ceferin infantino
Estratto dell'articolo di Arianna Ravelli per il Corriere della Sera
Il 15 dicembre ricorreva l’anniversario della sentenza Bosman che, 28 anni fa, stravolse il calcio europeo imponendo nuove norme sui trasferimenti dei giocatori. Chissà se in futuro diventerà una data spartiacque anche il 21 dicembre, ovvero domani, il giorno in cui quindici giudici della Corte di giustizia europea dovranno decidere se l’Uefa (e la Fifa) con il suo sostanziale monopolio violi le regole europee sulla concorrenza e se si configuri un abuso di posizione dominante.
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[…] si è arrivati a questa sentenza […] dopo il naufragio della Superlega, la competizione alternativa voluta da Juventus, Barcellona e Real Madrid che […] è morta e sepolta, ma che, se si aprissero spiragli dalla Corte, si ripresenterebbe in una forma del tutto diversa.
Quando era stato lanciato il progetto originale Uefa e Fifa avevano invocato sanzioni per i club che si erano opposti rivolgendosi al Tribunale mercantile di Madrid, ottenendo prima ragione, poi torto, poi (a quello provinciale) ancora ragione. Ma dal tema iniziale — può l’Uefa minacciare sanzioni o sanzionare? — sul tavolo sono poi planate le questioni di fondo. E cioè: un modello in cui l’ente organizzatore detiene il potere di stilare i regolamenti, applicare le sanzioni e anche gestire gli aspetti commerciali è in linea con le norme europee della concorrenza?
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[…] Ad accentuare l’anomalia Uefa il fatto che i ricavi siano distribuiti dall’ente, mentre per esempio in Italia, i club — soci della Lega che tratta i diritti tv —, li ricevono direttamente da Dazn o Sky.
[…]
Cosa succederà domani? È possibile che tutti diranno di aver vinto. Tra il mantenimento dello status quo (possibile) e il salto del banco (irrealistico) ci sono soluzioni intermedie, per esempio potrebbe succedere che all’Uefa sia tolto il potere sanzionatorio per i club che dovessero organizzare tornei alternativi, il che basterebbe a lasciare mano libera ad A22 Sports Management, la società che sta lavorando a un nuovo progetto Superlega, il cui ceo Bernd Reichart ha anticipato i piani: «Se la sentenza riconoscerà il monopolio Uefa, noi saremo in grado di pubblicare i risultati di più di un anno di consultazioni e proporremo un formato di competizioni europee aperto a più di 60 club. Assicurando che tutti vengano trattati in maniera equa».
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In questo modo si strizza l’occhio anche ai «piccoli». L’altro scenario è che all’Uefa sia tolta la gestione del business (parliamo di 5,7 miliardi di euro nel 2020-2021) per sposare una divisione stile F1, ma sarebbe dirompente, altro che sentenza Bosman. E l’Uefa? Per ora non mostra di dare importanza a domani, intanto Ceferin ha chiesto di cambiare gli statuti per consentirsi un mandato in più, fino al 2031. Domani sapremo se il suo regno sarà incontrastato.
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