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    QUANTO VALE LA VITA DI UN OSTAGGIO? – NEL 2011 PER LIBERARE IL SOLDATO ISRAELIANO GILAD SHALIT FU NECESSARIA LA SCARCERAZIONE DI 1027 PALESTINESI CONSIDERATI PERICOLOSI – CHE SUCCEDERÀ ALLE OLTRE 200 PERSONE IN MANO AD HAMAS? I TERRORISTI SANNO DI AVERE CON SÉ "MERCE" PREZIOSA PER LE TRATTATIVE – COME MAI LE ANIME BELLE CHE SCENDONO IN PIAZZA PER DIFENDERE I CIVILI DI GAZA NON NOMINANO MAI GLI OSTAGGI E I MORTI SGOZZATI DAI TERRORISTI?


     
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    Liberazione di Gilad Shalit Liberazione di Gilad Shalit

    1. COSA PRETENDERÀ HAMAS ORA CHE HA CATTURATO PIÙ DI 200 OSTAGGI? NEL 2011, UN SOLDATO ISRAELIANO, GILAD SHALIT, FU RILASCIATO IN CAMBIO DI PIÙ DI 1000 PALESTINESI, TRA CUI CENTINAIA DI MILIZIANI ISLAMISTI – GERSHON BASKIN, CHE NEGOZIÒ IL RILASCIO DI SHALIT: “IL TEMPO STA PASSANDO. DOBBIAMO FARE TUTTO PRIMA DELL'INGRESSO A GAZA E DEVONO PARLARSI DIRETTAMENTE ISRAELE, QATAR E HAMAS” – TRA I PRIGIONIERI LIBERATI ALLORA, C'ERA ANCHE UN UOMO CHE...

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/cosa-pretendera-hamas-nbsp-ora-che-ha-catturato-piu-200-372030.htm

    ostaggi nelle mani di hamas ostaggi nelle mani di hamas

     

    2. AI «MILLE» PER SHALIT ALL’«AFFARE JIBRIL» QUANDO FURONO LIBERATI I FUTURI CAPI DELL’INTIFADA

    Estratto dell'articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

     

    Sino a che punto lo Stato può permettersi di mettere a rischio la propria sicurezza pur di liberare i singoli cittadini nelle mani del nemico? Se guardiamo alla Storia scopriamo che i parametri sono profondamente cambiati nel tempo.

     

    israeliani presi in ostaggio da hamas 5 israeliani presi in ostaggio da hamas 5

    Con gli anni è cresciuto in Israele una sorta di patto sociale non scritto […] tra Stato e popolazione, per cui le famiglie affidano le vite dei loro figli (ragazzi e ragazze) all’esercito, consapevoli però che il governo in carica farà di tutto per riportarli a casa.

     

    […] È sufficiente però ricordare le polemiche divampate nel 2011, quando l’allora esecutivo di Benjamin Netanyahu accettò di liberare 1.027 palestinesi considerati pericolosi (tra loro 78 accusati di orribili attentati terroristici) in cambio del sergente Gilad Shalit catturato da Hamas a Gaza […].

    Gilad Shalit Gilad Shalit

     

    […] Negli anni seguenti alla nascita dello Stato nel 1948, gli scambi di prigionieri erano proporzionati. Tanto che ci furono dibattiti accesi quando nel 1955 si acconsentì a liberare 45 soldati siriani in cambio di quattro israeliani più il corpo del loro comandante. Il salto fu nel 1983: allora si lasciarono andare 4.700 arabi in cambio di 6 israeliani nelle mani dell’Olp in Libano.

     

    Ma lo scambio più controverso […] è quello del 1985 noto come «l’affare Jibril». Tre soldati per 1.150 guerriglieri palestinesi e con loro anche Kozo Okamoto, il terrorista giapponese convertito all’Islam, che nel 1972 aveva partecipato all’uccisione di 26 persone nell’aeroporto di Tel Aviv.

     

    israeliani presi in ostaggio da hamas 4 israeliani presi in ostaggio da hamas 4

    Da allora la guerriglia palestinese capì che se fosse riuscita a catturare ostaggi israeliani avrebbe potuto ottenere molto, compresa la propria incolumità. Si scoprì poi che tanti tra i 1.150 erano diventati attivisti della prima intifada esplosa nel dicembre 1987 e quindi militanti di Hamas. Alcuni di loro pare siano stati tra i kamikaze che si facevano esplodere sui bus e nei locali pubblici israeliani negli anni Novanta.

