1. ADDIO A GLORIA VANDERBILT, È MORTA A 95 ANNI
gloria vanderbilt vista da avedon
(ANSA) - Addio a Gloria Vanderbilt. L'artista, autrice e attrice americana è morta all'età di 95 anni. Lo riportano i media statunitensi. Vanderbilt era anche la madre di Anderson Cooper, uno dei mezzobusto più noti della tivù americana nonché tra gli anchor di punta della Cnn. I due sono anche apparsi assieme nello show della Cnn 'Anderson Live' e nel documentario di Hbo 'Nothing Left Unsaid: Gloria Vanderbilt and Anderson Cooper'.
Era una donna dalle mille sfaccettature al punto che la rivista Life nel 1968 la definì la versione al femminile dell'uomo rinascimentale. Negli anni '30 a soli sei anni, dopo la morte del padre, fu protagonista di una battaglia legale tra la madre Gloria Morgan Vanderbilt e la zia paterna Gertrude Vanderbilt Whitney. Ognuna delle due donne voleva avere la custodia della bambina e quindi il controllo del patrimonio del padre. Da adulta, invece, divenne famosa per la sua linea di moda e profumi.
2. L’ULTIMA EREDITIERA
John Von Sothen per ''Vanity Fair USA'' (Settembre 2017), tradotto per la versione italiana da Valentina Mainelli e ri-pubblicato da www.cinquantamila.it
gloria vanderbilt anderson cooper
Deve esserci stato un momento in cui l’ultimo dinosauro ha camminato sulla Terra: il punto finale di una storia che quelli che sarebbero venuti dopo non avrebbero nemmeno immaginato. A 93 anni Gloria Vanderbilt è forse l’ultimo esemplare della sua specie, definita da un cognome sinonimo di ricchezza smisurata, ma anche di rovina finanziaria, tragedia umana e – forse la cosa peggiore per una grande famiglia – di estinzione.
Quando Gloria nasce, il 20 febbraio 1924, i Vanderbilt sono ancora una delle famiglie più ricche del mondo. Il clan, al quale era stato predetto un destino alla Rothschild. è sparito nell’ombra, con Gloria come ultima testimone di un prestigio ormai svanito. La sua vita somiglia in parte a una favola e in parte a una tragedia greca. Ha frequentato Frank Sinatra e Marion Brando, ha sposato il regista Sidney Lumet, ha recitato a fianco di Rita Hayworth e ha avuto due figli con il direttore d’orchestra Leopold Stokowski. Ha posato per le migliori riviste ed e stata la musa del fotografo Richard Avedon e di artisti come Salvador Dall e Truman Capote.
gloria vanderbilt con i figli
Scrittrice e pittrice, è stata anche una delle prime donne a dirigere con successo un’azienda di moda. Ma non sono mancati i drammi: perde suo padre prima ancora di saper camminare e. in conseguenza di una feroce battaglia legale, viene tolta alla madre quando ha solo 10 anni. Il suo quarto marito, Wyatt Cooper l’amore della sua vita –, muore prematuramente e, dieci anni dopo, il loro primogenito Carter si butta dalla finestra del loro appartamento, sotto i suoi occhi. Nel corso della sua vita, Gloria vedrà le immense proprietà dei Vanderbilt vendute e i loro monopoli frantumati, mentre emerge una nuova America i cui eroi (i Kennedy, Gates e Zuckcrberg) non mostrano alcun interesse per il passato splendore in cui lei e cresciuta.
L’età d’oro dei Vanderbilt
La famiglia di Gloria, originaria dei Paesi Bassi, sbarca in America nel XVII secolo. L’antenato di Gloria, Cornelius Vanderbilt, fa fortuna trasformando una piccola azienda di trasporto di ostriche in una gigantesca fiotta commerciale: quando abbandona questo settore, a metà dell’Ottocento, possiede più navi della Marina americana. A 60 anni si butta in una nuova carriera: il trasporto ferroviario. Come per le imbarcazioni, arriva presto ad avere più lince ferroviarie di chiunque altro nel Paese, circostanza che rende il suo patrimonio famigliare più ricco di quello del governo degli Stati Uniti.
gloria vanderbilt
Gli eredi di Cornelius non hanno la sua stessa abilità nel far prosperare la fortuna; in compenso, si rivelano molto bravi a sperperarla. Le stravaganze immobiliari dei Vanderbilt sono entrate nella leggenda, come le loro case, che occupavano diversi isolati in piena Manhattan. Il «Piccolo castello» all’angolo tra la Fifth Avcnue e la 52esima Strada, voluto da William uno dei nipoti di Cornelius – e da sua moglie Alva, ospitava balli con migliaia di persone.
