Paolo Conti per www.corriere.it/sette
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Maurizio Costanzo, a ottobre grande festa per i quarant’anni del Costanzo Show…
«Quarant’anni e quasi 55.000 ospiti intervistati. E dire che, a ripensarci, è stata una intera vita professionale nata sugli inciampi. Nella fortuna, dico».
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Per esempio?
«Dal 3 maggio ho ripreso a fare la radio su R101 con Carlotta Quadri, in “Facciamo finta che…”. Ecco, io da ragazzino, avrò avuto undici anni, giravo il portasapone in bagno, lo trasformavo nella mia testa in un microfono, e fingevo di trasmettere in diretta alla radio leggendo commedie. Mia madre, poveraccia, era disperata. Però avevo capito dove volevo arrivare. E anche lei, penso. Un inciampo della sorte…. ».
Altro inciampo?
maurizio costanzo da giovane
«Beh, uno più concreto. Uno zio, che aveva capito la mia passione precoce per il giornalismo, mi mandava a casa i ritagli della terza pagina del Corriere della Sera. Mi invaghii di Montanelli, trovai il coraggio di scrivergli, ero al liceo, ai tempi si andava metà settimana al mattino e metà al pomeriggio. Lui una mattina mi chiamò, avevamo il telefono appeso sulla parete in corridoio. Non ci credevo… Lo vidi alla redazione romana in via della Mercede. Mi aiutò nelle prime collaborazioni e mi incoraggiò per tutta la vita. Mi chiamava Costanzino. Lo ha fatto fino alla fine».
Passione precoce, diceva prima.
«Precocissima. Alle medie, alla “Tito Livio”, dirigevo un giornalino scritto a mano, l’Araldo. E una volta vinsi un concorso di temi dell’Associazione Protezione animali. Mi inventai di sana pianta un acuto pentimento per aver strappato le ali a una farfalla. Grande storia di finzione ed emozione. Piacque. Mi premiarono».
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Invenzione assoluta?
«Totale. Mai andato per farfalle in vita mia. Ma quando mai».
Molti inciampi familiari…
«Eccone un altro. Mia madre, si chiamava Jole, era impiegata in un ufficio e conobbe Felice Chilanti, grande inviato di Paese Sera. Grazie a lui arrivai ad Antonio Ghirelli, che dirigeva lo sport di quel quotidiano. Cominciai a collaborare a 17 anni. Mi fece scrivere da Roma persino il Giro del Belgio di ciclismo sulle agenzie, mi firmò “dal nostro inviato Maurice Costance”. Mi affidò anche una piccola rubrica sugli intellettuali e lo sport, lì conobbi per esempio Pier Paolo Pasolini. Imparai molto, moltissimo».
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Dicono che la noia sia il suo peggior nemico, Costanzo.
«Sempre a quella povera donna di mia madre, dicevo continuamente da bambino “mi annoio”. Non sapeva cosa fare. Per questo non sto mai fermo, e per questo lavoro ancora così tanto. Il telefono deve sempre squillare… La noia mi terrorizza».
È capitato che il telefono non squillasse?
«Sì. Quando dovetti smettere di lavorare e mi dimisi da tutto. Da tutto, dico».
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Iscrizione nelle liste della P2, era il 1981. Addio alla tv, agli incarichi editoriali alla Rizzoli, al ruolo da direttore del quotidiano «L’Occhio»....
«Già. Ricordo ancora giorni e giorni di telefono muto. Ero solo, in quel periodo, nella mia casa romana di viale Mazzini. Poi arrivò la prima telefonata, dopo più di un mese di assoluto silenzio».
Di chi?
«Non lo dimenticherò mai. Di Sergio Zavoli. Che mi disse: la vuoi smettere di fare l’ambasciatore a San Marino? Mi spronò a riprendere, a rimettermi al lavoro. “Diamoci da fare”, mi disse. Ricominciai da zero. Da Videolina a Cagliari e da una tv di San Benedetto del Tronto, facevo le interviste lì».
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Un giudizio sul capitolo P2?
«Un errore, un grosso errore. Ma gli errori fanno bene e fanno crescere. Non credo a chi dice di non averne mai fatti, che fesseria… Però c’è anche chi, di grossi errori, ne fa due o tre. Io uno: e lo ammetto».
