Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera
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Prima Higuain, poi Dybala. I gol della Juve sono a targhe alterne e Ronaldo sembra una fuoriserie parcheggiata a bordo strada. Buon per Sarri, che può fare il tagliando al campione acciaccato senza perdere un metro di strada, grazie alla staffetta d' oro tra i due argentini.
Ma tutta la luce che emanano Higuain e Dybala, rischia di mettere in ombra Cristiano? L' aspetto che lascia più dubbi non è né la riottosità mostrata dal portoghese al momento della ormai celebre sostituzione col Milan, né la sua aria vagamente intristita.
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Quello che lascia perplessi è il rendimento scadente delle ultime settimane, al di là dei quattro gol fatti in Nazionale con Lituania e Lussemburgo.
L' ultima volta che è suonato davvero «l' allarme per il calo di rendimento di Ronaldo», come titolavano i quotidiani di Madrid all' epoca, è stato due anni fa, proprio a fine novembre. E i toni usati in Spagna erano crepuscolari, perché sembrava davvero arrivato l' autunno del campione.
Peccato che la stagione preferita da Cristiano soprattutto negli ultimi anni sia la primavera: se ne accorse anche la Juve, col famoso gol in rovesciata allo Stadium, poi arrivarono la quinta Champions, l' addio al Real Madrid e lo sbarco a Torino.
Il Ronaldo di oggi, a livello di numeri (6 gol e due assist tra campionato e Champions) è un po' meglio di quello di due anni fa, quando con 55 tiri aveva segnato appena un gol.
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Ma la sensazione di un certo spaesamento lasciata da CR7 contro l' Atletico pone comunque degli interrogativi, perché due anni nel calcio sono tanti, specie per un giocatore che va per i 35 e che della fisicità debordante ha sempre fatto una delle sue armi principali: al momento del dunque, quando la Champions sarà senza paracadute, sarà un altro Ronaldo? O meglio: sarà quello di sempre, decisivo nelle partite che contano?
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Al di là dell' età, elementi per pensare il contrario adesso non ce ne sono, anche se Ronaldo sembra trovarsi meno bene con Dybala e Higuain (ovviamente alternati) rispetto a Mandzukic un anno fa. Se poi Cristiano dovrà davvero assistere al sesto Pallone d' oro di Messi o a quello di Van Dijk, troverà le motivazioni giuste per provare a rivincerlo nel 2020. Del resto la determinazione è la specialità della casa.
Anche se resta da vedere se sarà supportata del tutto dalla condizione atletica. E psicologica. E in questo senso la gestione Sarri pare perfetta: martedì Ronaldo sarebbe stato il primo da sostituire, invece l' allenatore lo ha lasciato in campo. Anche perché un eventuale pari, sfiorato da Morata, sarebbe stato ininfluente. È nelle partite senza domani che Ronaldo deve tornare insostituibile. Il tempo c' è. E stavolta c' è anche la concorrenza: per ora sembra più un pungolo che un ostacolo.
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