai menzionato), tra allenatore e parte della squadra.

     

    james pallotta mauro baldissoni james pallotta mauro baldissoni

    Nel secondo caso, nessun ammutinamento per carità ma le classiche dinamiche all' interno di uno spogliatoio quando le cose non vanno bene. Con una connotazione tecnica da non sottovalutare: la rosa preferisce giocare con il 4-2-3-1 piuttosto che con il 4-3-3.

     

    Lo aveva fatto presente dopo il ko di Bologna (23 settembre) e anche nelle ultime settimane ha lanciato nuovamente segnali in questo senso. Non che un modulo possa fare la differenza in un' annata che anche con questo assetto di gioco ha visto continui alti e bassi. Ma un' indicazione precisa di come la rosa faccia fatica a seguire l' allenatore. Che mercoledì, dopo averlo già fatto in corsa contro la Lazio, dovrebbe nuovamente andare incontro ai calciatori.

     

    zingaretti pallotta zingaretti pallotta

    IN CORSA C' è una frase, pronunciata nel post-derby da De Rossi, che fa intendere perché - in caso di eliminazione dalla Champions - la Roma è pronta a cambiare: «Dobbiamo preparare al meglio la prossima partita e passare il turno in Champions, così che anche la nostra testa possa cambiare la visione di questa stagione». Il timore della dirigenza è proprio questo. L' Europa è il collante che tiene in piedi il gruppo.

     

    zingaretti pallotta zingaretti pallotta

    Senza, il rischio di naufragare in campionato e perdere il quarto posto (ora a -3) è ritenuto altissimo. Per questo motivo, anche se la volontà del club sarebbe quella di arrivare a fine maggio e poi attuare l' ennesima rivoluzione, sono stati riallacciati i rapporti con Paulo Sousa. Il portoghese, dopo aver atteso invano una chiamata sia a fine settembre che il giorno di Roma-Genoa, è vicinissimo a firmare con il Bordeaux. S' è preso però tre giorni di tempo, sino a mercoledì (atteso al Do Dragao per assistere al match della Roma). Tempistica che non può essere un caso. Il tecnico lusitano aspetta la Roma. Il problema è contrattuale: Sousa è restio a subordinare l' accordo, con durata sino al 2020, al quarto posto in campionato.

     

    Ipotesi che, pur di rientrare in grande stile in serie A, sarebbe disposto ad accettare Donadoni.

    PALLOTTA MONCHI DI FRANCESCO PALLOTTA MONCHI DI FRANCESCO

    Nelle ultime ore il nome dell' ex ct è tornato d' attualità. Un' altra opzione è Panucci, attualmente ct dell' Albania, già sondato a dicembre. Ma anche l' ex giallorosso chiede di potersi giocare la chance di allenare la Roma il prossimo anno, arrivando in questa stagione tra le prime quattro. E se questa è la conditio, le scelte potrebbero essere diverse.

     

    SOUSA JUVE SOUSA JUVE

    IL GIORNO DELLA MARMOTTA A Trigoria è intanto andato in scena l' ennesimo giorno della marmotta. Incontro tecnico-squadra con i soliti appunti legati all' approccio mentale e alle letture tattiche sbagliate durante il derby, già evidenziate sabato sera: «La cosa che tutti devono capire che se non difendi in un certo modo fatichi anche ad attaccare. Non si deve pensare solo ad una fase». Dopo aver optato per il no al ritiro, in mattinata c' è stato anche un colloquio con la dirigenza che ha chiesto a Di Francesco se avverte che la squadra sia ancora dalla sua parte. La risposta è stata positiva ma per la prima volta dall' inizio della stagione, il tecnico è apparso visibilmente provato, consapevole di essere un uomo solo.

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    SOUSA SOUSA

    Anche chi lo ha sempre difeso appare in difficoltà. Si torna quindi al punto di partenza: la sliding-door è Oporto. Dentro o fuori. In tutti i sensi.

