Antonio Pollio Salimbeni per “il Messaggero”
VIKTOR ORBAN GIUSEPPE CONTE
Due vertici dei capi di stato e di governo. Se non tre. Obiettivo accordo entro luglio. Via libera all'operazione Next Generation Eu, al centro del quale ci sono il Recovery Fund e altri canali di finanziamento che valgono 750 miliardi di euro raccolti sul mercato emettendo obbligazioni comunitarie. Due terzi sovvenzioni a fondo perduto, un terzo prestiti a tassi irrisori. Più il bilancio Ue 2021-2027, 1100 miliardi per 7 anni.
Ce la faranno? È l'interrogativo del momento. La riunione dell'Eurogruppo ieri non è stata dirimente e, d'altra parte, la palla è in questi giorni nelle mani degli sherpa dei leader che cercano di brogliare la matassa per preparare il Consiglio europeo di venerdì prossimo (sempre on line) e poi l'altro già previsto per il 9 o 10 luglio. Sarà fisico perché i 27 leader e i loro staff si dichiarano incapaci di gestire un negoziato di grande complessità per videoconferenza.
giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles
LA DISCUSSIONE
I ministri finanziari hanno discusso di semestre europeo e di banche. Il presidente Mario Centeno ha informato che le discussioni sull'unione bancaria, comprese quelle sul regime comune di garanzia dei depositi (tema bloccato da mesi) e sull'esposizione al debito sovrano riprenderanno in autunno. Poi i conti della recessione. Nelle stesse ore, i primi ministri del gruppo Visegrad (Ungheria, Polonia, Cechia e Slovacchia), riuniti in un castello a Lednice nel sud-est della Repubblica ceca, dettavano la loro linea: la proposta von der Leyen è troppo squilibrata a favore del Sud Europa.
VIKTOR ORBAN
«Dobbiamo evitare che un paese dell'Europa meridionale abbia molti più benefici di un paese dell'Europa centrale con grossomodo la stessa popolazione e lo stesso Pil pro capite», ha dichiarato il premier slovacco Igor Matovic (Ppe). E l'ungherese Orban: la proposta von der Leyen «è filosoficamente molto lontana da ciò che pensiamo del mondo, occorre guadagnare i soldi prima di spenderli».
Tutti allineati ai «frugali» del Nord, cioè Olanda, Austria, Svezia e Danimarca (con toni più bassi). Orientamenti negoziali duri, quindi. Tuttavia è la partenza e così si fa. Lo stesso Orban aggiunge: «In una situazione eccezionale occorrono soluzioni eccezionali, abbiamo un atteggiamento positivo nei confronti di questa iniziativa, ma dobbiamo lavorarci ancora».
MERKEL RUTTE
Dato che le pratiche sul tavolo sono due, il pacchetto Next Generation Eu e il bilancio Ue, materia per compromessi ce n'è a valanga. Il bilancio poi si vota all'unanimità e le minacce di veto non si conteranno. Il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz invita alla calma: «Anche se le differenze di posizioni tra gli Stati non sono piccole, ho l'impressione che ognuno abbia la volontà di raggiungere un accordo in un breve lasso di tempo».
Un diplomatico europeo rileva che Parigi e Berlino giudicano il pacchetto da 750 miliardi con la ripartizione proposta tra sussidi e prestiti «già un compromesso». Italia e Spagna lo difendono. A Roma c'è preoccupazione per il meccanismo degli esborsi subordinati a decisioni normative che possono rivelarsi irrealistiche: la vera battaglia sarà proprio sulle condizioni degli aiuti.
RUTTE KURZ MERKEL
Il commissario Paolo Gentiloni ribadisce che l'obiettivo dei piani nazionali per la ripresa con i progetti di investimento e riforme e relativi impegni di realizzazione, cifre e date «non è un salvataggio come quelli per Grecia, Portogallo e Spagna cui abbiamo dato un nome più gentile: sono piani che partono dalle priorità di ciascun paese, coordinati con la Commissione.
Non hanno come obiettivo la riduzione del deficit e del debito, ma certamente i paesi che hanno un debito molto alto devono porsi il problema nei prossimi anni per evitare che aumenti ancora di più».
PAOLO GENTILONI DAVID SASSOLI
Quanto alla presidenza Eurogruppo, entro il 25 luglio dovranno essere presentati i candidati: Nadia Calvino, ministra delle finanze spagnole (Pse), è ottimamente posizionata. In lizza ci sarebbero il lussemburghese Pierre Gramegna (liberale) e l'irlandese Paschal Donohoe (Ppe).