Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “La Verità”
MARIA VALERIA VALERIO
Ma quale metodo Boffo. Ferruccio Sansa, dopo che avevamo dato la notizia del sequestro del conto condiviso con la moglie, Maria Valeria Valerio, dell’iscrizione sul registro degli indagati della signora con l’accusa di circonvenzione d’incapace e della controversa donazione da 129.000 euro utilizzata per acquistare la casa al figlio, aveva piagnucolato: «L’unica cosa che non posso accettare è che sia linciata la mia famiglia per punire me. Dopo il metodo Boffo arriva il metodo Sansa». […]
In realtà la donna, a precisa domanda del notaio genovese Alberto Giletta, davanti al quale, il 26 maggio scorso, è stata stipulata la «donazione di denaro» da parte del sacerdote Achille Boccia alla professionista, ha specificato di non essere una quisque de populo, ma di «essere persona politicamente esposta quale coniuge di persona politicamente esposta».
Un’informazione fondamentale per l’Antiriciclaggio che monitora i passaggi di denaro e in particolar modo le donazioni ai politici o a persone ad essi legate. Quindi la notizia c’era tutta e non solo perché ad agosto la Procura di Genova aveva chiesto l’arresto dell’avvocato Valerio e ne aveva ottenuto l’interdizione dall’attività professionale sino al febbraio del 2024 oltre che il sequestro del conto corrente.
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Ma come nasce la donazione? La Valerio il 7 luglio 2022 e il suo munifico donatore, padre Achille Boccia, coindagato con lei, avevano accompagnato la novantacinquenne Mariangela Toncini, facoltosa e pia donna milanese, nella filiale di Sestri Ponte della Bnl per far sottoscrivere all’anziana due polizze vita da 265.000 euro l’una a loro favore, «una per ciascuno degli indagati», «senza riuscire a ottenere l’intestazione a causa della mancata approvazione del giudice tutelare».
Boccia, però, sarebbe diventato beneficiario e co-beneficiario di tre polizze vita per un valore complessivo di 1.035.000 euro. E il 26 maggio 2023, come detto, ha donato alla Valerio 129.000 euro. Considerando l’imposta sulla donazione di circa 10.000 euro, la cifra sembra esattamente la metà dei 265.000 euro che l’avvocato aveva provato a farsi lasciare dalla Toncini.
MARIA VALERIA VALERIO
I soldi sono stati versati con un bonifico bancario inviato il 25 maggio da Boccia sul conto dei Sansa aperto presso la Banca popolare etica e sono stati, poi, utilizzati il 31 maggio per pagare parte di un appartamento da 270.000 euro destinato al figlio minore della coppia.
L’avvocatessa aveva spiegato in conferenza stampa, dopo la pubblicazione del nostro scoop: «È vero: ho preso 129.000 euro dall’eredità di Mariangela. L’ho fatto perché frate Achille mi ha pregato di accettare quei soldi perché tra le ultime volontà della donna c’era proprio quella che avessi quel denaro. Che fine hanno fatto quei soldi? Li ho messi all’interno di un acquisto di una casa in centro che abbiamo deciso di comprare in famiglia. Ferruccio ha pagato la sua parte con l’eredità della madre, io ho usato i soldi che mi ha girato il religioso.
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L’ho fatto per non accendere un mutuo, ma mi sono ripromessa di devolvere questa cifra alla missione in Zambia a cui in questi anni ho donato i miei risparmi. Perché non li ho donati subito? Perché si tratta di una piccola associazione che gestisce le donazioni e temevo non fossero in grado di gestire una cifra così alta».
Per la verità nell’atto non si parla proprio di beneficenza, se non a favore della Valerio. Leggiamo: «Il signor Boccia dichiara di donare, come dona, per puro spirito di liberalità, alla signora Maria Valeria Valerio, che con animo grato e riconoscente accetta la somma di 129.000 euro».
Un ex missionario che regala decine di migliaia di euro alla moglie di un politico è un po’ come l’uomo che morde il cane. Ma sul vero motivo di quella donazione, per lo meno quello citato dalla Valerio in conferenza stampa, nulla si dice nell’atto. La Toncini non viene proprio nominata.
Maria Valeria Valerio
Si legge solo che «la parte donante dichiara che i fondi impiegati provengono da lascito successorio». Nell’atto si fa riferimento anche alle norme antiriciclaggio […]
Ma la donazione è avvenuta per volontà di Boccia o era stata la Toncini a far destinare alla Valerio quella piccola fortuna? Tutte domande alle quali certamente daranno risposta le indagini in corso presso la Procura di Genova. Sansa ha difeso l’operazione con queste parole: «Mia moglie ha voluto che ogni passaggio fosse autorizzato dalla magistratura e, dopo la morte della donna, che ci fosse un atto pubblico. Pubblico. Proprio perché non aveva niente da nascondere. Anzi».
Il giornalista-politico non dice o non sa che non c’era altra strada alla donazione pubblica per come previsto dal codice civile e dalle norme sulle imposte di successione e donazione.
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Ricordiamo, infine, che la Toncini era già stata segnalata all’Antiriciclaggio per alcune operazioni sospette quando era la perpetua di don Pasquale A. a Genova Pegli. Finirono sotto osservazione passaggi di denaro da un conto a un altro con triangolazioni considerate non giustificate (per esempio 152.000 euro del parroco passarono sul rapporto bancario della signora e tornarono al sacerdote dopo poco), numerosi prelievi di soldi in contanti e la sottoscrizione di cinque polizze vita, la specialità della casa, del valore complessivo di 250.000 euro. In questo caso il contraente era il don e la beneficiaria era proprio la Toncini. Una storia, quella delle polizze, che adesso sembra un film già visto.
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