Ma è suo fratello, Cornelius II, che, nel 1882, fa costruire, cinque strade più in là, la più grande residenza che New York abbia mai conosciuto: 8.000 metri quadrati realizzati da Jules Allard & Fils, la star dei decoratori di fine Ottocento. Visto che l’isola di Manhattan è troppo piccola per questa competizione, i fratelli scelgono la cittadina costiera di Newport. nel Rhode Island, come terreno di gioco. Alice e Cornelius Vanderbilt II vi fanno erigere The Breakers, una struttura smisurata in stile rinascimentale, con camini e boiserie importate dai castelli della Loira, marmi italiani e quadri Luigi XIV. E se le sedie della sala da pranzo pesano 40 chili ciascuna, tocca a un domestico spingerle in avanti mentre i Vanderbilt si siedono.
gloria vanderbilt
La piccola Gloria trascorre diverse estati in questa dimora. Reggie, suo padre, è un appassionato di cavalli e ha un debole per la bottiglia. Gloria Morgan, sua madre, è una ragazza di buona famiglia. Lei e la sua gemella Thelma sono conosciute come le «Magical Morgan», una sorta di sorelle Hilton ante litteram. Per la coppia, due anime ribelli con 25 anni di differenza, la nascita di Gloria è un piccolo miracolo. Ma la sua infanzia è molto solitaria. «Era una vita accudita, ma mai condivisa», scriverà lei più tardi.
Quando Reggie muore di alcolismo nel 1925, Gloria Morgan ha 21 anni. Con sua figlia, sua madre e la balia si trasferisce a Parigi, dove abita in un appartamento vicino alla Tour Eiffel, con una rendita di 50 mila dollari l’anno. «Vivevamo come zingari di lusso: la nostra vita era racchiusa dentro i bauli, imballati e poi aperti sui transatlantici, i treni o nei palazzi di Cannes c Londra. Importava poco dove ci trovassimo, purché fossimo insieme», ricorderà Gloria, che passava molto tempo a Fort Belvedere, la residenza del principe del Galles (futuro re d’Inghilterra), che ai tempi aveva un affairecon sua zia Thelma, amica, tra l’altro, di Wallis Simpson.
gloria vanderbilt 1962
Lo stile di vita sregolato della giovane vedova e di sua sorella gemella finisce, però, per irritare i Vanderbilt rimasti negli Stati Uniti e, nel 1934, i parenti di Reggie avviano una causa contro la madre di Gloria, accusandola di essere incapace di allevare la figlia. La battaglia per l’affidamento della «povera bambina ricca», così la chiamavano i giornali, farà scalpore e mobiliterà un’America in preda alla crisi economica, alla disoccupazione e alla morale del proibizionismo.
gloria vanderbilt vista da avedon
E una vicenda molto triste e violenta: la Morgan viene accusata di essere una degenerata amorale, di andare a letto con altre donne e di leggere giornali porno. E, dopo un processo clamoroso, la corte affida la custodia della bimba alla zia paterna, Gertrude Whitney. Questa, molto poco Vanderbilt, conduce una vita totalmente diversa da quella dei suoi parenti. Scultrice, bohémienne del Greenvvich Village, ha un approccio freddo che non riesce a rassicurare la bambina, traumatizzata dalla separazione dalla madre. Ma le sue eccentricità (come portare sempre un cappello, anche al chiuso) e la sua sensibilità artistica (è fondatrice del Whitney Museum) avranno un’influenza determinante sulla nipotina. È dalla zia che Gloria impara che cos’è una donna indipendente.
