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    '60/'70, QUANDO L’IMMAGINAZIONE DIVENIVA REALTÀ – NEL DIARIO FOTOGRAFICO DI PETER SCHLESINGER LE PERVERSIONI NON ERANO MATERIA DA INCASELLARE E CODIFICARE. I TRANSESSUALI NON SI TROVAVANO AL SUPERMERCATO INSIEME ALLE COSCE DI POLLO E AGLI SPINACI PRELAVATI


     
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    “checkered past, a visual diary of the ’60 and ‘70” l “checkered past, a visual diary of the ’60 and ‘70” l

    Isabella Gherardi per Dagospia

     

    Ormai raramente succede di aprire un libro e di venire catapultati all’interno di una sfera di cristallo nella quale è racchiuso un mondo incantato, percorso da una brezza cristallina che ispira creatività e gioia di vivere. Un mondo ancora vuoto di persone, oggetti, automobili dove si ha l’impressione che la mente possa spaziare e l’immaginazione divenire realtà.

     

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    Questa è l’atmosfera magica che racconta Peter Schlesinger nel suo libro intitolato “Checkered Past, a visual diary of the ’60 and ‘70”. Sono gli anni nei quali l’originalità, l’anarchia, il bizzarro facevano da padroni nell’ambito dell’arte, della musica e della letteratura.

     

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    Le classi sociali ancora si divertivano a “shakerarsi” tra loro in grandi ville e castelli dove vigeva la curiosità per il diverso da sé. La bellezza e la genialità erano i passaporti per entrare in questa grande festa che percorreva sentieri ancora addormentati come i villaggi della Costa Azzurra, la Germania postbellica vogliosa di vita, le terme dell’Est Europa….

     

    Non esistevano i megacondomini al mare, i resorts/spa ayurvedici ad ogni costo, i

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    kilometri di periferie industriali che hanno intristito anche il più antico dei centri storici, le scuole per “enogastronauti”, gli chef/designers e la moda, la stessa ovunque, da Parigi a Pechino. Il diverso non andava reso uguale ma esaltato nella sua diversità.

     

    Le perversioni davano ancora il ”friccico” e non erano materia da incasellare e codificare. I transessuali non si trovavano al supermercato insieme alle cosce di pollo e agli spinaci prelavati.

     

    Tutto questo è raccontato con straordinaria vivacità e poesia attraverso fotografie

    e parole da Schlesinger, allora giovane artista californiano arrivato in Europa avendo come amante e mentore un altrettanto giovane David Hockney.

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    L’introduzione è di un certo Manolo Blanick non ancora tristemente famoso per le scarpe di “Sex & City”. Lui stesso vi è più volte ritratto in immagini che trasudano

    giovinezza, allegria e desiderio, nei suoi “twenties”, quando, come dice lui stesso, “ogni volta che incontravi qualcuno per la prima volta, sembrava dare un nuovo corso

    alla tua vita….”.

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    Splendida la sua foto del ’72 en travesti per un ballo in maschera nelle vesti di Nancy Cunard del ritratto di Cecil Beaton. In questo mondo giovani e vecchi coesistevano armonicamente, Wystam Auden e Mick Jagger, Paulette Goddard in un avanzato viale del tramonto, e Andy Wharol, Douglas Fairbanks e Paloma Picasso.

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    Una delle foto più toccanti: Natasha Richardson bambina mora e paffutella ai bordi di una piscina, ignara del destino tragico che la travolgerà trent’anni dopo su un campo da sci.

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    E poi all’improvviso a pagina 107 una grande foto di Eric Boman, amante e compagno di avventure di Schlesinger, poi diventato famoso fotografo di moda.

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    Quel che mi ha colpito in questa foto del 1977 è che non può non avere ispirato Cindy Sherman per la sua famosissima fotografia “Untitled #96” battuta all’asta nel 2011 per $3.89 milioni. Segno che il mondo raccontato da Peter Schlesinger continua a parlarci nel 2016.

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    Una delle ultime immagini rappresenta Cecil Beaton ormai fantasma di sé stesso, corroso dal cancro, che sorride ironico. Sembra dirci: Ragazzi, la festa è finita, da ora in poi solo parties con botulino e sponsors. I giochi sono già fatti. Addio.

     

    “Checkered Past, A Visual Diary of the ’60 and ‘70” ed. Vendome, New York. In Italia edito da Damiani Editore.

     

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