Nicola Lombardozzi per “la Repubblica”
VLADIMIR PUTIN AL CREMLINO
Nel giorno in cui oppositori e molti media occidentali attaccano il Cremlino per le singolari conclusioni dell’inchiesta sul delitto Nemtsov, e mentre il Pentagono annuncia l’invio di tremila soldati Usa alle esercitazioni della Nato in Lituania, Estonia e Lettonia, Vladimir Putin si esibisce in una doppia mossa in perfetto “stile Putin”: si fa intervistare per un’ora in tv sul suo piano segreto per riannettere la Crimea e assegna due onorificenze che hanno il sapore di una provocazione.
Litvinenko
Si tratta della Medaglia dell’Ordine dell’Onore concessa nientemeno che al deputato Andrej Lugovoj, ex agente del Kgb, per il quale la Gran Bretagna chiede da anni l’estradizione, ritenendolo l’avvelenatore del dissidente Aleksandr Litvinenko, ucciso a Londra con una dose di polonio radioattivo nel 2006.
Il secondo decorato, come pubblicava ieri mattina il sito ufficiale del Cremlino, è un personaggio ancora di più nell’occhio del ciclone: Ramzan Kadyrov, governatore-dittatore della Cecenia, pupillo personale di Putin e al centro di mille sospetti. Per tutta la giornata di ieri Kadyrov ha continuato a rilasciare dichiarazioni fiume sul suo “soldato modello”, Zaur Dadaev, anche lui decorato da Putin in passato, che domenica ha confessato di essere l’esecutore dell’omicidio Nemtsov compiuto con la complicità di altri cinque ceceni.
omicidio nemtsov zaur dadayev 3
Le spiegazioni di Kadyrov suonavano particolarmente irritanti per gli oppositori e per gli amici di Nemtsov: «Dadaev è un vero patriota, mai avrebbe fatto qualcosa contro la Russia. Probabilmente è rimasto scioccato dalle dichiarazioni di Nemtsov a proposito della strage di Charlie Hebdo ». Secondo alcuni lo stesso “soldato” avrebbe colto il suggerimento, aggiungendo questo movente alla sua confessione.
omicidio nemtsov zaur dadayev
Tra l’altro, le dichiarazioni di Nemtsov, in quell’occasione, furono più o meno le stesse di altri leader liberali, «solidarietà alle vittime», denuncia della «barbarie medievale» con un solo lieve rimprovero al muftì di Russia che «definendo provocatorie le vignette su Maometto finisce per proteggere i terroristi».
Piuttosto, fanno notare al movimento Solidarnost, fondato dal leader assassinato, era stato proprio Kadyrov ad andare in escandescenze in quei giorni. Aveva organizzato una manifestazione a Grozny con un milione di musulmani indignati contro la satira, e aveva dichiarato «suoi nemici personali», l’oligarca Mikhail Khodorkovskij e il direttore di Radio Eco di Mosca Aleksej Venediktov. Entrambi avevano appoggiato la decisione della rivista di ripubblicare le vignette dello scandalo. Entrambi amici di Nemtsov.
NEMTSOV 2
Ma in questo clima di veleni e di paure, Putin non cambia certo la sua rotta. L’intervista, lanciata in tv da lunghi spot pubblicitari, rivelerà la sua verità sulla Crimea. «Nei giorni della fuga di Yanukovich dissi ai miei di preparare un piano per riprenderci la nostra penisola». Il resto si sa già: l’invasione mascherata di migliaia di uomini, la presa del parlamento regionale, il referendum-lampo con il 98% di Sì. Montata con immagini guerresche e musiche da thriller, la trasmissione si chiamerà Crimea, il ritorno a casa.