Il lupo cattivo
Il processo ha reso Gloria troppo celebre. E così, per allontanarla da New York, Gertrude sistema la ragazzina in un’enorme proprietà del Connecticut e la iscrive alla Miss Porter’s School, un collegio dove passeranno i Rockefeller, i Kennedy, i Bush e i Forbes. A 15 anni incontra Diana Vreeland. amica di sua zia: la sua bellezza malinconica e la sua magrezza colpiscono l’occhio del direttore di Harper’s Bazaar e Diana convince Gloria a farsi fotografare da un giovane debuttante. Richard Avedon.
gloria vanderbilt anderson cooper
Questa capacità di attirare l’attenzione malgrado la sua volontà la accompagna a Los Angeles dove, quando va a far visita a sua madre per Natale, Gloria conosce l’uomo d’affari, pilota e produttore cinematografico Howard Hughes e, tramite lui, l’agente artistico Pat DiCicco. Malgrado un passato fumoso (la sua prima moglie. Thelma Todd. muore assassinata nel 1935 in circostanze mai chiarite). Gloria vede in lui un modo per scappare da sua zia Gertrude e dalla sua vita di provincia.
«La cosa migliore era sposarsi bene e in fretta. Ed è quello che ho fatto, non con Howard ma con Pat. il lupo cattivo», scriverà lei anni dopo. Un assaggio della vita coniugale: durante la cerimonia, il lupo cattivo rifiuta di baciare la sposa appena diciassettenne.
gloria vanderbilt, pearl bailey, truman capote
La Seconda guerra mondiale scoppia qualche giorno dopo. Gloria non é né a New York, né a Parigi né tanto meno a Los Angeles, ma fa la casalinga in Kansas, dove DiCicco è trasferito in quanto ufficiale. Mentre suo marito la picchia regolarmente, sua zia muore a New York. Gloria fugge dal Kansas e conosce il direttore d’orchestra Leopold Stokowski, ex amante di Greta Garbo, di quarant’anni più vecchio di lei. Poiché ufficialmente è ancora la moglie di DiCicco, i due devono sposarsi in Messico. L’aereo su cui volano per raggiungere il Paese si schianta nel deserto ma, miracolosamente, la coppia ne esce indenne: si sposeranno nell’aprile del 1945, poco dopo la sentenza di divorzio di Gloria.
Insieme hanno due figli: Leopold nato nel 1950 e Christopher nel 1952. Tramite Stokowski, Gloria incontra lo scrittore Truman Capote. «Truman voleva sempre essere il solo a conoscere i protagonisti e gli esiti delle storie d’amore, soprattutto delle mie», scherzerà lei. Saranno Gloria e la sua amica Carol Saroyan a ispirare il personaggio di Holly Golightly, l’eroina del nuovo cult Colazione (la Tiffany. Recluso nella loro proprietà di Santa Barbara, Stokowski diventa sempre più geloso delle velleità artistiche della moglie, che chiama: «Vanity Fair».
VANDERBILT UNIVERSITY
Gloria comincia a frequentare Frank Sinatra, che si e appena separato da Ava Gardner, e a prendere lezioni di recitazione. È in quell’ambiente che incrocia il regista Sidney Lumet, che all’epoca sta girando La parola ai giurati. Presto fanno coppia fissa, ed è una donna radiosa che Richard Avedon fotografa di nuovo, nel 1954 per Harper’s Bazaar e due anni dopo per Vogue.
«Le immagini di Dick (Avedon, ndr) mi hanno dato fiducia in me stessa», dirà lei. «Ho finalmente capito che potevo credere in me e che ero libera. Non avevo più paura: mi sono battuta contro Stokowski per ottenere l’affidamento dei mici figli. E stalo allora che Sidney mi ha detto: hai vinto dove tua madre aveva perso».
Un cigno di successo
La giovane coppia organizza molte feste al 10 di Gracie Square, reincarnazione nell’Upper East Side del laboratorio artistico di Gertrude Whitney. Frequentano la casa Marilyn Monroe, Sammy Davis Jr. e Elizabeth Taylor. Truman Capote – che ha fatto di Gloria una dei suoi «cigni» (banda di aristocratiche dal collo lungo tra cui Marella Agnelli. Babe Paley e Jacqueline de Ribes) – è un habitué. Per lui Gloria Vanderbilt aveva «la bellezza di un’attrice, il pedigree di una ereditiera e l’atteggiamento di un’artista».
gloria vanderbilt
La padrona di casa inizia una collaborazione con il marchio Martex, per cui disegna una linea di biancheria e di asciugamani. E si innamora dello scrittore Wyatt Cooper, il suo esatto opposto. Buono, buffo, di origini modeste, per nulla in competizione con lei. Nel 1963 Gloria divorzia da Sidney Lumet – è la terza volta – e si stabilisce con Cooper vicino a Central Park. Un invito a cena dalla nuova coppia è un must della vita mondana newyorkese. Nascono due figli. Carter nel 1965 e Anderson nel 1967.
