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    PUTIN, CHE STAI A HAFTAR? - "MAD VLAD" AVREBBE INCASSATO IL VIA LIBERA DEL "BAFFO FORTE DELLA CIRENAICA" PER AGGIUNGERE UNA SECONDA BASE NAVALE RUSSA A TOBRUK, IN LIBIA – IN CAMBIO L'EX UFFICIALE DI GHEDDAFI CHIEDE SISTEMI DI DIFESA AEREA PER CONTRASTARE LE FORZE RIVALI TRIPOLINE - UNA MOSSA CHE METTE IN ALLARME GLI USA VISTO CHE CI RITROVEREMO I RUSSI A POCHI CHILOMETRI DALLE COSTE ITALIANE…


     
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    Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per www.repubblica.it

     

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    La Russia potrebbe mettere un secondo piede nel Mar Mediterraneo. Alla base navale a Tartus, in Siria, potrebbe aggiungersene un’altra nella Libia orientale, a Tobruk, ottenendo un avamposto della flotta russa alle porte meridionali dell’Europa e, in particolare, dell’Italia.

     

    Una minaccia che preoccupa molto gli Stati Uniti. “Tenere la Russia fuori dal Mediterraneo è un obiettivo strategico chiave: se la Russia riuscisse ad avere dei porti lì, ciò le darebbe la possibilità di spiare tutta l’Unione Europea”, ha commentato l’ex inviato statunitense in Libia Jonathan Winer.

     

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    Sulla scia del loro incontro a Mosca del 28 settembre, ci sarebbe un accordo in fase di definizione tra il presidente russo Vladimir Putin e il maresciallo dell’autoproclamato Esercito nazionale libico Khalifa Haftar. A scriverlo, citando fonti anonime locali, è Bloomberg.

     

    Il 79enne Haftar chiederebbe sistemi di difesa aerea che lo proteggano dalle forze rivali tripoline, appoggiate dall’esercito turco, e l’addestramento dei suoi piloti e delle sue forze speciali. In cambio, potenzierebbe le basi aeree precedentemente occupate dai mercenari del Gruppo Wagner per ospitare le forze russe e darebbe alla navi da guerra russe diritto di attracco permanente in un porto libico, probabilmente Tobruk, a poche centinaia di chilometri dalle coste di Grecia e Italia.

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    Se finalizzato, l’accordo rafforzerebbe le divisioni tra le due amministrazioni libiche in conflitto, quella occidentale di Tripoli, riconosciuta dall’Onu, e quella orientale di Bengasi guidata da Haftar, allontanando la possibilità di una riunificazione del Paese, ma sancirebbe una vittoria per Mosca.

     

    Dopo la morte di Gheddafi nel 2011, la Russia perse affari per quattro miliardi di dollari e vide andare in fumo l’accordo firmato nel 2010 che le concedeva il porto di Bengasi e le consentiva così di mettere piede in Africa e nel Mediterraneo. Da allora, nonostante le smentite, è stata accusata di foraggiare Haftar con armi, denaro e gli uomini della oramai defunta compagnia militare privata Wagner, mentre la Turchia ha inviato uomini a sostegno di Tripoli.

     

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    L’ex generale gheddafiano 79enne Haftar controlla gran parte dell’Est e del Sud della Libia, inclusi i suoi giacimenti petroliferi che lavorano circa il 40 per cento delle riserve africane. […]

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