     

     

     

    2. UNA RIVOLUZIONE DIETRO L’ALTRA

    Alessandro Angeloni per il Messaggero

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     «Io voglio fare una rivoluzione culturale, ma non sono un ideologo. Rivoluzione significa introdurre nei comportamenti pensieri alternativi». Così Walter Sabatini apre l' èra americana, siamo nell' ormai lontano 2011. Prospettive, ambizioni, sogni. Una parola: rivoluzione.

     

    Un' altra parola: culturale. Il «culturale», via via, è sparito, è rimasta solo la «rivoluzione». Sempre, una dietro l' altra: due anni al massimo e si ricomincia. Rivoluzione tecnica in particolar modo, ma pure societaria: sono cambiati negli anni allenatori, ds, manager, anche presidenti.

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    La Roma si prepara a cambiare ancora: dopo le promozioni di Baldissoni a vice presidente e di Fienga a direttore generale, la prossima tappa è ripartire da un nuovo direttore sportivo e di lì a cascata, verrà toccata anche la sfera tecnica, che non esclude ovviamente i calciatori.

     

    Il percorso di Monchi sembra ormai giunto al termine (se salta DiFra, anche lui potrebbe non aspettare giugno), per sua volontà e anche per quella dei vertici.

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    Il rapporto si è pian piano consumato, oggi non c' è più quella fiducia con la quale, ovviamente, è stato accompagnato all' inizio.

     

    Anche Ramòn ha capito di aver sbagliato in tante situazione e oggi sta pagando il fatto di aver difese a oltranza il suo allenatore, ovvero Di Francesco, anche contro il volere di Pallotta («ask monchi», remember»). La presenza di Baldini, principale consigliere di James (foto Bartoletti), crea imbarazzi a Trigoria. E' figura possente e quindi sofferta, molti consigli non sono stati condivisi. Ma Baldini resta uomo di riferimento del presidente, il centro di potere londinese. Sabatini ambiva a vita parallela a Baldini e forse Monchi è nella stessa situazione: carriere separate, dunque. Ecco perché l' Arsenal è la più credibile meta di sponda per lo spagnolo: lì avrà pieni poteri e lavorerà con un gruppo spagnolo voluto da Emery. Meglio Londra che Siviglia, dove gli avevano anche proposto la presidenza del club.

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    Monchi via e la Roma su chi punterà? La politica del risparmio può incidere anche sulla scelta del ds (tre milioni). La figura del plenipotenziario (Sabatini e Monchi) non ha funzionato fino in fondo, le scelte per il futuro vanno verso Massara, ds fatto in casa. La partenza di Monchi lascerà un vuoto in Totti, con cui aveva legato. Che ne sarà di Francesco in futuro?

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    Lui dell' attuale ruolo non è granché soddisfatto, vorrebbe essere più operativo. Stesso discorso vale per Bruno Conti, che rischia di non vedersi rinnovare il contratto. I ds in fila, in attesa di essere eventualmente contattati sono Ausilio e Mirabelli. Chiaro che la rivoluzione toccherà anche il campo. Sono tanti i giocatori da ricollocare. In questo momento il mercato è fermo, gli osservatori che spesso venivano contattati da Monchi, ad oggi sono in stand by. Una decisione definitiva, proprio per attivare la macchina del futuro, dovrà essere presa in questo periodo. La partita di Champions con il Porto potrà essere lo sparti-acque.

     

     

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    La Roma ha tanti giovani di prospettiva, ma questo non vuol dire che l' anno prossimo si punterà ancora su di loro. Gente come Pastore, Nzonzi, lo stesso De Rossi per una questione di età, Dzeko, che fine faranno? I rinnovi sono fermi, compreso quello di Zaniolo, che Monchi o non Monchi, dovrà essere per forza blindato. Questi calciatori dovranno essere valutati insieme all' allenatore, che ad oggi difficilmente sarà Di Francesco.

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