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R.Fr. per il “Corriere della Sera”
Dopo la tragedia è l' ora della psicosi. Un mal di testa che non passa, una febbre persistente. E l' allarme meningite ha già spinto migliaia di giovani Papa boys di ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù a Cracovia a recarsi in ospedale per sottoporsi a visite e profilassi antibiotica.
In Veneto soprattutto, ma anche in Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana. Umbria e Lazio. Dal ministero della Salute confermano che è scattato il protocollo previsto per questi casi, che «non c' è un' emergenza» e che la distribuzione di medicinali anti meningite è partito «come eccesso di prudenza, ma più che giustificabile in un caso come questo».
La profilassi obbligatoria deve infatti essere seguita da chi è stato a contatto diretto con il paziente infetto nei 10 giorni che hanno preceduto il manifestarsi della malattia. E così sono state le singole Regioni ad attivarsi per informare e mettere a disposizione dei pellegrini le strutture dove rivolgersi per ottenere notizie ed eventualmente cure.
SUSANNA RUFI
La vicenda di Susanna Rufi, 19 anni, la studentessa romana dell' Appio Claudio morta lunedì mattina in un ospedale di Vienna dopo che si era sentita male il giorno precedente sul pullman che la stava riportando a Roma con 50 ragazzi di tre parrocchie romane, ha fatto il giro del mondo. La giovane è stata uccisa da un attacco di meningite fulminante.
Risparmiata la sorella, Margherita, di 17 anni, che con lei aveva partecipato al pellegrinaggio come tutti gli altri ragazzi sul torpedone, dimessi dai medici viennesi dopo la profilassi e giunti a Roma all' alba di ieri. Commovente l' incontro con i genitori che hanno vissuto ore d' inferno e sono andati a prenderli nelle parrocchie di San Policarpo e Santa Maria del Buon Consiglio.
SUSANNA RUFI 2
La preoccupazione di tutti era (ma per molti che non si sono ancora presentati in ospedale è tuttora presente) collegata all' allarme lanciato dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana, che ha stimato in 100 mila le persone che la settimana scorsa hanno frequentato «Casa Italia» a Cracovia e che potenzialmente potrebbero essere entrate in contatto con Susanna.
Che tuttavia, come è stato ricostruito da chi accompagnava la sua comitiva, sarebbe passata per il quartier generale dei Papa boys italiani solo fra la mattinata di mercoledì e le giornate di giovedì e venerdì scorsi.
Oltre ai più di 1.200 pellegrini sottoposti a profilassi in Veneto, ai 98 a Bolzano (dove sono state allestite due tende per il triage d' emergenza), alle centinaia anche nel Lazio - dove la Regione ha attivato il Seresmi, il Servizio regionale sorveglianza malattie infettive, e i medici del pronto soccorso dell' ospedale Lazzaro Spallanzani per le malattie infettive -, sono sotto cura anche i tanti addetti ai lavori (giornalisti, accompagnatori, personale tecnico)
presenti a Cracovia in questi giorni, funestati anche dalla scomparsa dell' inviata della Rai e della «Vita in diretta» Anna Maria Jacobini, trovata senza vita nella sua stanza d' albergo. E a Udine un' amica di Susanna è stata ricoverata in osservazione: per fortuna era solo influenza.
GMG CRACOVIA