Antonio Dipollina per la Repubblica
emilio ravel
Metà anni Settanta, capo della redazione cultura e spettacoli del Tg2 diretto da Andrea Barbato. Detta così, era probabilmente il posto di lavoro più bello del mondo.
E lo occupava Emilio Ravel, scomparso ieri a 85 anni dopo breve malattia. Per il grande pubblico della tv, un nome scolpito in coppia con quello di Brando Giordani nella creazione, proprio all' epoca, del gioiello Odeon (sottotitolo: "Tutto quanto fa spettacolo").
Ovvero, come prendere un intero sistema di comunicazione primaria, la tv di quegli anni, e con una vigorosa scrollata far cadere tutta la polvere. Odeon - prima puntata nel dicembre '76 - a regime da subito e in onda fino all' aprile 1978. Ma se consideriamo tutto quello che è nato in tv sulla scia di Odeon, si può dire che quel programma non avrà fine mai.
emilio ravel
E appunto nella Rai della riforma appena varata - la migliore di sempre, secondo varie interpretazioni - l' istinto pionieristico fioriva nella programmazione. Grazie al secondo canale della Rai, a disposizione per i nuovi estri. E si ricorda soprattutto Odeon, si ricordano Keith Emerson e la travolgente sigla ( Honky Tonk Train Blues) e soprattutto il ritmo implacabile e mai visto dei servizi dal taglio frenetico con le immagini a prevalere su tutto. C' erano cinema, musica, show internazionale, curiosità dal mondo. Nella prima puntata, per dire, un reportage dal Crazy Horse parigino, ma non c' era solo da risvegliare il pubblico insonnolito dalla tv d' epoca: c' erano davvero il pionierismo e l' estro di libertà che i tempi si portavano appresso.
unomattina
Ravel si chiamava in realtà Raveggi ed era toscano di Siena, attaccatissimo alle origini (contrada della Selva, in molti ricorderanno le sue stentoree telecronache del Palio). Ed era soprattutto giornalista, era nella fondazione del Telegiornale nazionale e poi ancora, fine anni 60, di quel Tv7 che diventò imprescindibile ma anche di programmi che solo dal titolo sanno di leggenda: AZ, un fatto, come e perché. Il seguito fu tanta tv, compreso un tentativo di replicare Odeon ( Colosseum, nel 1983) ma poi da autore dentro altre cose assai innovative come Pronto Raffaella?, Gulliver, UnoMattina. Oggi, nel ricordo, corre una sola qualifica, quella di pioniere. E per il pubblico resta soprattutto il pensiero: "ma te lo ricordi Odeon?".
Quella stagione, quei nomi: Barbato, Giordani, Ravel, Keith Emerson. Non c' è più nessuno e anche quelle note a cascata della fragorosa sigla che risuona in queste ore nelle rievocazioni sanno di malinconia frenetica, ossimoro quanto basta. I funerali oggi a Castelnuovo Berardenga, a un passo da Siena, buen retiro degli ultimi tempi.
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