A proposito di errori. Pippo Baudo si rammarica ancora di non aver capito bene il talento di un giovanissimo Fiorello. Lei ha qualche errore del genere da rimproverarsi?
«No, non mi viene in mente. Lo avrò fatto, certamente, ma non saprei… So però che per esempio, tra gli ospiti, c’è chi si secca quando scrivono che è stato scoperto dal Costanzo Show».
lo studio di maurizio costanzo
Chi?
«Valerio Mastandrea. Lui si dispiace quando gli ricordano degli esordi….Vabbè, è fatto così. Ma la verità è quella».
Un modello di ospite ideale?
«Vittorio Sgarbi. Intelligente, colto, sempre reattivo. E Giampiero Mughini, per le stesse ragioni. Comunque l’ospite ideale è sempre quello che risponde subito: con le risposte crei altre domande. Quando qualcuno non risponde, inutile accanirsi. Ma se nella puntata c’è la giusta atmosfera, parlano tutti»
matteo salvini al maurizio costanzo show
Quasi 55.000 interviste…
«Una cittadina intera»
Se le ricorda tutte?
«Ma no…. Ho un meccanismo che tutela la memoria. Fatta una puntata, cancello tutto e via.»
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C’è anche un «altro» Costanzo. Per esempio l’autore di Se telefonando, il cavallo di battaglia di Mina…
«Devo la scrittura di quel testo al vecchio amico Ghigo De Chiara, era il critico teatrale de l’Avanti, lo firmammo insieme; e a Ennio Morricone, il magnifico brano era suo. Ricordo ancora quando Mina la cantò per la prima volta. Un brivido irripetibile».
Poi lei è anche uno dei padri di Fracchia, il personaggio di Paolo Villaggio.
«Paolo aveva dato vita a Fantozzi. Io lavoravo a Quelli della domenica nel 1969, domenica pomeriggio sul Canale Nazionale Rai. Un giorno, io e l’altro autore, Umberto Simonetta, vedemmo Villaggio che in una scena stava al gioco con Gianni Agus nel ruolo del capoufficio. Ci lavorammo, c’era la poltrona “Sacco” in cui sprofondava….. Lo vide il regista Antonello Falqui. Ci puntammo. Fu un grande successo».
Perché, secondo lei?
maria de filippi
«Perché siamo tutti un po’ Fracchia. Come siamo tutti un po’ Fantozzi».
Il lavoro uccide la noia. E l’invecchiamento.
«Piero Angela, che ha dieci anni più di me, molto tempo fa mi disse: devi sempre avere progetti per la testa, così il cervello rimane attivo. Grande insegnamento. Piero poi si è pentito e giura che il suggerimento glielo avrei dato io. Ma era roba sua, giuro».
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Lei colleziona tartarughe. Perché?
«Ne ho cinquemila. Mi dà l’idea di un animale che va piano ma arriva sempre dove vuole. Mi sono fissato che porti fortuna. Mi piacciono anche i pinguini, tutti insieme sembrano personaggi importantissimi. Dai tetti di casa seguo una famigliola di gabbiani».
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E poi qui, nel suo studio di Roma in Prati, c’è Filippo.
«Il mio gatto Filippo. A casa ci sono i due bassotti di Maria. Qui lavoro con Filippo. Il gatto è un animale pazzesco, intelligentissimo, di carattere. Se manco qualche giorno dallo studio, mi tiene il muso, mi ignora».
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Vita sentimentale intensa, quella di Maurizio Costanzo. Quattro matrimoni (il primo con Lori Sammartino, il secondo con Flaminia Morandi, la madre dei figli Saverio e Camilla, il terzo con Marta Flavi, durato appena un anno, infine Maria De Filippi, 25 anni di nozze e 35 complessivi di storia) un lungo legame con Simona Izzo. C’è un capitolo nel quale non si riconosce?
«Sì. In uno. Non lo dirò nemmeno sotto tortura».
Qualcuno potrebbe arguire che…
«Cavoli di chi arguisce».
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Tanti matrimoni forse, paradossalmente, tradiscono il desiderio di una storia stabile.
