Andrea Tarquini per La Repubblica
ASA REGNER
«Per anni ho taciuto, sentendomi in colpa, adesso con #metoo mi sono data coraggio. Dobbiamo muoverci a livello europeo». Il giorno dopo aver denunciato un abuso subito anni fa a margine di un consulto Ue da parte di un politico europeo di alto rango, Asa Regnér, ministra delle Pari opportunità svedese, racconta a Repubblica la sua drammatica esperienza, mentre il l'Europarlamento si prepara ad affrontare tra poche ore il problema.
Come e perché ha deciso di rompere il silenzio?
«La cosa più grande e incoraggiante, per tante donne e anche per me, è questa campagna su Internet. Se tante donne si decidono a discutere in pubblico del problema è importante e positivo.
ASA REGNER 2
Anche per quanto accade magari ogni giorno in tanti posti di lavoro. Il comportamento predatore è una questione di potere. Dipende dal fatto che gli uomini hanno più potere e lo usano per mantenere le donne sottomesse. Pensano di poter approfittare di loro usandole a piacimento.
Io allora ero una giovane politica piena d' entusiasmo, avevo studiato cinque lingue e conseguito due dottorati. Accettai l' invito di quel politico quella sera perché mi convinse dicendo di voler discutere le mie opinioni. Invece..».
Invece?
«Invece ingannò la mia ingenuità. E all' improvviso nel buio del locale fu orribilmente chiaro che cercava ben altro. Per me fu uno shock. Altro che scambio di opinioni, cercava di imporre il suo potere sul piano sessuale».
Accade anche a livelli così alti, da uomini qualificati e colti, leader europei di rango?
«Penso sia questione di strutture di potere. Certi istinti sono mossi dal potere, come nelle aziende, nello sport o a Hollywood. Con #metoo rompono il silenzio donne di ogni ceto sociale.
PARLAMENTO SVEDESE
In società dove gli uomini hanno più potere e le donne sono viste come esseri umani sessualizzati nel senso negativo è estremamente importante parlare e introdurre leggi dalla parte delle donne, e le leadership europee e i media devono sentirsi responsabili davanti all' imperativo etico della gender equality, forse occorre rieducazione».
Perché ha taciuto tanto a lungo?
«Reagii come molte donne in casi simili. Detti la colpa a me stessa, mi dissi "perché mai ho pensato che voleva davvero ascoltare le mie opinioni?". Quando subisci un abuso del genere ti senti molto sola. E nella posizione del debole.
ABUSI SESSUALI
Quell' uomo, non voglio nominarlo, che si aprofittò così di me era in posizione altissima nella Ue, era molto più anziano di me, aveva ben altra esperienza politica. Simili situazioni ti gettano in una condizione di dipendenza.
È molto brutto ma è così, ti incolpi da sola. La svolta grande è che ora noi donne non ci vergognamo più di parlare. Dobbiamo cambiare la struttura di potere».
Lei ha proposto leggi più severe contro ogni atto sessuale senza chiaro consenso. Può spiegarci l' idea?
«Primo di tutto è importante dire che molti casi subíti da donne anche sul posto di lavoro non sono considerati reati penali, neanche qui da noi. Questo va cambiato.
ASA REGNER 3
È un paradosso: in molti Paesi ci sono legislazioni contro le molestie sessuali, anche severe, ma accadono atti criminali, roba da diritto penale. Nella legislazione vogliamo introdurre un chiaro concetto di atto sessuale legittimo solo se è chiaramente volontario. Attualmente non è abbastanza chiaro».
Il Parlamento europeo ne parlerà tra poche ore. Cosa si aspetta?
«Penso che a livello europeo sia importnate non tanto una legislazione comune, ma una strategia comune sulla gender equality. L' attuale Commissione non se ne cura. Io organizzerò il 7 e 8 novembre un consulto Ue sulla gender equality».
PARLAMENTO EUROPEO
Non parlare non è stato doloroso quanto o più dell' aggressione?
«Penso che per me e altre donne vittime sia importante non sentirsi sole e capire che il responsabile è l' uomo.
Spero che tutte abbiano il coraggio di rompere il silenzio. Dopo una simile aggressione ti senti terribilmente sola. Non faccio nomi perché non conta mettere qualcuno all' indice, ma educare alla giustizia».