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    PUTIN CHI? SERVIVA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA PERCHÉ SALVINI ABIURASSE LA SUA FEDE NEL PRESIDENTE RUSSO – LA LEGA ASSICURA CHE “LA COLLABORAZIONE POLITICA DEL 2017 CON RUSSIA UNITA NON HA PIÙ VALORE DOPO L'INVASIONE DELL'UCRAINA”. MA L'OPPOSIZIONE ATTACCA E SMENTISCE IL CARROCCIO: “C'È UNA CLAUSOLA DI RINNOVO AUTOMATICO” – L'IMBARAZZO DELLA TURBO-ATLANTISTA MELONI, COSTRETTA A DIFENDERE IN AULA IL “CAGACAZZI” NUMERO 1 DEL GOVERNO…


     
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    Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

     

    Matteo Salvini - Sergei Zhelezniak - firma dell accordo tra la lega e russia unita Matteo Salvini - Sergei Zhelezniak - firma dell accordo tra la lega e russia unita

    Putin chi? Bisognava arrivare a una mozione di sfiducia perché Matteo Salvini abiurasse la sua fede nel presidente russo. "Procai!", direbbero a Mosca: addio Cremlino, addio magliette con il faccione di Vladimir in Piazza Rossa.

     

    […]  la Lega pubblica una nota per informare che «i propositi di collaborazione puramente politica del 2017 con Russia Unita non hanno più valore dopo l'invasione dell'Ucraina».

     

    Non è un risultato da poco, per una mozione che la maggioranza ha facilità a neutralizzare con i voti in Aula ma che ha comunque prodotto rilevanti contraccolpi politici. Prima di tutto ha creato più di un imbarazzo politico a Giorgia Meloni: l'ha costretta a difendere il leghista e a tutelare così l'immagine di un governo che ha apertamente condannato l'invasione dell'Ucraina […]

     

    MATTEO salvini E VLADIMIR putin MATTEO salvini E VLADIMIR putin

    Meloni lo ha fatto capire chiaramente a Salvini. Non c'è conferma di un confronto diretto su questo, ma la premier ha più volte sostenuto quello che la nota della Lega fa emergere nel finale. E cioè che la linea resta quella condivisa da tutto il governo, «confermata dai voti in Parlamento».

     

    Ma c'è anche altro. Poche settimane fa la principale alleata della Lega in Europa, Marine Le Pen, accusata di aver ricevuto sostegno e rubli da Mosca, ha pronunciato parole di inequivocabile condanna alla Russia per la guerra scatenata nel febbraio del 2022. Un discorso che ha, nei fatti, costretto Salvini a cambiare il proprio atteggiamento nei confronti del Cremlino.

     

    giorgia meloni volodymyr zelensky kiev giorgia meloni volodymyr zelensky kiev

    Infine: stanno emergendo fratture e insofferenze mai viste prima nella Lega. Per la prima volta le contestazioni vanno oltre le iniziative individuali e sono state scagliate contro il segretario sotto forma di lettera, firmata da ex parlamentari e sindaci stufi – scrivono – di condividere il proprio percorso politico con «fasci, svastiche e nazionalisti».

     

    Nei dieci anni in cui Salvini ha trasformato il partito nato dal sogno federalista di Umberto Bossi, la Russia di Putin è stato un punto di riferimento costante. Fino all'inchiesta del Russiagate che ha coinvolto un uomo di fiducia del leader, Gianluca Savoini, e fino ai tentativi del segretario - del tutto personali e falliti - di recarsi a Mosca dopo l'attacco a Kiev, nella speranza di convincere Putin a fermare l'aggressione.

     

    cremlins meme by emiliano carli il giornalone la stampa cremlins meme by emiliano carli il giornalone la stampa

    Fino a qualche settimana fa, tra i leghisti c'era chi chiedeva esplicitamente di ripensare il sostegno alla resistenza ucraina e appena dopo il voto farsa che ha riconfermato il presidente russo al Cremlino, Salvini era riuscito a scandalizzare chiunque in Europa sostenendo che «quando un popolo vota ha sempre ragione».

     

    Anche per questo le opposizioni non considerano sufficiente le parole di ieri. «È una menzogna – attacca il capogruppo di Azione Matteo Richetti, primo firmatario della mozione – Abbiamo chiesto a Salvini il documento con cui rescinde l'accordo con Putin. Un documento che non esiste. Ma soprattutto è falso che dicano che dopo l'invasione quell'accordo non valga più: perché contiene una clausola automatica di rinnovo».

     

    matteo salvini gianluca savoini a mosca matteo salvini gianluca savoini a mosca

    È il punto 8 dell'accordo tra Lega e Russia Unita: «Entra in vigore – c'è scritto – all'atto della firma delle Parti e ha una validità di 5 anni. L'accordo è automaticamente prorogato per cinque anni, a meno che una delle Parti notifichi all'altra Parte entro e non oltre sei mesi prima della scadenza dell'accordo la sua intenzione alla cessazione dello stesso».

     

    Nulla di tutto ciò è avvenuto. E dunque l'accordo firmato il 6 marzo 2017 si è rinnovato in automatico il 6 marzo 2022, per puro caso dieci giorni dopo l'inizio dell'invasione. Su questo punto non c'è alcuna precisazione da parte della Lega, se non che l'accordo non era «legalmente vincolante» ma un puro atto politico.

     

    IL VIAGGIO DI SALVINI A MOSCA BY ELLEKAPPA IL VIAGGIO DI SALVINI A MOSCA BY ELLEKAPPA

    «Di più - aggiunge la nota di ieri - anche negli anni precedenti non c'erano state iniziative in comune». In realtà c'erano stati viaggi a Mosca, emissari della Lega seduti all'hotel Metropol per parlare di affari e politica, un'associazione – quella che formalizzava un'amicizia tra Lombardia e Russia – che è stata molto attiva per gli interessi dei salviniani. […]

    SALVINI RUSSIA UNITA SALVINI RUSSIA UNITA giorgia meloni volodymyr zelensky giovanbattista fazzolari giorgia meloni volodymyr zelensky giovanbattista fazzolari MATTEO SALVINI E VLADIMIR PUTIN MATTEO SALVINI E VLADIMIR PUTIN matteo salvini e gianluca savoini a mosca piazza rossa matteo salvini e gianluca savoini a mosca piazza rossa

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