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    BRUSH HOUR, LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI - UNA VOLTA APPROVATA LA RIFORMA ELETTORALE, OGNI SCUSA SARÀ BUONA PER ANDARE ALLE URNE. E QUANDO NASCERÀ IL RENZI-UNO PER LETTA E’ PRONTA LA GUIDA DELLA FARNESINA


     
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    Francesco Bonazzi per Dagospia

    Ma com'è triste la vita senza la legge elettorale. Con l'Italicum bloccato una settimana alla Camera per colpa dei troppi decreti in scadenza, i piddini sono quasi costretti a non litigare fra loro e Renzie può pensare con un minimo di calma ai suoi due problemi principali: come prendere il controllo dei gruppi parlamentari democrat e dove piazzare Lettanipote quando il governino di Mezze Intese sarà giunto al capolinea.

    MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTAMATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA

    Il fatto che alla Camera, la scorsa settimana, ci siano stati soltanto 20-25 franchi tiratori, ovvero un terzo del previsto, ha fatto tirare un gran sospiro di sollievo a Renzie. E' il segno che il partito si sta arrendendo al suo nuovo padroncino e che ognuno, bersaniano o dalemiano che sia, calcola le personali chance di ricandidatura con il Rottam'attore.

    Al Senato però sarà più dura, perché lì i renziani di stretta osservanza sono davvero pochi e Matteuccio dovrà superare anche l'ostacolo rappresentato dalla rocciosa presidente della commissione Affari costituzionali, Anna Finocchiaro. Ed è anche per questo che gli uomini e le donne della segreteria sono impegnati in un discreto pressing sui deputati "orfani" dei leader rottamati da Renzie.

    L'arma vincente? Rassicurare la gran parte di loro, che in fondo sono mediamente giovani e più che presentabili, che se si comporteranno bene sulle riforme ritroveranno l'amato seggio.

    napolitano letta renzinapolitano letta renzi

    Renzie si prepara invece a giocare in difesa sul fronte del rimpasto di governo. Al suo ritorno dalla missione araba a caccia di petrodollari, Enrico Letta andrà nuovamente alla carica e chiederà al Rottam'attore di "sporcarsi le mani", indicando una serie di nomi. Ma ai suoi collaboratori più stretti, il sindaco fiorentino ha già anticipato che si terrà le mani libere (e soprattutto la lingua, visto quanto gli piace correggere Palazzo Chigi). Del resto lui guarda già avanti e sa che lo stesso fa, sul Colle più alto, il suo nuovo alleato Re Giorgio.

    Una volta approvata la riforma elettorale, e archiviato l'inutile semestre italiano di presidenza Ue, ogni scusa sarà buona per andare alle urne. E quando nascerà il Renzi Uno - anche nel caso si trattasse di un governo di emergenza - c'è già il piano per tenere dentro Lettanipote: la guida della Farnesina. Anche perché non c'è vero democristiano che non sappia che, per un ex premier, fare il ministro degli Esteri è una soluzione più che onorevole. Andreotti docet, ma non solo.

    ENRICO LETTA  DOHA  EMIROENRICO LETTA DOHA EMIRO

    In ogni caso, prima di tutto c'è da andare al voto per l'Europarlamento e oggi la campagna elettorale italiana è stata aperta ufficialmente da Re Giorgio in persona, in euro-visione da Strasburgo. L'inventore del governo Monti, con un'acrobazia da consumato professionista della politica, ha concesso che "la politica dell'austerità a ogni costo non regge più".

    Ma poi ha delimitato il campo di gioco ricordando che da questa Unione europea "non si torna indietro". I leghisti lo hanno contestato parlando di "euro follie che verranno spazzate via dal voto". Il problema è che lo "spazzino" della situazione, più che Matteo Salvini, rischia di essere Silvio Berlusconi. Che su tasse ed "euro cattivo" prepara una campagna forsennata e di facile successo.

    napolitano renzinapolitano renzi

     

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