     

    3. QUANTO VALE LA VITA DI UN OSTAGGIO? LA DIFFICILE ARMA DELLA TRATTATIVA

    Estratto dell’articolo di Assia Neumann Dayan per “La Stampa”

     

    […] In queste tre settimane le piazze del mondo si sono riempite di manifestazioni per la Palestina e per Gaza, cosa più che legittima, ma purtroppo le piazze erano anche piene di smemorati che si sono dimenticati di spendere due parole per i duecento civili tenuti in ostaggio da un gruppo terrorista.

    donne ostaggio rilasciate da hamas donne ostaggio rilasciate da hamas

     

    In queste tre settimane attori di Hollywood, influencer, intellettuali, attivisti per i diritti civili, fumettisti, fotomodelle, ecoattivisti, hanno fatto sapere al mondo che loro sono dalla parte giusta della Storia, giusta anche se un po' smemorata. La parte giusta della Storia non nomina mai la tragedia degli ostaggi, né la strage dei 1.400 civili israeliani, e allora mi chiedo come questa possa essere la parte giusta, perché se lo fosse io non ci vorrei stare. Non nominare mai gli ostaggi, né i morti, vuol dire che quegli ostaggi e quei morti non esistono.

    Gilad Shalit Gilad Shalit

     

    Non nominare mai gli ostaggi, né i morti, è un danno incalcolabile per la causa palestinese, per gli israeliani, per i vivi e per i morti. Esattamente come non riuscire a dire che quello che sta facendo il governo Netanyahu ai civili di Gaza, con la popolazione ridotta alla fame e alla sete, sotto le bombe, con migliaia di morti, è una tragedia che va condannata e fermata.

     

    Per Israele, la condizione necessaria perché tutto questo finisca è quella del rilascio degli ostaggi. Hamas ha detto che li avrebbe rilasciati in cambio della liberazione di tutti i detenuti palestinesi. E quindi: quanto vale la vita di un ostaggio? Vale di più o vale di meno della vita di un uomo libero? La vita di un terrorista quanto vale?

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    Le famiglie degli ostaggi stanno manifestando per chiedere a Netanyahu di riportare a casa i propri cari a qualunque costo, e nessuno nei loro panni si sognerebbe di fare diversamente.

     

    Hamas non trattiene solo israeliani, gli ostaggi sono di diverse nazionalità, tra cui otto russi. Musa Abu Marzouk, responsabile delle relazioni con l'estero di Hamas, ha dichiarato di aver ricevuto una lista di cittadini con doppia cittadinanza e che loro sono «molto attenti a questa lista» e che la gestiranno «con attenzione perché guardiamo alla Russia come al nostro più caro amico».

     

    israeliani presi in ostaggio da hamas 2 israeliani presi in ostaggio da hamas 2

    Sappiamo quindi che la vita di un ostaggio russo, per Hamas, vale più di quella di un bambino israeliano. Per Hamas la vita conta meno della morte e del martirio, per Hamas la vita dei civili palestinesi e degli israeliani non vale niente, ma quella degli ostaggi qualcosa vale, perché è merce preziosa, anche se pur sempre merce.

     

    Hamas finora ha rilasciato due ostaggi con passaporto americano, e ha rilasciato due donne israeliane. Si è parlato molto del fatto che Yocheved Lifshitz, una delle due donne liberate, abbia stretto la mano al suo carnefice e che gli abbia rivolto uno "Shalom" (che vuol dire "pace", ma è usato piuttosto comunemente come saluto). L'unica cosa che ho pensato è che se dei terroristi avessero ancora con loro mio marito, non solo gli avrei stretto la mano, ma avrei detto che dormire in un tunnel era meglio di un soggiorno in un hotel di lusso.

    ragazzi presi in ostaggio da hamas durante il rave 2 ragazzi presi in ostaggio da hamas durante il rave 2

     

    […] Il gesto più infernale a cui abbia assistito in queste settimane è stato vedere le persone che strappavano e buttavano nell'immondizia i manifesti con le fotografie degli ostaggi. Foto di donne, bambini, vecchi, neonati, giovani, strappati e buttati per cancellarne l'esistenza e la nostra memoria. Su un manifesto hanno disegnato i baffetti da Hitler a due bambine. Altrove, hanno sostituito la scritta "kidnapped" con la scritta "occupier", come se un bambino di quattro anni potesse occupare qualcosa.

     

    ragazzi al rave in fuga dai miliziani di hamas nel deserto 3 ragazzi al rave in fuga dai miliziani di hamas nel deserto 3

    È questo il colpo in testa che il mondo ha preso, la cancellazione della memoria, in quello che sembrava essere il secolo dell'empatia e dei diritti per tutti. Sono anche convinta che il Giorno della Memoria saranno tutti a chiedersi come sia stato possibile avere avuto il nazismo, tra un "mai più" e l'altro, tutti a guardare commossi la scritta "indifferenza" al Binario 21, per poi dimenticarsene dopo cinque minuti, giusto il tempo di scrivere un pensiero sullo stare dalla parte giusta della Storia.

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