Domenico Agasso per "La Stampa"
Dalla Francia alla Germania, dalla Polonia all'Irlanda, fino agli Stati Uniti, al Cile, al Messico e alla lontana Australia, per citare i casi più clamorosi: la piaga della pedofilia nelle Sacre Stanze ha gravemente infettato decine di Stati e migliaia di diocesi e parrocchie nel corso dei decenni.
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La geografia degli orrori della Chiesa continua ad allargarsi. E, tra silenzi e omertà, oltre a devastare la vita dei ragazzini abusati e dei loro familiari, provoca danni di immagine e di credibilità all'istituzione ecclesiastica.
E anche ingenti perdite economiche per risarcire le vittime, costringendo spesso a vendere parti del patrimonio parrocchiale o diocesano e a chiedere prestiti, come sta per accadere in Francia.
ABUSI SESSUALI NELLA CHIESA
Anche se in questo momento è impossibile avere una stima di quanto la Chiesa nel mondo sborserà nei prossimi mesi e anni, dato che la stragrande maggioranza delle cause sono ancora in corso, resta certo che la più grande somma sborsata è stata nell'arcidiocesi di Boston, nell'ambito del celebre «caso Spotlight», titolo del film del 2015 che ripercorre l'inchiesta giornalistica del The Boston Globe - Premio Pulitzer - sugli abusi sessuali compiuti su minori: 660 milioni di dollari elargiti a 508 vittime.
CARDINALE BERNARD FRANCIS LAW
Furono 89 i sacerdoti accusati e 55 quelli rimossi dall'incarico per l'infame crimine, coperti dall'influentissimo cardinale Bernard Francis Law, morto nel 2017. Quel terremoto, nel 2002, travolse la Chiesa americana ma scosse anche il Vaticano: niente sarebbe stato più come prima.
È stato papa Benedetto XVI ad affrontare per primo la situazione ormai deflagrante nei Sacri Palazzi, con due azioni simbolo: la rimozione e la messa in stato di isolamento di un simbolo del male, il potente fondatore dei Legionari di Cristo, il predatore sessuale seriale messicano Marcial Maciel Degollado; il viaggio in Usa nel 2008, durante il quale chiederà perdono alle vittime (mai accaduto prima).
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La rivelazione di migliaia di abusi su minori contraddistingue l'ultima parte del suo pontificato: il più dirompente nella cattolicissima Irlanda, dove saranno cacciati vescovi e otre 100 preti.
Papa Francesco accelera la lotta contro la pedofilia avviata dal suo predecessore, e deve affrontare l'esplosione della gerarchia ecclesiale cilena, prendendo una decisione senza precedenti: nel 2018 convoca a Roma tutti i vescovi, e li fa dimettere.
A marzo di quest'anno un altro scandalo devasta la Germania. Il report di un'indagine indipendente nell'arcidiocesi di Colonia fornisce numeri agghiaccianti: 202 i responsabili e 314 le vittime di violenze avvenute tra il 1975 e il 2018. E per il 63% i colpevoli sono appartenenti al clero.
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In Germania i presuli hanno preso due provvedimenti per ciò che riguarda i risarcimenti agli abusati: uno che stabilisce - attraverso una commissione indipendente - le procedure per arrivare alla definizione della cifra da corrispondere; e poi hanno istituito anche un «fondo di solidarietà».
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Ecco poi la Polonia, dove la Conferenza episcopale ha denunciato numeri terrificanti: da luglio 2018 a dicembre 2020, a diocesi e ordini religiosi sono arrivate 368 denunce di abusi su minori, per i quali sono accusati 292 preti. Le segnalazioni riguardano il periodo tra il 1958 e il 2020.
Tra chi ha recentemente indagato c'è anche il cardinale Angelo Bagnasco. Mentre vari vescovi stanno già «saltando» per coperture e omissioni, sotto accusa c'è pure il porporato Stanislaw Dziwisz, già segretario di papa Giovanni Paolo II.
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Trasferendosi dall'altra parte del pianeta, una vittima in Australia ha ricevuto da parte della Chiesa un maxi-risarcimento di 1,5 milioni di dollari australiani, circa un milione di euro, poco prima dell'inizio del processo, ad aprile.
L'uomo, oggi 58enne, era «bersaglio» anche del prete predatore padre Gerald Ridsdale, della diocesi di Ballarat, ora in carcere. È uno tra le centinaia di vittime che in Australia stanno chiedendo indennizzi alla Chiesa.
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Il più cospicuo finora è stato dato alla fine di gennaio di quest'anno a un 52enne: 2,45 milioni di dollari australiani, più di un milione e mezzo di euro, per gli abusi subiti dal suo insegnante, il sacerdote Bertram Adderley.
L'affaire pedofilia in Australia aveva portato a un'inchiesta nazionale, in cui furono raccolte le deposizioni di 15mila persone e ascoltate a porte chiuse 8mila vittime, e aveva fatto parlare nel 2017 di «tragedia nazionale».
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