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    PUTIN, BECCATE QUESTO! – L'UCRAINA HA DISTRUTTO UN ENORME DEPOSITO DI ARMI IN RUSSIA. I DRONI “FATTI IN CASA” DA KIEV HANNO COLPITO NELLA REGIONE DI TVER, A 600 CHILOMETRI A NORD DEL CONFINE – SECONDO L’INTELLIGENCE UCRAINA, “SONO ANDATI IN FUMO CENTINAIA DI MISSILI ISKANDER”, PER UN VALORE DI MEZZO MILIARDO DI DOLLARI  L’ESPLOSIONE È STATA AVVERTITA DAI SISMOGRAFI – MOSCA NON COMMENTA…


     
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    Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per www.corriere.it

     

    deposito di armi distrutto a tver in russia deposito di armi distrutto a tver in russia

    In attesa dei missili occidentali, gli ucraini colpiscono la Russia in profondità con una flotta di droni fatti in casa. Oggi il risultato è stato eccellente dal punto di vista di Kiev.

     

    La Nasa ha registrato un aumento della temperatura in un’area di 14 chilometri quadrati, i pennini dei sismografi si sono impennati come per un terremoto, i social media russi hanno mostrato un qualcosa di simile al fungo di un’esplosione atomica, solo che era tutto fuoco e i botti e le deflagrazioni sono andate avanti per ore.  i social media russi hanno mostrato un qualcosa di simile al fungo di un’esplosione atomica, solo che era tutto fuoco e i botti e le deflagrazioni sono andate avanti per ore.

     

    Secondo l’intelligence ucraina, i suoi droni hanno colpito e «spazzato dalla faccia della terra» un enorme deposito di armi russo a Toropets, nella regione russa di Tver, almeno 600 chilometri a nord del confine ucraino. Altri 300 chilometri e il drone arrivava a San Pietroburgo.

     

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    Mosca non commenta, l’informazione è sotto segreto militare, ma ad ascoltare Kiev sono andati in fumo centinaia di missili Iskander, bombe aeree plananti e più semplici pezzi d’artiglieria. Secondo osservatori occidentali l’effetto della deflagrazione pare compatibile con quella di 200/240 tonnellate di esplosivo ad alto potenziale.

     

    […]  Facendo qualche conto potrebbero essere stati distrutti ordigni per un valore minimo mezzo miliardo, quanto basta per alimentare il fuoco russo per circa dieci giorni.  L’arsenale andato in fumo avrebbe dovuto essere protetto da una struttura di cemento armato capace di resistere a missili e anche a bombe nucleari. […]

     

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