MARIO DRAGHI CLAUDIO DESCALZI
1 - GAS: ENI, GAZPROM RIDUCE DI UN TERZO LE FORNITURE ALL'ITALIA
(ANSA) - La Russia riduce di un terzo le forniture all'Italia rispetto alla media degli ultimi giorni. E' quanto si evince da una nota dell'Eni. "Gazprom - scrive la compagnia italiana - ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. Eni fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi".
2 - ALLA CANNA DEL GAS
Uski Audino per “La Stampa”
La Germania rimarrà senza il gas fornito da Nord Stream 1 per dieci giorni a partire da oggi. Tanto dovrebbe durare la consueta manutenzione del gasdotto che trasporta il gas russo in Germania, eseguita nel periodo dell'anno dove normalmente il bisogno di gas è più ridotto.
PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI
Peccato che in questo 2022 di «normale» ci sia poco. Visto lo schema adottato fin qui dal governo di Mosca - ha detto il ministro dell'Economia e Clima Robert Habeck - non sarebbe «super sorprendente» se lo stop si prolungasse oltre i 10 giorni. Ed è proprio questo il problema che agita i sonni di Berlino e a cui si sta cercando di dare soluzione.
Perché se l'impatto economico di un'interruzione di dieci giorni è risibile, una sospensione prolungata o dai contorni incerti, rischia di danneggiare pesantemente l'intera economia tedesca, soprattutto a fronte di stoccaggi che faticano a riempirsi ai ritmi attuali (0,20% al giorno).
DRAGHI PUTIN GAS
Il Paese non sarà pronto prima di due-tre anni alla transizione energetica, ripete il ministero dell'Economia. E guadagnare tre anni in questo frangente non è uno scherzo. Nel frattempo Berlino si prepara al peggio, percorrendo tutte le strade possibili per mettere in sicurezza il sistema Germania.
VLADIMIR PUTIN E IL GAS
Le direttrici su cui si muove sono tre: sostenere le compagnie energetiche in difficoltà - per scongiurare un pericoloso effetto contagio - chiedere all'industria e ai cittadini il massimo del risparmio energetico possibile, e sfruttare al millimetro qualsiasi infrastruttura esistente. Per evitare di fare saltare le società distributrici di gas, il Bundestag ha approvato una legge che rende possibile la partecipazione dello Stato nelle imprese energetiche «rilevanti per il sistema», sul modello usato per il salvataggio di Lufthansa durante l'emergenza coronavirus.
uniper
Uniper per esempio, il principale importatore e distributore di gas, perde 900 milioni di euro ogni mese - stimano gli analisti - perché deve acquistare gas sul mercato libero senza poter usufruire dei prezzi concordati nei contratti pluriennali. Uniper ha chiesto l'aiuto dello Stato e ha ottenuto una linea di credito da parte della Banca per lo sviluppo.
Tuttavia una soluzione definitiva non è ancora all'orizzonte perché il 78% delle sue azioni sono nelle mani del fondo finlandese Fortum.
CLAUDIO DESCALZI IN QATAR
Più facile invece è la situazione per la terza società importatrice di gas in Germania, la Vng, che riceverà un fondo di garanzia di 2 miliardi. Parlando di salvataggi lo stesso Scholz ha messo in guardia i concittadini da aspettative troppo alte: «Non saremo in grado di sovvenzionare qualsiasi prezzo».
Sul fronte del risparmio energetico è in atto un braccio di ferro silenzioso tra le richieste del governo, che punta ad una riduzione del 8-15% dei consumi di gas, e le offerte dell'industria, disposta a rinunciare al 3%, secondo un sondaggio dell'Associazione Industrie e Camere di commercio.
olaf scholz vladimir putin
Il gigante degli immobili Vonovia - che dispone di circa 500.000 case in affitto in Germania - ha detto che ridurrà il riscaldamento domestico dalle 23 alle 6 di mattina a 17 gradi, contribuendo a una riduzione dell'8% dei consumi di gas. L'industria della chimica, e in particolare Basf, mette in guardia invece che sotto una certa soglia di risparmio non si può andare, pena la sospensione della produzione. «Se la fornitura dovesse scendere in modo significativo e permanente al di sotto del 50%, dovremmo chiudere il sito di produzione», afferma il gruppo di Ludwigshafen.
PUTIN
Stessa cosa sostiene Thyssen-Krupp. Il fattore decisivo per le grandi aziende è la durata dell'interruzione delle forniture e la rapidità di soluzioni alternative. Andando a caccia di kilowattora last minute, Berlino avrebbe preso in considerazione l'ipotesi di sfruttare la conduttura inutilizzata del tratto tedesco di Nord Stream 2 per trasportare gas in arrivo dalle navi rigassificatrici di Gnl, in modo da immetterlo direttamente in una rete già esistente.
In quest' ottica si può leggere la questione della turbina di Siemens Energy. Lo scorso 14 giugno Mosca ha ridotto del 60% il gas in transito su Nord Stream 1, adducendo come causa l'assenza di una turbina in riparazione. In effetti la turbina della tedesca Siemens energy era in riparazione presso la controllata tedesca nell'impianto di Montreal, in Canada. Grazie alle pressioni di Berlino, il governo di Ottawa ha accettato «per un tempo limitato e con un permesso revocabile» di restituire la turbina in questione facendo un'eccezione alle proprie sanzioni contro la Russia, ha detto il ministro delle risorse naturali Jonathan Wilkinson. E Scholz lo ha ringraziato.
Olaf Scholz E Vladimir Putin
I GASDOTTI VERSO L EUROPA VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ putin gas LE CENTRALI A CARBONE IN ITALIA Olaf Scholz E Vladimir Putin vladimir putin emmanuel macron. vng