1 - IL SILVIO A LATO
Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
salvini e berlusconi in conferenza stampa
Ci ha provato. Uscendo dallo studio del Presidente con gli alleati, SilvEgo Berlusconi si è acconciato a svolgere l' umile ruolo di presentatore della nuova popstar Matteo Salvini. Senonché, mentre il leghista parlava, ha guardato dentro un televisore e si è reso conto di occupare la parte esterna dell'inquadratura.
Non gli era mai successo. Il socio di maggioranza era sempre stato lui, fin da quando vendeva i temi a scuola e gli appartamenti nella brughiera. Invece in quel momento gli toccava farsi di lato per ascoltare in silenzio un ragazzone incapace di indossare una giacca tre bottoni come si deve.
salvini e berlusconi in conferenza stampa
Sulle prime ha chiuso gli occhi, sperando si trattasse di un incubo. Poi si è toccato la cravatta e ha dondolato la testa, finché il desiderio di tornare a capotavola ha prevalso su qualsiasi considerazione di opportunità politica. Ha cominciato a sbirciare il foglio che Salvini stava leggendo e a scandire i passaggi del discorso con le mani, talmente in fretta che ha sfoderato sette dita quando l'oratore era ancora fermo al punto sei.
salvini e berlusconi in conferenza stampa
Finite le dita, si è messo a fare le facce, commentando la prosa dell'usurpatore con sbuffi e smorfie, e mimandone il labiale in una sorta di doppiaggio silenzioso, affinché tutti capissero che quelle parole le pronunciava l' altro, ma le aveva scritte lui. Poi non ha più resistito: ha spinto Salvini e la Meloni verso l' uscita ed è tornato indietro per tuffarsi tra i microfoni. L'unico modo che gli resta di essere primo è di essere solo.
2 - SILVIO-SHOW ANTI M5S: «NON SONO DEMOCRATICI» IRA SALVINI: UNA PIAZZATA
Mario Ajello Marco Conti per “il Messaggero”
salvini e berlusconi in conferenza stampa
Giorgia Meloni rivolge uno sguardo allibito a Matteo Salvini. Il leader leghista è più allibito di lei. Mentre il Cavaliere, in formato Stra-Silvio, da mattatore che non accetta di essere messo all' angolo, sta stracciando lo spartito che era stato scritto tutti insieme nel vertice di Palazzo Grazioli e così congegnato: a nome di tutti Salvini legge all' uscita dallo studio di Mattarella il comunicato unitario che per due ore, virgola dopo virgola, e attenti a non farsi ingannare l' un l' altro, i tre avevano scritto. Per dimostrare che il loro summit era andato bene, e invece è andato malissimo. «Silvio devi fare un passo di lato, così si sblocca tutto», gli ha detto Salvini a Palazzo Grazioli. Ma il padrone di casa: «Non mi si può chiedere questo.
salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa
La devono smettere tutti, anche nel centrodestra, a piegarsi alle pretese di Di Maio che vorrebbe cancellarmi dalla faccia della terra». Ognuno resta sulle sue posizioni nel vertice che non risolve nulla, si trova però l' escamotage del comunicato comune e tutto sarebbe dovuto filare, almeno per la giornata di ieri, liscio. E invece no.
CONTRO-PROGRAMMAZIONE
Berlusconi, fuori dallo studio alla Vetrata, mette in scena una sua classica invenzione comunicativa. Quella del panino, perfetta per oscurare l'avversario davanti agli spettatori e ai telespettatori.
Deve parlare Salvini (per dire come d'accordo che «la Lega indicherà il premier del centrodestra») e Silvio deve limitarsi a introdurlo. Lo fa così davanti a centinaia di telecamere: «Sulle parole che sta per leggere Salvini abbiamo litigato abbastanza».
salvini e berlusconi in conferenza stampa
Perfetta sintesi della guerra svoltasi nel summit di dopopranzo. In cui - dice una fonte forzista - Berlusconi ha capito che Salvini lo ha scaricato o lo scaricherà. E comunque: Salvini al microfono, e Silvio gli ruba la scena a colpi di sorrisi super-mediatici, ora muove le braccia come fosse un direttore d' orchestra che dà il ritmo al suo sottoposto, ora con le dita fa il segno di uno! due! tre! quattro! mentre Matteo illustra i vari punti, ora s' illumina platealmente quando l' altro parla dello «spirito di Pratica di mare» e accenna al tema giustizia, ora scimmiotta con il labiale il capo leghista dicendo «u-ni-ta-ria-men-te».
salvini e berlusconi in conferenza stampa
E il panino? Salvini ha finito, Berlusconi dice «andiamo via», sposta gli altri due («Giorgia, vai», mentre Salvini lo allontana prendendolo per le spalle) e lui di colpo si blocca. Torna indietro, afferra il microfono prendendo in contropiede gli alleati che subito s' infuriano lanciandogli sguardi tremendi e già consapevoli che Silvio sta per rovinare tutto il lavorio diplomatico fatto con i 5 stelle.
E infatti, ai giornalisti: «Mi raccomando, fate i bravi. E sappiate riconoscere chi è democratico e chi non conosce neppure l' Abc della democrazia». Un siluro contro i 5 stelle. Un pietra (tombale?) sulla strategia di Salvini. Il quale subito dopo ha un umore così: «Berlusconi parla per sé non è quello che pensiamo noi». La Meloni idem. Furiosa. «Ma a che cosa servono i vertici a Grazioli - grondano rabbia quelli di Fratelli d' Italia - se poi Berlusconi fa come gli pare e manda all' aria tutto?». Il panino - parlo io, poi lui, poi io: e alla gente il messaggio del companatico non arriva - per stritolare Salvini ha funzionato.
BERLUSCONI SALVINI
Ed ecco il Cavaliere che da trionfatore, sorrisone a trentadue denti, scende le scale del Quirinale.
Cerca di infilare in auto gli alleati, che vorrebbero bucargli le gomme. Salvini preferisce andare a piedi e la Meloni, malgrado i tacchi si incastrino nei sampietrini, intende seguirlo pur di non stare con Berlusconi. Il quale a sua volta, pur di guadagnarsi una foto con gli alleati come se tutto andasse bene, s' incammina e dice: «Ho fatto capire ai 5 stelle come funziona il mondo!». Poi, soddisfattissimo: «Vediamo adesso Mattarella che cosa decide. Noi ci siamo. Con un nostro candidato o pronti a valutare altri nomi».
L'ESPLOSIONE
SALVINI MELONI BERLUSCONI
Salvini e Giorgetti lo seguono e hanno un volto lugubre. Meloni vorrebbe non esserci. Giorgetti accelera il passo e chiede all'ex premier della sortita di pochi minuti prima: «Hai punzecchiato i 5S?». «Gli ho dato una sberla, perché non conoscono le regole della democrazia - attacca Berlusconi - e se tu pensi di avere più voti tra i comunisti ti è dispiaciuto, se invece pensi di averne di più tra i cattolici e i moderati non può non averti fatto piacere». Salvini ascolta la spiegazione, ma non replica. Consapevolissimo che la «piazzata» di Berlusconi ha fatto esplodere la (finta) unità del centrodestra.