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    COVID VOLEVASI DIMOSTRARE: LA PANDEMIA HA RESO PIÙ RICCHI I COLOSSI DELL’HI-TECH, ED È UN PROBLEMA – A WALL STREET CI SONO CINQUE TITOLI CHE DA SOLI RENDONO PIÙ DELL’INTERO LISTINO: SONO AMAZON, FACEBOOK, GOOGLE, MICROSOFT E APPLE, CON IL JOLLY TESLA – HANNO CAPITALIZZAZIONI ENORMI (HANNO LO STESSO PESO DEGLI ULTIMI 383 TITOLI DELL’S&P 500) CHE NON HANNO ALCUN SENSO SE PARAMETRATI ALL’ECONOMIA REALE: QUANDO ESPLODERÀ LA BOLLA?


     
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    Fabrizio Goria per “la Stampa”

     

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    Cinque titoli che da soli rendono più dell'intero listino. E che hanno continuato a crescere senza sosta durante la pandemia di Covid-19. A Wall Street la nuova normalità ha i nomi di Amazon, Facebook, Google, Microsoft, Apple, più Tesla, che ieri ha chiuso il quarto trimestre di fila in utile.

     

    elon musk festeggia il lancio della crew dragon di spacex 2 elon musk festeggia il lancio della crew dragon di spacex 2

    Mentre l'indice S&P 500 registra 495 società negative del 5% da inizio anno, le sei regine del tech sono su del 35 per cento. La differenza tra l'universo della finanza e l'economia reale si sta ampliando ancora di più. E arriva il monito di Goldman Sachs: «Una concentrazione così elevata non è positiva».

     

    Gli ultimi dati sul secondo trimestre dell'anno di Facebook, Alphabet (quindi Google), Apple, Microsoft e Amazon sono stati quasi tutti migliori delle aspettative. I confinamenti dettati dalla spirale di contagi del nuovo coronavirus Sars-Cov-2, che ha bloccato al proprio domicilio milioni e milioni di persone, hanno spinto gli investimenti in smart working e lavoro agile. C'è un dato che deve far riflettere investitori e risparmiatori.

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    Come fa notare Goldman Sachs in una nota rivolta ai clienti istituzionali, «Alphabet, Amazon, Apple, Facebook e Microsoft valgono il 15% del totale dei profitti fatti registrare dalle società dell'indice S&P 500 in questo trimestre». A oggi le valutazioni sui profitti delle aziende del web-tech, secondo Goldman Sachs, sono negoziate a 31 volte tanto il loro valore, mentre gli altri titoli del listino sono a 18. In altre parole, le azioni del tech sono sopravvalutate.

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    La differenza tra ciò che è reale e ciò che è virtuale diventa ancora più significativa se si guardano i dati sul peso che il web-tech ha a Wall Street. Secondo gli analisti di M&G Investments, «Google, Facebook, Amazon e altri nell'indice S&P 500 hanno lo stesso peso in termini di capitalizzazione di mercato combinata (25%, ndr) degli ultimi 383 - cioè (come suggerisce il nome dell'indice) 383 su 500 azioni». La conseguenza è che sono stati creati, come fa notare M&G, «nuovi monopoli».

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    I quali vanno a vantaggio di Bill Gates, nel caso di Microsoft e il loro software Teams; di Jeff Bezos, nella fattispecie di Amazon web services (Aws); di Mark Zuckerberg, per la galassia di Facebook, Whatsapp e Instagram. Tutte compagnie che hanno accolto di buon grado il distanziamento sociale imposto dal Covid-19. C'è una domanda ricorrente, tra gli analisti finanziari. «Fino a quando si potrà continuare con queste valutazioni?», si chiedevano gli economisti della banca statunitense Wells Fargo il mese scorso.

     

    Mentre M&G pone il problema: «Se queste società, che danno lavoro a meno di due milioni di persone (contro circa 11,7 milioni da parte dell'ultimo 25% per capitalizzazione), continueranno ad essere vincenti, quanta parte del mercato continueranno a rappresentare? Che tipo di democrazia può sopravvivere così?». –

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