«Ho sempre sperato di avere un’unione duratura, di condividere un’esistenza. Non rinnego il passato, la vita va vissuta per quella che è. Per fortuna ho incontrato Maria. Più di una fortuna. Molto, molto di più».
Ci sono segreti, formule, per far durare una storia lunga e solida come la vostra?
«No. Capita o non capita. Succede che esci senza ombrello e poi piove, o invece che esci e te lo sei portato. Succede».
Mai avuto pensieri omosessuali?
«Mai. Ho fatto grandi campagne contro l’omofobia con la parola d’ordine “amate chi vi pare”. Ma non ho avuto attrazioni verso uomini. Se mi fosse capitato, le avrei seguite, nessun problema. La vita va vissuta, sempre».
maurizio costanzo show
La gelosia è una brutta bestia, vero?
«Bruttissima. In passato ho avuto una lunga storia con una donna gelosissima. Frugava nelle tasche, cercava numeri di telefono. Un’ossessione. Ho scoperto che quel clima ti porta istintivamente a mentire, a creare motivi di gelosia….».
maurizio costanzo e maria de filippi sposi
I figli Saverio e Camilla, quattro nipoti. I legami familiari reggono?
«Sono solidissimi. Tutti i giovedì pranzo con Saverio e Camilla».
Saverio è ormai un prestigioso regista. Aveva intuito dall’inizio il suo talento?
«No. Devo essere onesto. Poi a un certo momento, sì. Sta avendo grandi soddisfazioni anche internazionali, mi sono profondamente emozionato con l’affermazione per L’amica geniale. Poi mi piace perché non si atteggia, non si dà arie, come si dice a Roma non se la tira. Sono orgoglioso nello stesso modo di Camilla, lavora tanto e scrive».
maurizio costanzo
Quattro nipoti. Bello essere nonno?
«Splendido. Ora la pandemia rende difficile vedersi. Ma essere nonni è meraviglio».
C’è poi Gabriele, il figlio adottato con Maria De Filippi.
«Altro legame familiare intenso. Lui lavora con Maria, sono unitissimi. Gabriele rafforza il mio profondissimo rapporto con Maria. Ricordo ancora la mia commozione quando, avrà avuto dodici anni, mi chiamò “papà” per la prima volta. All’inizio è una paternità diversa. Poi diventa uguale all’altra, a quella naturale. Ritengo il suo arrivo un miracolo».
maurizio costanzo e maria de filippi
Non teme che qualcuno dica, smanettando col telecomando: che strazio, ancora Costanzo…
«Certamente ci sarà. Per fortuna noi, dall’altra parte, non li sentiamo».
Però la trasmissione va bene come ascolti.
«Benissimo. Incredibili punte del 14-15%. Dalle analisi del tipo di pubblico abbiamo scoperto che ora ci segue una nuova fascia di pubblico femminile giovane. Beh, gratificante, lo ammetto. È bello sapersi rivolgere alle nuove generazioni».
maurizio costanzo e gheddafi
Lei ha detto che vorrebbe morire con la mano in quella di Maria.
«Sì, proprio così. Mi piacerebbe non accorgermene, cioè non soffrire».
L’appuntamento la preoccupa?
«Beh, un po’ mi rompe le scatole… Lo ammetto. Ma ditemi a chi non le rompe».
maurizio costanzo andreotti
CARTA D’IDENTITÀ
LA VITA — Maurizio Costanzo è nato il 28 agosto del 1938 a Roma. Il padre, Ugo, era impiegato al ministero dei Trasporti, la madre, Jole, casalinga. Si è sposato 4 volte: con Lori Sammartino, Flaminia Morandi (dalla quale ha avuto due figli, Camilla e Saverio), Marta Flavi e Maria De Filippi, sposata nel 1995, conosciuta nel 1989 a un convegno organizzato da lei sul tema della pirateria. Nel 2002 la coppia ha adottato Gabriele. È nonno di quattro nipoti, due avuti da Camilla e due da Saverio.
maurizio costanzo virginia raggi
LA CARRIERA — Maurizio Costanzo ha esordito nel 1956, dopo il diploma in Ragioneria. Ha cominciato a collaborare al quotidiano Paese Sera e, l’anno successivo, al Corriere Mercantile. È giornalista, scrittore, sceneggiatore e conduttore televisivo.
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