Francesca Sforza per “la Stampa”
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«Stanno trasformando senza cerimonie l'Ucraina in un'anti-Russia». L'attacco all'Occidente di Vladimir Putin è partito ieri dal parlamento della città di San Pietroburgo, davanti a un'aula piena per poco più di metà, anche in ragione del distanziamento richiesto, con i deputati rigorosamente in mascherina. La situazione geopolitica è cambiata, e il messaggio del presidente si è subito adeguato, spostando l'accento dagli ucraini "neonazisti" agli occidentali sobillatori di conflitti.
«L'Ucraina è stata spinta a uno scontro diretto con la Russia, c'erano persino piani per attaccare la Crimea e il Donbass. I nemici dell'Occidente - ha detto - hanno accelerato la produzione di armi geopolitiche e hanno condotto massicci preparativi per una guerra economica, introducendo nuove restrizioni alle sanzioni».
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In un discorso partito sotto tono, con una pletorica lista di ringraziamenti al lavoro dei parlamentari (notoriamente depotenziato di qualsiasi effetto reale), in cui Putin faticava a guardare negli occhi la platea, le parole hanno progressivamente lasciato il tono del saluto d'occasione per passare a quello della minaccia, scandita e accompagnata da applausi parchi, ma intensi. Anche il suo sguardo si è sollevato e la retorica ha ripreso le forze, fino al punto più alto: «La risposta ai tentativi dall'esterno di interferire su ciò che sta accadendo in Ucraina e creare minacce sarà fulminea. Abbiamo armi che nessuno ha, voglio che si sappia, non ce ne vantiamo, ma li useremo se sarà necessario».
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Non si tratta più dunque di denazificare l'Ucraina e smilitarizzarla dai banditi, ma di «reagire», come se fosse stata la Russia ad essere attaccata. In questo consiste, sostanzialmente, la svolta che ieri Putin ha impresso alla propaganda del Paese, dove si susseguono tra le altre cose arresti e denunce per il reato di "diffusione di false notizie sull'esercito russo": «L'intero corso degli eventi recenti, comprese le affermazioni del regime di Kiev di possedere armi nucleari, il dispiegamento di una rete di laboratori biologici occidentali sul territorio ucraino, la fornitura ininterrotta delle armi più moderne all'Ucraina confermano che la nostra reazione a questi cinici piani è stata corretta e tempestiva», ha affermato illustrando così il suo attuale pensiero.
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«Tutti i compiti dell'operazione militare speciale saranno adempiuti incondizionatamente al fine di garantire la sicurezza dei residenti delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, della Crimea e del nostro intero paese, in una prospettiva storica», ha aggiunto. Il fatto che l'Occidente stavolta sia compatto è dimostrato dalle dichiarazioni del presidente tedesco Steinmeier, che ieri durante un colloquio con la presidente slovacca Caputova ha mostrato che la Germania - criticata nelle ultime settimane per la sua postura tentennante - non intende invece arretrare: «Le nostre democrazie sono forti e ben fortificate - ha detto - Pronte e in grado di difendere ogni centimetro del territorio dell'alleanza, e a farlo insieme».
Soldati russi
È rimasta solo forse la Turchia a sperare in una mediazione. Ieri il ministro della Difesa turco Akar, dopo le consultazioni di Ramstein sull'assistenza militare da offrire a Kiev ha detto che «malgrado le difficoltà, ci auguriamo che i due leader possano incontrarsi nei prossimi giorni grazie alle proposte avanzate dal presidente Erdogan».
Ma il testo della bozza - a cui stanno lavorando al momento delegazioni di tecnici - non riesce a trovare un punto di caduta sulla questione della Crimea e del Donbass, e nel frattempo la situazione si è deteriorata sul terreno e irrigidita nelle posizioni. «Le sanzioni hanno fallito - ha ripetuto ancora Putin», e «i nostri soldati ci hanno salvato da una minaccia». Sul canale Youtube dove è stato possibile vedere la seduta di San Pietroburgo scorrevano i commenti di alcuni utenti russi. Su una ventina, dieci erano a favore del presidente e dieci no. Uno di questi diceva: «Non sta parlando a dei parlamentari con la mascherina, ma a dei cani con la museruola».
PUTIN CON I SOLDATI RUSSI