Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
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Gli esperti sono convinti che tra il 20 e il 24 luglio l'impennata dei contagi da Covid arriverà all'apice per poi rallentare, sia pur lentamente. Per questo il ministero della Salute batte sul tasto della quarta dose di vaccino, ma prepara anche una circolare che possa rendere meno pesante l'isolamento di chi ha contratto la malattia.
Gli esperti sono al lavoro, gli scienziati esaminano i dati e l'andamento della curva epidemiologica. Tra loro Giuseppe Remuzzi, il direttore dell'Istituto Mario Negri che sulla base degli ultimi studi suggerisce una serie di misure indispensabili per proteggersi durante l'estate e affrontare la possibile nuova ondata in autunno.
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I SETTE GIORNI
Attualmente chi è in isolamento perché positivo al Covid può effettuare il tampone per l'uscita soltanto sette giorni dopo l'ultimo tampone che ha registrato la positività (a meno che non abbia un certificato del medico di base). La circolare che sarà firmata al ministero della Salute eliminerà l'obbligo consentendo l'uscita dall'isolamento appena il tampone è negativo, dunque con la facoltà di ripeterlo anche ogni giorno.
LE MASCHERINE
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Fino al 30 settembre le mascherine Ffp2 sono obbligatorie su tutti i mezzi di trasporto, a eccezione degli aerei. Fino al 31 dicembre vanno indossate in tutte le strutture sanitarie. Sui luoghi di lavoro i dipendenti devono attenersi agli accordi siglati con l'azienda. E in vacanza? Nei luoghi al chiuso dove non si riesce a a mantenere il distanziamento e all'aperto se ci sono assembramenti gli esperti consigliano di proteggere naso e bocca.
Remuzzi cita uno studio del Centers for Disease Control statunitense che elenca il tipo di mascherina e il grado di protezione. In base a questi test «per chi indossa la mascherina di stoffa la probabilità di risultare positivi si riduce del 56%, con la chirurgica del 66%, con la Ffp2 dell'83%».
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AERAZIONE DEI LUOGHI
Spiega Remuzzi: «Finora si è pensato che il contagio si diffondesse con tosse e starnuti per via delle goccioline che contagiano chi ti è vicino, ma poi cadono a terra. Emerge però sempre più chiaramente che c'è una trasmissione per via aerea che assomiglia a quella della tubercolosi o dell'influenza. Per questo bisogna garantire sempre un'areazione costante dei luoghi chiusi così da ottenere il massimo possibile per la qualità dell'aria».
LA QUARTA DOSE
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Per «ultra ottantenni e chi ha malattie croniche, diabete, malattie del cuore, dell'apparato respiratorio e del rene la quarta dose va fatta prima possibile». Remuzzi ricorda che «gli anticorpi, specialmente per chi ha fatto il vaccino a mRNA, tendono a ridursi progressivamente a partire da 4-6 settimane dalla somministrazione, mentre dopo 6-9 mesi ne restano davvero molto pochi anche se la memoria immunitaria di solito rimane».
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GLI «OVER 60»
Da una settimana possono sottoporsi alla quarta dose tutti i cittadini con più di 60 anni. I numeri di chi ha prenotato sono ancora bassi, lontani dall'obiettivo di 100 mila somministrazioni al giorno che si era dato il governo. «La quarta dose aumenta la risposta anticorpale e, secondo dati che vengono da Israele, proteggerebbe dalla malattia grave», chiarisce Remuzzi. E aggiunge: «Fare il secondo " booster " subito non compromette affatto la possibilità di una nuova vaccinazione.
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Sappiamo che per la variante BA.5 non ci sarà un vaccino specifico prima di dicembre e comunque in quel momento potrebbe non essere dominante perché c'è il rischio che arrivi " Centaurus " - già presente negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, in Germania e in Australia - che si trasmette ancora più facilmente di Omicron 5 e non sappiamo se si associ o meno a una malattia più grave».
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I BAMBINI
Sulla base degli studi scientifici e dei pareri delle agenzie regolatorie, Remuzzi spiega che «il vaccino è fortemente raccomandato per i bambini tra 5 e 11 anni che ricevono una dose pari a un terzo rispetto a quella che si dà ai più grandi. Per i bambini dai 6 mesi ai 5 anni la dose sarà ancora inferiore, un decimo di quella degli adulti. I dati dimostrano che il vaccino Pfizer nei bambini è efficace all'80 % nel prevenire la malattia sintomatica».
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Remuzzi rassicura sugli effetti collaterali: «Nei piccoli se ne registrano meno di quanto si sia visto nei ragazzi più grandi, negli adolescenti e nei giovani adulti: possono esserci febbre per uno o due giorni, mal di testa, dolori muscolari, ma non molto di più. Gli eventi avversi seri sono rarissimi, la trombosi con piastrine basse non è mai stata riportata da chi ha tra i 5 e i 17 anni. Un lavoro appena pubblicato sul British Medical Journal mostra che il rischio di miocardite e pericardite si riduce allungando l'intervallo fra la prima e la seconda somministrazione».
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I VIAGGI ALL'ESTERO
Le precauzioni per chi va all'estero devono tenere conto delle diverse regole in vigore. La maggior parte dei Paesi ha di fatto eliminato tutte le restrizioni previste e per fare ingresso non è necessario avere il green pass che dimostri l'avvenuta vaccinazione.
Fa eccezione la Francia, dove chi ha più di 12 anni deve presentare «il certificato che attesti il completamento del ciclo vaccinale, oppure il certificato di guarigione, oppure l'esito di un tampone molecolare (valido 72 ore) o antigenico (valido 48 ore) e compilare il Plf». Prima di partire è opportuno poi controllare come funziona l'assistenza sanitaria per evitare di dover pagare le cure se ci si ammala sul posto e soprattutto per poter rientrare in Italia.