RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Michel, 'al momento non c'è accordo sui vertici Ue'
(ANSA) -- "Nella cena dei leader abbiamo discusso" del pacchetto dei vertici europei. "Abbiamo una direzione giusta ma in questo momento non c'è accordo". Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al termine del summit europeo.
Michel, nostro dovere decidere sui top job Ue entro giugno
(ANSA) - "E' nostro dovere trovare l'accordo entro la fine di giugno". Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al termine della cena dei leader Ue dedicata alla scelta dei nuovi vertici. "Non era l'obiettivo di questa sera decidere", ma "in termini legali" la decisione è "in programma la prossima settimana", ha sottolineato.
Orban, 'ignorata volontà degli elettori, uniamo le destre'
(ANSA) - "La volontà dei cittadini europei è stata ignorata oggi a Bruxelles. Il risultato delle elezioni europee è chiaro: i partiti di destra si sono rafforzati, la sinistra e i liberali hanno perso terreno. Il Ppe, invece di ascoltare gli elettori, alla fine si è alleato con i socialisti e i liberali: oggi hanno fatto un accordo e si sono divisi i posti di comando dell'Ue". Lo scrive in un tweet il primo ministro ungherese, Viktor Orban, al termine della cena informale tra i leader Ue.
Macron, 'non mi dico troppo ottimista, ma intesa vicina'
(ANSA) - "Non voglio essere eccessivamente ottimista", ma un accordo "è vicino". Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al termine della cena dei leader Ue dedicata alle nomine dei nuovi vertici europei, definita come "un primo giro di tavolo". Interpellato sulla possibilità che l'intesa arrivi dopo le elezioni francesi, il presidente ha replicato: "Non è un nostro obiettivo". Macron ha anche indicato che, per avere un maggiore equilibrio in seno ai vertici Ue, Parigi chiederebbe una vicepresidenza alla Commissione europea.
EMMANUEL MACRON CHARLES MICHEL
Slitta l'intesa, ma von der Leyen resta favorita
Mattia Bernardo Bagnoli per l’ANSA
Intesa rimandata al primo euroconclave chiamato a scegliere i vertici nella nuova legislatura. Nessuna decisione formale era prevista, questo è vero, però ci si aspettava un accordo quantomeno di massima sullo schema, perché la rosa di nomi proposti per i top jobs era giudicata sostanzialmente solida.
"Abbiamo una direzione giusta ma in questo momento non c'è accordo", ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel al termine della cena dei leader. "È nostro dovere concludere entro la fine del mese", ha poi rassicurato. La quadriglia prevede Ursula von der Leyen confermata alla Commissione sulle ali del trionfo alle elezioni del Ppe, il socialista portoghese Antonio Costa al Consiglio, la liberale estone Kaja Kallas al 'ministero degli Esteri' Ue. La conferma di Roberta Metsola al Parlamento - che però sceglie in autonomia - completa il quadro.
I Popolari, poco prima dell'inizio del vertice informale, hanno avanzato però la richiesta di cambiare il colore politico della casella al Consiglio a metà mandato, come accade per l'Eurocamera. Una mossa che potrebbe complicare le cose ma che andrebbe letta nella logica delle trattative sull'intero esecutivo blustellato, con le vicepresidenze comprese. Insomma, pensare di poter chiudere la partita prima di essere giocata era eccessivo.
ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia
"Non è mio compito convincere Meloni, abbiamo già una maggioranza con Ppe, liberali, socialisti e altri piccoli gruppi, la mia sensazione è che sia già più che sufficiente", aveva sottolineato già a ora di pranzo il premier polacco Donald Tusk (uno dei due negoziatori popolari) a chi gli chiedeva se ci fossero altri equilibri di cui dover tenere conto.
"È chiaro che in Parlamento non deve esserci alcun sostegno per il presidente della Commissione che si basi su partiti di destra e populisti di destra", è stato invece il muro eretto dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo cui le elezioni europee "hanno portato una maggioranza stabile" delle stesse forze politiche "che finora hanno lavorato a stretto contatto in Parlamento. "Viviamo in tempi difficili ed è importante sapere presto cosa succederà in Europa", ha aggiunto.
EMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - DONALD TUSK
Il senso di urgenza è condiviso da molti. La logica, spiegano diverse fonti, è quella del pacchetto. La quadriglia è frutto di calcoli alchemici che tengono conto dei voti, dei profili, delle aree geografiche: se si modificano gli addendi, il risultato cambia eccome. La danese Mette Frederiksen, indicata nel pre partita papabile alla presidenza del Consiglio Europeo, si è tirata fuori dalla mischia.
"Io - dice - non sono una candidata: Costa è un ottimo collega della famiglia socialista". Poi certo, la perfetta sintonia - ed è normale - non c'è ancora. Il presidente slovacco, Peter Pellegrini, sostituto del primo ministro Robert Fico, in convalescenza dopo il tentato omicidio, ha esortato "a stare molto attenti a chi rappresenterà l'Unione europea e la Commissione a livello internazionale, per non creare ancora più tensione di quanto non ve ne sia già".
Un chiaro riferimento a Kaja Kallas, la lady di ferro dell'est, arcinemica di Mosca. Detto questo, la prima tessera del mosaico è ovviamente la guida di palazzo Berlaymont. Qui però la domanda è solo una. Cosa farà Giorgia Meloni? Qual è la sua strategia per andare a punti? Nel pre vertice ha incontrato l'ungherese Viktor Orban, che sibillino aveva definito la situazione "ancora fluida". "Non vedo voci" in seno al Consiglio "che possano mettere in discussione il nome di von der Leyen", ha affermato però il primo ministro croato Andrej Plenkovic al termine del vertice riferendo di "un dibattito positivo" tra i capi di Stato e governo. Proprio Orban, peraltro, è andato oltre.
donald tusk ursula von der leyen
"Il Ppe - giura il magiaro - invece di ascoltare gli elettori alla fine si è alleato con i socialisti e i liberali: hanno fatto un accordo e si sono divisi i posti di comando dell'Ue". Ma è un fatto che dei voti in più all'Eurocamera a Ursula farebbero ben comodo, perché la conferma dei deputati è obbligatoria e in questo passaggio c'è la preferenza segreta (anche se resta aperta l'opzione dei Verdi come stampella). "Ora dobbiamo lasciar marinare le cose", ha commentato il presidente francese Emmanuel Macron aggiungendo di ritenere l'accordo finale "vicino". Macron ha tuttavia sottolineato che l'intesa potrebbe non arrivare prima delle elezioni francesi (che si terranno il 30 giugno e il 7 luglio). "Non è comunque il nostro obiettivo", ha comunque assicurato.
charles michel giorgia melonicharles michel con patrizia scurti g7 borgo egnazia charles michel giorgia meloni g7 borgo egnazia charles michel giorgia meloni rishi sunak fumio kishida olaf scholz g7 borgo egnazia
Ultimi Dagoreport
FLASH! - LA GIORNALISTA E CONDUTTRICE DI CANALE5 SIMONA BRANCHETTI, STIMATA PROFESSIONALMENTE DA…
DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
FLASH! - AVVISATE CASTAGNA, GIORGETTI, FAZZOLARI, MILLERI E CALTAGIRONE: UNICREDIT PASSA ALL'AZIONE …
DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E…
DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO,…