Michele Esposito per l’ANSA
SUMMIT GEDDA
L'integrità territoriale dell'Ucraina e la sua sovranità sono imprescindibili da qualsiasi "accordo di pace". Al termine della sua prima giornata di lavori è stata questa, secondo fonti europee, uno dei principali risultati del summit che ha riunito a Gedda i consiglieri politici e diplomatici di circa quaranta Paesi, dal G7 all'Ue, dai Paesi Brics alla Cina.
E, vista la platea riunita al tavolo, non era scontato. Il vertice, che ha fatto seguito a quello di fine giugno a Copenaghen, ha visto infatti per la prima volta la presenza di Pechino e ha abbracciato un insieme di Paesi che va ben oltre la coalizione occidentale che sostiene Kiev. A far capire che la riunione avrebbe potuto prendere una direzione giusta è stato, via twitter, il delegato di Kiev Andriy Yermak. Il capo dell'ufficio del presidente Volodymyr Zelensky ha pubblicato (come sua abitudine) l'emoticon che mostra il bicipite, con al fianco la bandiera ucraina, quella dell'Arabia Saudita (che ha ospitato il summit) e l'immagine della Terra.
putin xi jinping
In serata, fonti europee hanno confermato i passi avanti raggiunti nell'incontro. I 40 partecipanti, hanno sottolineato le fonti, si sono detti concordi che qualsiasi accordo di pace debba partire dalla sovranità dell'Ucraina, dal primato della Carta dell'Onu e del rispetto del diritto internazionale.
Hanno inoltre concordato la formazione di gruppi di lavoro - sempre a livello di consiglieri nazionali - su alcuni dei temi chiave della proposta per la pace in dieci punti di Volodymyr Zelensky, dalla sicurezza nucleare a quella alimentare globale, fino agli aiuti umanitari e alla restituzione dei bambini deportati.
putin lula
Si è parlato, hanno spiegato le stesse fonti, di un possibile incontro a livello di capi di Stato e di governo. "I tempi restano in sospeso, ma è considerato plausibile farlo entro la fine dell'anno", è stato spiegato. La prima giornata della riunione prevedeva una sessione plenaria di circa tre ore e una cena a porte chiuse. Non è prevista, al momento, una dichiarazione comune, anche perché al tavolo sono presenti Paesi che hanno posizioni molto distanti. India, Brasile, Sudafrica, Argentina, oltre alla Cina, non hanno finora condiviso il ruolo di G7 e Ue sul conflitto.
JOE BIDEN E VOLODYMYR ZELENSKY AL VERTICE NATO DI VILNIUS
E l'assenza della Russia, non invitata, non è piaciuta a tutti. "Anche se l'Ucraina è la vittima più grande, se vogliamo davvero la pace, dobbiamo coinvolgere Mosca in questo processo in qualche forma", ha spiegato il delegato brasiliano Celso Amorin, che ha partecipato all'incontro da remoto. Pechino ha invece inviato a Gedda Li Hui, Rappresentante Speciale per gli Affari euroasiatici. L'inviato cinese "si è detto favorevole ad un terzo incontro a questo livello", hanno spiegato le fonti europee. "I colloqui saranno difficili ma potrebbero essere di successo, la verità è con noi", aveva spiegato Yermak alla vigilia del summit, ribadendo che "la formula di pace di Zelensky è il modo per porre fine alla guerra". L'Ucraina ha tutta l'intenzione di sfruttare la chance offerta dall'Arabia Saudita per isolare ulteriormente Mosca. Mercoledì scorso, secondo il New York Times, Zelensky aveva spiegato ai suoi ambasciatori che la pressione internazionale per arrivare alla pace potrebbe aumentare nei prossimi mesi. All'orizzonte, infatti, si staglia una data che potrebbe essere decisiva per il sostegno militare a Kiev: le elezioni americane del 2024.