«Gloria e la sua famiglia erano come un concorso di bellezza itinerante», afferma il critico teatrale del New York Times Ben Brantley. «Era un vero privilegio essere invitati a mescolarsi con quella fauna chic che radunava attorno a sé».
gloria vanderbilt
A migliaia di chilometri da lì. Warren Hirsh. imprenditore di Hong Kong a capo delfimpero tessile Murjani. riflette sul modo per estendere il suo mercato. «Cercavo un nome che facesse vendere negli Stati Uniti», confiderà più tardi, «e quello di Gloria Vanderbilt ha sbaragliato ogni alternativa». È così che prima di Gap e Calvin Klein, c’è stato il jeans Gloria Vanderbilt. un capo basic indossato tanto allo Studio 54 quanto ai tornei di polo, e il cui logo era un cigno di Truman Capote. Nel 1979 se ne vendettero oltre sei milioni di paia, anche grazie alle campagne pubblicitarie – in cui appariva Gloria stessa -acclamate dal New York Times Maga-ine: «Il marketing dei jeans Vanderbilt è un capolavoro di promozione.
gloria vanderbilt e sinatra
È uno dei successi imprenditoriali americani più spettacolari del decennio». Agli inizi degli anni ’80 arriva anche il profumo Gloria Vanderbilt. con un cigno scolpito sulla bottiglia. Il successo, ancora una volta, sarà immediato.
Ma su altri fronti le cose non andavano bene. Wyatt Cooper era morto nel 1978. a cinquantanni, durante un’operazione a cuore aperto. Devastata. Gloria aveva firmato delle procure al suo avvocato e al suo psichiatra, che si metteranno insieme per truffarla. «Mi hanno privato del mio nome, delle mie licenze e di molti soldi. E visto che c’è stato un ritardo nel pagamento delle tasse, il fisco mi ha preso le case e tutto il resto». Ma il peggio non era ancora arrivato.
gloria vanderbilt e il figlio anderson cooper
Il 22 luglio 1988, suo figlio Carter si getta dalla finestra davanti a lei. Gloria tornerà su questo episodio in A Molher’s Story (A.A. Knopf, 1996). «Ero di fronte a lui, pietrificata, e gridavo il suo nome: “Carter! Carter!”», scrive. «E poi un elicottero è passato sopra di noi, in alto, nella luce dell’estate: Carter l’ha guardato come fosse un segnale. Allora si è girato e mi ha teso le braccia. Mi sono precipitata verso di lui. Le mie mani cercavano le sue ma, in quel momento, si è spostato lungo il muro, come se camminasse sulla trave in palestra. Si teneva forte al bordo, sospeso al quattordicesimo piano dell’edificio. “Torna qui Carter”, ho gridato e, per un istante, ho pensato che riscendesse. Invece no. Si è lasciato cadere».
gloria vanderbilt 3
Da allora, Gloria Vanderbilt non ha più festeggiato il Natale. Per sopravvivere, ha lasciato che il dolore la invadesse. «Quando la tragedia ti colpisce, non resta che l’inimmaginabile: scegliere. Di continuare a vivere o no. Di sopravvivere o no». Questa tenacia, che ricorda indubbiamente quella del suo antenato Cornelius, è una qualità che in molti apprezzano in lei.
Ha continuato a vivere, e a ridipingere le sue case. Nel 2009 ha scritto un romanzo erotico, nel 2016 il canale Hbo le ha dedicato il documentario Nothing Left Unsaid, che racconta dei ricordi. dei rimpianti, di questa «ricerca di qualcosa che non si ha mai avuto», un’espressione che, secondo Gloria, riassume perfettamente il modo in cui vede la sua vita. «Mia madre è remissaria di un pianeta lontano», ha affermato recentemente suo figlio Anderson Cooper, giornalista della Cnn. Alla scrittrice Wendy Goodman, Gloria ha detto che sogna «una casetta nascosta a Venice Beach. Lì mi lascerò crescere i capelli bianchi, di giorno dipingerò, e la sera balleremo sulla spiaggia e in giardino. Ci sarà un piccolo gazebo color argento ricoperto di gelsomino dove bere il tè quando soffia la brezza».
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